L’indagine comparativa di 50&Più “Assistenza residenziale e semiresidenziale in Italia. Istituti di cura e case di riposo”, parte dall’esigenza, in un momento cruciale per la vita del nostro Paese, di fare il punto almeno a livello conoscitivo su uno degli aspetti fondamentali della risposta ai bisogni sanitari e assistenziali della popolazione: quello dei servizi residenziali e semiresidenziali per soggetti solo in parte o del tutto non autosufficienti .
In generale oggi diventa di fondamentale importanza chiedersi quale sanità e assistenza offriremo nei prossimi anni ad una popolazione il cui potere di acquisto diminuisce ogni giorno e che dispone di servizi molto scarsi e inefficienti.
Il primo dato che emerge è che mancano flussi informativi aggiornati e integrati sulla presenza e sulle caratteristiche organizzative e gestionali delle strutture residenziali sanitarie e assistenziali esistenti sul territorio.
Esistono indagini, aggiornate al 2009 (l’ultima Ermeneia Aiop presentata nel dicembre 2011) ma riguardanti solo gli istituti di cura pubblici e privati accreditati; c’è una sola fonte Censis che rileva 73 strutture non accreditate su tutto il territorio nazionale. Tutte queste fonti ci dicono di una costante diminuzione delle strutture passate da 1271 nel 2007 a 1178 nel 2009. In due anni un decremento del 7,3%.
Sono diminuiti anche i posti letto; l’Istat ha calcolato tra il 1998 e il 2007 un calo di ben 86.085 unità pari al 27,6%.
Dell’offerta residenziale e semiresidenziale fa parte anche il mondo delle residenze assistenziali che si compone di case di riposo, case albergo, comunità alloggio e strutture similari.
Solo alcune di esse sono censite a livello delle fonti statistiche ufficiali ma in gran parte si tratta di una realtà che non dispone di un sistema di rilevazione; esistono infatti albi regionali, rilevazioni del Ministero dell’Interno perfino delle Camere di commercio tutte non comparabili fra di loro.
Su questo importante segmento dell’offerta socio-sanitaria assistenziale l’Auser ha condotto nel 2011 una indagine che ha rivelato l’esistenza di un sistema “incerto”, tanto che è bastata la mappatura dei principali elenchi telefonici e commerciali delle case di riposo (le Pagine gialle) per far emergere buona parte del “sommerso”.
Ci sono in Italia fino a 700 residenze che vivono nell’oscurità, senza contatti con gli enti pubblici, con la comunicazione all’esterno ridotta al lumicino e con pochissimi controlli a carico. La situazione relativa alle autorizzazioni al funzionamento e in particolare all’adeguatezza delle case di riposo per anziani si è rivelata critica e ciò deve costituire un punto di domanda per chiunque, come dovrà fare l’attuale Governo, si appresti a discutere di riforma del sistema assistenziale.
La rete di protezione sociale diventerà cruciale in un futuro prossimo quando sempre più cittadini e famiglie con l’attuale crisi dovranno rivolgersi a questo sistema per trovare risposta a loro diritti fondamentali costituzionalmente garantiti come il diritto alla salute e all’assistenza in caso di bisogno.
Su questo punto 50&Più ha ritenuto suo compito specifico stimolare l’attenzione di addetti ai lavori e decisori politici di ogni livello perché il prossimo dibattito sulla delega assistenziale parta da una conoscenza approfondita dei dati quantitativi e qualitativi afferenti le strutture che costituiscono una parte fondamentale della rete di protezione sociale del nostro Paese.
Di Antonella Carrino, ufficio studi 50&Più