Tre domande a…. Fabrizio Pregliasco Ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Milano
La vaccinazione anti-influenzale non sempre preserva dal rischio di complicanze, come la polmonite. Come è possibile per gli adulti proteggersi dalle sovra-infezioni causate dallo pneumococco?
La prevenzione negli adulti è oggi possibile grazie alla disponibilità di un vaccino pneumococcico coniugato, che unisce agli zuccheri che rivestono esternamente il batterio dello pneumococco, una proteina carrier che genera una risposta immunitaria più vivace, stimolando una maggiore quantità di anticorpi protettivi nelle persone che hanno le difese immunitarie “arrugginite” dall’età e da altre patologie. Il vaccino coniugato presenta inoltre il vantaggio di creare una memoria immunologica, che determina una risposta nei confronti dell’agente infettivo, anche a distanza di tempo dalla vaccinazione ed evita di dover effettuare ulteriori richiami. Questo vaccino, 13valente, garantisce inoltre una buona efficacia, perché copre un numero di sierotipi molto più ampio rispetto al precedente vaccino 7valente, ed è lo stesso adottato da anni per la vaccinazione dei bambini nel primo anno di vita. Questo significa che il vaccino è sicuro e comprovato sul campo, oltre che ben valutato negli studi clinici.
La vaccinazione sistematica dei bambini ha già offerto una protezione di riflesso negli anziani, poiché i più piccoli sono i principali responsabili della diffusione dei batteri negli ambienti. Ora con questo vaccino per adulti abbiamo la possibilità di proteggere direttamente gli anziani e i soggetti più fragili, e in particolare le persone che presentano alcune specifiche condizioni di rischio, elencate nel Piano Nazionale delle Vaccinazioni 2012-14, che possono usufruire gratuitamente della vaccinazione.
In quali periodi dell’anno si può effettuare la vaccinazione anti-pneumococco? E’ possibile combinarla a quella anti-influenzale?
Ogni momento è buono per un soggetto fragile per essere vaccinato, perché la vaccinazione anti-pneumococco non presenta una stagionalità. Esiste inoltre la possibilità di effettuare il vaccino pneumococcico in occasione della campagna di vaccinazione anti-influenzale, quando le persone anziane e affette da malattie croniche sono già sensibilizzate alla prevenzione. Questa soluzione presenta un notevole vantaggio di praticità, anche perché non è necessario ripetere ogni anno la vaccinazione anti-pneumococcica, che dura per tutta la vita. Un recente studio pubblicato su Vaccine nel 2011, che ha coinvolto 1.160 pazienti con l’obiettivo di valutare la sicurezza e l’efficacia della co-somministrazione, ha confermato che le due vaccinazioni possono essere somministrate nella stessa occasione, su braccia diverse, senza rischi di interferenze o di una riduzione della protezione.
Quanti anziani contraggono la polmonite come complicanza dell’influenza? A chi è raccomandata la vaccinazione?
L’influenza facilita le sovra-infezioni batteriche e la polmonite. Esistono delle casistiche in cui il 10% circa degli ultra 65enni presenta delle complicanze infettive dell’influenza, e le polmoniti rappresentano il 50% di queste complicanze. Le polmoniti negli anziani hanno però lo svantaggio di essere subdole, senza l’evidenza di malattia che si riscontra nell’adulto. Questo ha come conseguenza il fatto che spesso non si percepisca l’importanza della vaccinazione, ma la malattia può far precipitare le condizioni di salute cardiache e respiratorie. Una strategia vaccinale combinata, che unisca da un lato la vaccinazione anti-influenzale e dall’altro quella anti-pneumococcica, è quindi consigliata sopra i 65 anni e in tutti i soggetti che presentano problemi cardiaci e respiratori cronici, diabete o altre patologie che indeboliscono le difese immunitarie.