Sindrome Post-Covid: di che si tratta e come combatterla

Pubblicato il 26 Dicembre 2020 in , , da Evasio Pasini

Studi recenti dimostrano che alcuni sintomi quali l’astenia (stanchezza), la dispnea (mancanza di fiato) o i dolori diffusi permangono in modo marcato (oltre il 50%) anche per molte settimane dopo l’infezione da Covid-19, per quanto questa venga considerata ufficialmente guarita (cioè con tamponi negativi). Questo accade indipendentemente dal grado di gravità nella fase acuta.  Tale condizione è definita Sindrome Post-Covid. 

Tra le cause responsabili di questa Sindrome si deve ricordare l’attacco del virus alle cellule del nostro corpo con conseguente utilizzo del materiale cellulare per la formazione di altri virus (virioni) e l’attivazione del sistema infiammatorio causato dal Virus definita “tempesta citochinica”. Sia l’attacco diretto del virus alle cellule sia la tempesta citochinica causano importanti alterazioni metabolico/strutturali della cellula che perde le sue capacità funzionali. Occorre tempo perché le cellule, ‘cannibalizzate’ dal virus, ripristino il loro patrimonio molecolare e possano ritornare alla loro normale funzione. Recenti dati indicano che una adeguata riabilitazione personalizzata e l’introduzione di supporti nutrizionali a base di vitamine e aminoacidi rappresentano una strategia terapeutica in grado curare la Sindrome Post-Covid. 

I sintomi, dai più leggeri ai quelli più gravi, e la loro percentuale di presentazione nella infezione acuta dal Covid-19 sono ormai noti.  Quello che è meno noto e che sta emergendo da recenti lavori scientifici è che molti sintomi permangono anche per settimane o mesi dopo che il paziente viene considerato guarito con la presenza di due tamponi negativiStudi hanno dimostrato che il più ricorrente di questi sintomi è la stanchezza, che è presente nel 53% dei pazienti studiati. Molti pazienti hanno difficoltà a salire un piano di scale o ad alzarsi dal letto. Seguono la dispnea (o fame d’aria) che è presente nel 43% dei casi e i dolori diffusi (incluso al torace) riferiti nel 25% dei casi.

Molte ipotesi sono state formulate per spiegare le causa di tali sintomi. L’ipotesi più semplice a cui si è subito pensato è l‘alterazione della disponibilità di ossigeno nel sangue dovuta a una riduzione della diffusione polmonare, secondaria a un danno permanente o di lenta risoluzione dell’interstizio polmonare, dovuto alla polmonite virale acuta. Tale ipotesi non convince totalmente. E’ interessante notare che solo una minima parte dei pazienti con Sindrome Post Covid ha avuto una grave insufficienza respiratoria acuta con compromissione polmonare. Tuttavia, i sintomi di tale sindrome, in particolare l’astenia e la fatica, sono presenti anche nei pazienti che hanno avuto sintomi molto leggeri (quali la febbre ) con o senza tosse per alcuni giorni e/o semplici dolori articolari simili a quelli influenzali.

Verosimilmente esiste qualcosa di diverso. Per capire perchè si sviluppa questa Sindrome dobbiamo vedere come il virus attacca le nostre cellule. 

A tal scopo ci aiuta la figura seguente:

 

Come prima cosa il virus attacca e penetra all’interno della cellula (fasi 1 e 2 della figura). In seguito avviene la fase di svestimento: in questa fase il virus libera il suo patrimonio genetico (RNAm) e lo inserisce nei geni cellulari mandando dei ‘falsi messaggi alla cellula per cui la cellula stessa mette a disposizione tutte, o parte, delle sue risorse (energia, strutture citoplasmatiche, molecole come gli amino acidi ), per assemblare nuovi virus detti vironi. (fasi 2, 3, 4 e 5 della figura). In questo modo il Virus ha raggiunto il suo scopo: utilizzare le cellule, cannibalizzandole, per replicarsi.

E’ interessante notare che il virus attacca tutte le cellule del nostro corpo. I sintomi clinici sono prevalentemente polmonari perché entra attraverso il respiro e la prima nostra struttura anatomica che incontra è il polmone. A supporto di tale affermazione dobbiamo ricordare che esistono una serie di sintomi extra-polmonari collegati alla infezione da Covid che riguardano altri organi o sistemi quali: l’intestino, il cuore, il cervello, i muscoli, il sistema cardiocircolatorio, il rene. In aggiunta agli effetti diretti del virus sulle cellule visti in precedenza, dobbiamo ricordare gli effetti indiretti dovuti alla risposta infiammatoria del nostro corpo che il virus causa, detta ‘tempesta (o Storm) citochinica’. Di fatto, sia gli effetti diretti sulle cellule sia la risposta infiammatoria del nostro corpo causato dal virus inducono un effetto deleterio sulle strutture e sul metabolismo cellulare. E’ come se le cellule del nostro corpo funzionassero al 30-50% della loro normale funzione: occorre tempo perché la cellula, se non è uccisa dal virus, ripristini il suo patrimonio sia strutturale sia energetico per ritornare a svolgere le proprie normali attività funzionali/metaboliche.

Come fare per aiutare le cellule a ripristinare le proprie attività? Fondamentalmente attivando le loro vie metaboliche con l’attività fisica e formando le molecole che sono state scippate dal virus, cioè le proteine. Quindi fare riabilitazione motoria adeguata e introdurre supporti nutrizionali di qualità e in quantità adeguati ai bisogni cellulari. Dati scientifici preliminari indicano che l’introduzione di vitamine e di specifiche miscele di singoli amino acidi aiutano le cellule a ripristinare il loro patrimonio metabolico e la loro funzione.

Bibliografia

1) Carfi A. et al. JAMA Agust 2020. Vol 324. N 6.:603-605 2) Fanti F. 2019. Biologia, microbiologia e tecnologie di controllo sanitario. Zanichelli Editore

3) Pasini E. et al. Nutrients 2018. 10. 391

4) Pasini E. et al. Am J Cardiol 2008. 101 (sup):11E-15E