Ictus cerebrale, una malattia doppiamente silente

Pubblicato il 21 Febbraio 2025 in , , da Evasio Pasini
Ictus cerebrale

L’ictus cerebrale è definito “malattia silente”. Questo perché l’informazione si occupa di patologie importanti come l’infarto cardiaco, e raramente riferisce dell’ictus celebrale, che è, invece, la prima causa di invalidità permanente. Ma è malattia silente anche perchè, nella maggior parte dei casi, si presenta senza dolore, e, quindi, non allarma il paziente

Difficilmente si trovano nei media consigli per come identificarlo o quanto meno sospettarlo, in tempi brevi dall’insorgenza dei suoi sintomi e/o segni. Tutti sanno che l’infarto miocardico è caratterizzato dal dolore al petto. Pochi conoscono i sintomi dell’ictus celebrale. Eppure, come per l’infarto del miocardio, è importante riconoscere subito questi sintomi perché il tempo che passa dalla comparsa dei sintomi a quando si interviene è di fondamente importanza per ridurre il danno celebrale.

Malattia silente e quindi più pericolosa

Questa mancanza di attenzione verso l’ictus è forse dovuta al fatto che essa è una malattia senza dolore? Questa patologia è in Italia la principale causa di disabilità permanente, la seconda causa di demenza e la terza causa di morte, rappresentando circa il 10-12% dei decessi totali per anno, seconda solo alla malattia cardiache e ai tumori. In Italia ogni anno vengono colpite circa 200.000 persone e il rischio di essere vittime di stroke (questo il nome inglese dell’ictus) raddoppia ogni 10 anni. Di fatto, considerato l’invecchiamento della popolazione, è possibile stimare che nei prossimi decenni le persone affetta da esiti più o meno severi secondari a stroke saranno oltre un milione, con un marcato incremento dei costi sanitari e una significativa riduzione della qualità di vita di molte persone.

Le cause dell’ictus cerebrale

L’ictus cerebrale si verifica quando il flusso sanguigno al cervello viene interrotto, privando le cellule cerebrali dell’ossigeno e dei nutrienti essenziali. Questa interruzione può essere causata dall’ostruzione o dalla rottura di un vaso sanguigno.

Nel primo caso ci parla di ictus ischemico. Esso è il tipo più comune e rappresenta circa l’85% dei casi di ictus.  L’ictus da rottura del vaso viene definito emorragico e caratterizzato dalla presenza di un versamento di sangue intracranico.

La fisiopatologia di questa malattia fa quindi annoverare la stessa nelle patologie vascolari dovute ad alterazioni dei vasi sanguigni che hanno nei processi aterosclerotici la loro base comune. Questi, infatti, inducono  una riduzione del lume vascolare e/o la formazione di trombi con riduzione/abolizione del flusso sanguigno, associata spesso a indebolimento della resistenza della parete vascolare che causa di rottura della stessa e fuoriuscita dal letto vascolare del sangue causa di emorragia più o meno massiva.

La differenza clinica  è solamente dovuta al vaso sanguigno interessato. Se esso è una coronaria si ha l’infarto del miocardio. Se invece è interessato in vaso celebrale si ha un ictus. Con minore prevalenza, ma mantenendo comunque una prognosi molto severa, si hanno altre malattie quali l’infarto intestinale o renale o polmonare se sono interessate arterie di quegli organi.

 I sintomi dell’ictus celebrale

Nella maggior parte dei casi l’ictus cerebrale si presenta senza doloree non allarma, quindi, il paziente. Se è grave, l’ictus celebrale si manifesta con paralisi di un arto o di entrambi gli arti omolaterali e/o con perdita della parola sino al coma.

Tuttavia, molto spesso, il suo esordio è subdolo, il che può portare a una sottovalutazione dei sintomi, ritardando l’intervento medico e aumentando il rischio di danni permanenti. È, infatti, fondamentale riconoscere immediatamente la presenza di un ictus per poter intervenire in tempi brevi.

Di fatto, il fattore tempo è fondamentale nel determinare la conseguenza dell’ictus. Infatti, oggi si sa che ogni minuto che passa dall’insorgere del danno vascolare circa 1.9 milioni di cellule nervose muoiono, con la perdita di oltre 14 miliardi di contatti tra queste cellule per un totale di circa 12 km di fibre nervose.

Diventa fondamentale, quindi, riconoscere tempestivamente i sintomi minori dell’ictus. Recentemente è stato proposto un metodo semplice per sospettare l’insorgenza di un ictus e sottoporsi al più presto a valutazione medica.

Questo metodo propone l’utilizzo dell’acronimo inglese FAST.

  • F (Face-Viso): possono essere presenti delle alterazioni della mobilità e/o simmetrica del viso
  • A (Arms-Braccia): può essere presente alterazioni del movimento di un braccio o una semplice perdita di forza all’arto stesso
  • S (Speech-Linguaggio) potrebbe risultare difficile formulare anche una frase semplice con un linguaggio confuso e/o con l’uso di parole con un significato non corretto il quel contesto
  • T (Time-Tempo) se si notano uno è più di questi sintomi CHIAMARE IMMEDIATAMENTE I SERVIZI DI EMERGENZA MEDICA.

Altri sintomi da non sottovalutare sono:

  • Debolezza o intorpidimento di una parte del corpo
  • Perdita totale imparziale della visione e/o comparsa di visione doppia (Dipoplia)
  • Perdita di equilibrio e/o vertigini

 

ictus
Fonte: https://it.vecteezy.com/arte-vettoriale/431623-tipi-di-ictus-cerebrale-umano

L’ictus emorragico è caratterizzato inoltre da intensa e improvvisa cefalea.

Da ricordare che spesso i sintomi sono transitori e regrediscono dopo alcune ora o giorni. In questo caso si parla di TIA (Attacco Ischemico Transitorio, con regressione dei sintomi entro 24 ore) o RIND (Attacco Ischemico Reversibile con completa regressione dei sintomi oltre le 24 ore). In entrambi i casi è tuttavia fondamentale ricorrere ad accurate valutazioni mediche perché essi potrebbero essere un prodromo di un episodio ischemico più severo.

Come detto, per ridurre la mortalità e in postumi dell’ictus sono fondamentali una diagnosi e un intervento precoce possibilmente entro i 60 minuti dall’insorgenza dei sintomi. Oggi sono disponibili in molti ospedali Unità Operative specializzate dette Stroke Unit che possono mettere in atto tempestivamente protocolli medici dedicati che prevedono sia la diagnosi immediata sia la terapia appropriata.

L’ictus celebrale è causato da alterazioni anatomo-funzionali dei vasi sanguigni tipiche delle patologie vascolari, dunque. Pertanto, tutti i fattori di rischio che causano danni alle arterie, quali Diabete, Ipertensione, Obesità e/o Dislipidemia vanno identificati e tenuti sotto controllo. Importante è anche un adeguato stile di vita caratterizzato dal movimento fisico e dall’astensione dal fumo.

L’ictus celebrale è una malattia grave e cronica che può modificare in modo significativo la nostra qualità di vita. La sua comparsa, spesso indolore, lo rende particolarmente insidioso.

La conoscenza dei sintomi, anche i più sfumati, può salvare vite e ridurre disabilità. Diventa, quindi, fondamentale divulgare queste informazioni in quanto conoscere e non sottovalutare mai i suoi sintomi consente una diagnosi medica precoce e una rapida azione terapeutica.

Inoltre, la prevenzione, attraverso l’identificazione e la cura dei fattori di rischio vascolari, è la nostra arma più potente per proteggere la salute del nostro cervello.

Per saperne di più- Bibliografia