Nuove prospettive per l’invecchiamento cerebrale e il decadimento cognitivo: dieta, socialità e “plasticità celebrale”

Pubblicato il 2 Maggio 2022 in , , da Evasio Pasini

E’ noto che l’invecchiamento è caratterizzato da decadimento celebrale sia anatomico sia funzionale. Oggi si sa che il volume del cervello si riduce di circa il 5% ogni 10 anni dopo i 40 anni e che i processi di atrofizzazione delle varie strutture che lo compongono e del volume delle singole cellule celebrali (Neuroni)  subiscono una ulteriore accelerazione dopo i 70 anni

Lo stesso vale per la riduzione sia della funzione delle molecole chimiche che mediano la comunicazione tra le varie Cellule e/o Strutture sia del metabolismo  delle cellule stesse,

Da poco tempo le nostre conoscenze hanno reso possibile la comprensione delle cause di queste alterazioni e quindi riescono a consigliare una serie di strategie terapeutico/comportamentali da attuare per rallentare il fisiologico processo degenerativo celebrale.

Dal punto di vista clinico la condizione parafisiologica costantemente presente nell’invecchiamento è la riduzione del fenomeno della memoria.

Di fatto le capacità memoniche sono un processo molto complicato e vengono divise in:

  • Memoria a Breve Termine
  • Memoria a Lungo Termine, a sua volta divisa in: Dichiarativa o Esplicita e Non-Dichiarativa o Implicita.

La Memoria Dichiarativa comprende 2 diverse attività di memorizzazione: la Memoria Semantica, che è la parte di memoria deputata a conservare piccole informazioni acquisite nel corso degli anni quali nomi di colori o di stati e delle loro capitali o delle città principali, e la Memoria Episodica che, invece, memorizza gli episodi della nostra vita.

La Memoria Non-Dichiarativa comprende la memoria così detta Memoria Procedurale che è deputata alla memorizzazione di “come si fanno le cose” o “come si usano gli oggetti”, ad esempio andare in bicicletta o legarsi le scarpe.

Le varie tipologie di memorie sono localizzate in precise aree celebrali. Di fatto, il Lobo Frontale del nostro è la sede della memoria legata ai nostri sensi mentre il Lobo Temporale è la sede dove avvengono i processi tipici della Memorizzazione a Breve e Lungo Termine. In dettaglio, la Memoria Dichiarativa è localizzata medialmente nel lobo in una struttura celebrale detta Ippocampo mentre la Memoria Non-Dichiarativa è localizzata in altre aree celebrali quali il Nucleo Striato e il Cerebellum. E’ importante sottolineare che tutte le Aree Celebrali sono in costante e perfetta connessione le une con le altre attraverso connessioni dette sinapsi così che le strutture attive nei processi di memorizzazione interagiscono con le altre Strutture Celebrali deputate, ad esempio, al pensiero, al movimento, alle sensazioni, al discorso.

Gli studi scientifici dedicati alla memoria hanno dimostrato che le capacità memoniche dell’individuo si riducono linearmente con l’invecchiamento anche se è ormai evidenziato che la Memoria a Breve Termine decade più velocemente mentre la Memoria Procedurale rimane costante nel tempo.

Ma come preservare al meglio le nostre capacità mnemoniche?

Postulato che il decadimento delle Attività Celebrali dipende da fattori Non-Modificabili (Età, Familiarità/Genetica, Sesso) e Modificabili (Stili di Vita, Dieta, Socialità) è pacifico che possiamo intervenire solo sui Fattori Modificabili.

Stili di Vita che evitano l’eccessivo consumo di alcol/fumo e l’eccessiva sedentarietà sono stati identificati tra le abitudini capaci di mantenere a lungo le migliori condizioni celebrale.

Accanto a queste regole generali di vita stanno aumentando le evidenze scientifiche dell’importanza della Dieta. Per mantenere una adeguata attività celebrale sono vivamente consigliate la Dieta Mediterranea e l’uso di particolari molecole naturali, dette Nootrope, contenute in specifici alimenti (come Caffeina, Ginkgo biloba, Ginseng, Tè verde) . Tali sostanze sono in grado di stimolare l’azione di specifici neuromodulatori e/o neuromediatori molecolari celebrali quali la Dopamina, Acetilcolina, Glutamina e/o loro Recettori. In aggiunta, le “Sostanze Nootrope” migliorano anche il metabolismo dei neuroni riducendo lo stress ossidativo ed i processi di necrosi cellulare indotta (detta Apoptosi) in particolare nell’Ippocampo.

Recentemente è stato evidenziato che anche la Socialità del soggetto influenza il decadimento celebrale. L’essere isolati con scarsi legami sociali, sentirsi o essere soli, non avere interessi ha gravi effetti sul sistema immunitario umano con profonde modificazioni delle molecole che regolano l’anatomia e la funzione celebrale con conseguente incremento del decadimento celebrale. Quindi, il rimanere connessi con mondo che ci circonda e coltivare interessi è di fondamentale importanza per mantenere attivo il più possibile il nostro cervello.

Un’altra buona notizia è che non solo esistono strategie in grado di agire positivamente sui Fattori Modificabili, ma che il cervello stesso, durante il processo di invecchiamento, mette in atto delle modificazioni anatomo/funzionali molto particolari dette “Plasticità Cerebrale” che aumentano alcune capacità dell’anziano.

Infatti, solo da pochi anni, grazie a studi di neuroscienza, una giovane branca della neurologia che si avvale delle più moderne tecniche di analisi anatomiche, molecolari e di imaging funzionale, sappiamo che il cervello dell’anziano è in grado di attivare il processo di “Plasticità Cerebrale” modificando i propri circuiti. Questo avviene sia cambiando la struttura anatomica sia la funzione delle cellule celebrali e delle loro connessioni, migliorando così la possibilità di trasmettere i vari segnali elettrici tra le varie cellule celebrali. In aggiunta, è stato inoltre dimostrato che, sebbene più ridotta rispetto al giovane, la rigenerazione dei neuroni (neurogenesi), se stimolata, è presente anche nel cervello dell’anziano in particolare nell’Ippocampo.

Quindi, oggi si sa che il cervello dell’anziano è potenzialmente ancora molto attivo e ha specifiche caratteristiche che vanno attivate e mantenute con un allenamento sia intellettuale sia motorio e che queste continue stimolazioni attivano i processi di “Plasticità Cerebrale” rallentando l’invecchiamento del cervello e permettendo all’Individuo di acquisire conoscenze e svolgere attività ritenute, a torto, appartenenti ad altre fasce di età e quindi fuori dalla portata della persona anziana.

In conclusione, sebbene il decadimento delle funzioni cognitive e mnemoniche sia una situazione inevitabile dell’invecchiamento, oggi conosciamo buona parte delle cause che sono alla loro base.

Svolgere una vita sana, senza eccessi e non sedentaria, mantenendo rapporti sociali, anche attraverso nuove vie comunicative quali quelle telematiche, alimentarsi con una dieta adeguata ricca o implementata con sostanze nootrope aiuta a ridurre e/o rallentare il fisiologico decadimento celebrale e stimola la “Plasticità Cerebrale”.

Tale consapevolezza ha importanti ripercussioni sociali specie nella nostra vita moderna caratterizzata da dinamiche molto veloci e da un rapido sviluppo tecnologico in particolare nel contesto informatico. Questo richiede un costante adattamento se vogliamo che la persona anziana viva una vita di relazione in connessione con il mondo che lo circonda, abbandonando vecchi atteggiamenti di rinuncia e affrontando le nuove sfide ci vengono costantemente poste .


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