Il falso mito dell’eterna giovinezza e l’importanza di un invecchiamento graduale

Pubblicato il 18 Giugno 2024 in , , da Evasio Pasini
Invcchiamento

L’invecchiamento è un processo graduale e continuo di mutazioni naturali che iniziano nell’età adulta. Di fatto, le cellule che compongono i nostri organi e/o sistemi hanno un loro ciclo cellulare ben definito. Nascono, crescono, si dividono e muoiono in base a una precisa regolazione genica

Mantenersi giovani è sicuramente una delle aspirazioni più antiche dell’essere umano. L’esempio letterario forse più noto è il dr. Faust, dramma in versi di Johann Wolfgang von Goethe in cui Faust, brillante studioso e alchimista, desideroso dell’eterna giovinezza, evoca il demone Mefistofele e gli propone un patto per rimanere giovane, vendendogli però l’anima. Oggi se vogliamo mantenerci realistici senza cedere alle lusinghe di certi miti e/o promesse, è indispensabile fare riferimeto alla scienza più attuale e accreditata. Vediamo, dunque, cosa ci dice.

Invecchiare, un processo graduale e continuo

L’invecchiamento è un processo graduale e continuo di mutazioni naturali che iniziano nell’età adulta. Di fatto, le cellule che compongono i nostri organi e/o sistemi hanno un loro ciclo cellulare ben definito. Nascano, crescono, si dividono e muoiono in base a una precisa regolazione genica.

Morendo fanno posto alle altre cellule giovani che nel frattempo hanno iniziato il loro ciclo. Questo ciclo varia nei vari organi/sistemi. Il corretto funzionamento degli organi e/o sistemi dipende dal numero di cellule attive che li compongono. Nell’invecchiamento le cellule che hanno perso la loro capacità di dividersi muoiono e non vengo sostituite. È intuitivo che diminuendo le cellule attive che formano un determinato organo diminuisce anche l’attività dell’organo stesso.

Quasi tutte le funzioni corporee raggiungono il culmine poco prima dei 30 anni di età per poi iniziare un lento,  inesorabile declino. Tuttavia, nonostante questo processo, la maggior parte delle funzioni del nostro corpo rimane adeguata. Questo perché la natura ha progettato/selezionato il nostro corpo con una buona “riserva funzionale”. Questo significa che ogni organo/sistema inizia la propria attività con una capacità funzionale molto elevata. Maggiore, per intenderci, di quella  necessaria per vivere.

Tuttavia, sebbene in grado di poter eseguire le funzioni basali della vita, l’anziano, per ragioni biologiche, ha un ben documento declino funzionale, per cui tale popolazione è meno in grado di gestire e superare situazioni stressogene quali l’intensa attività fisica, gli sbalzi di temperatura e gli stress psicologici.

Prime avvisaglie di invecchiamento: le alterazioni cutanee e la decadenza delle funzioni mentali

La prima cosa che si nota nell’invecchiamento, e forse la cosa che preoccupa di più il soggetto, sono le alterazioni cutanee. La pelle diventa sottile, meno elastica, più secca e rugosa. Questo avviane perché le fibre elastiche che formano la cute (il collageno e l’elastina) subiscono alterazioni chimiche e perdono le loro capacità fisiologiche. Lo strato di tessuto adiposo sottocutaneo si assottiglia, riducendo ulteriormente l’elasticità cutanea oltre che la capacità di mantenere il calore corporeo, rendendo l’anziano più sensibile al freddo.

Anche la decadenza delle funzioni mentali è tipica dell’invecchiamento. È noto che le cellule nervose si riducono con l’aumentare dell’età. Tuttavia, il cervello può parzialmente compensare questa perdita in modi diversi. Di fatto, si possono formare nuovi collegamenti tra i vari neuroni rimanenti. Oppure, come recentemente dimostrato, alcune nuove cellule si possono formare in specifiche aree del cervello.

In aggiunta, è comunque importante sottolineare che la neuro biologia ha dimostrato che il cervello contiene molte più cellule di quelle che servono per compiere la maggior parte delle attività. Questa situazione garantisce che, sebbene il numero di cellule diminuisca annualmente, per molti anni le funzioni celebrali fondamentali, sebbene ridotte, sono mantenute.

Per difendersi dall’invecchiamento, attenzione massima al sistema osteo-articolare e muscolare

Un altro sistema che subisce in modo significativo l’invecchiamento e che genera importanti segni/sintomi clinici è quello osteo-articolare.

Di fatto, è noto che l’invecchiamento riduce la densità di materia ossea. Tale condizione è detta nelle prima fasi osteopenia che diventa osteoporosi nelle fasi più avanzate. Questa condizione causa indebolimento dell’osso e lo rende maggiormente soggetto a fratture anche spontanee. Le cartilagini che formano le articolazioni, rendendo possibili i movimenti tra le varie ossa, si assottigliano e non scorrono al meglio le une sulle altre, limitando l’uso delle articolazioni, causando anche dolore (artrosi) e/o infiammandosi facilmente (osteoartrite).

Strettamente collegato al sistema osteo-articolare e fondamentale per mantenere una adeguata qualità della vita è la quantità e la qualità dei muscoli scheletrici. I dati a nostra disposizione indicano che sia la massa sia la forza muscolare tendono a ridursi dopo i 30 anni. Tuttavia, la maggior parte degli anziani conserva massa e forza muscolare per godere di  una adeguata qualità di vita se non sopraggiungono patologie specifiche. È stato evidenziato, infatti, che in una persona anziana per compensare la massa muscolare persa durante ogni giorno di inattività e di riposo a letto, anche in assenza di patologie severe e gravemente ingravidanti, occorrono anche due settimane di riabilitazione motoria. Due settimane di attività motoria per ogni giornata di inattività e riposo forzato!

La massa muscolare persa nel tempo viene sostituita da tessuto metabolicamente e funzionalmente “meno nobile”: il tessuto adiposo. Infatti, nella stessa persona, all’età di 75 anni il tessuto adiposo raddoppia rispetto alla quantità presente durante la giovane età.

Per contrastare l’invecchiamento, l’importanza delle attività di relazione, come vista e udito

A compromettere la qualità della vita nell’anziano sono attività di relazione quali la vista. Parti anatomiche dell’occhio subiscono, infatti, alterazioni importanti causate dal processo di invecchiamento. Il cristallino si irrigidisce, diventa più denso e ingiallisce, causando la patologa detta cataratta. L’occhio interno produce meno fluido, causando secchezza oculare. La pupilla di irrigidisce e reagisce in modo più lento alla luce. Le cellule oculari anziane, in particolare quelle nervose, perdono inoltre la capacità di identificare i dettagli visivi con alterazioni nella stima della profondità e maggior difficoltà nella stima delle distanze. Un problema significativo per chi guida l’auto. Inoltre, gli anziani possono vedere minuscoli punti che si muovono all’interno del loro campo visivo detti miodesopsie o “Mosche Volanti”. Tali sintomi, sebbene spesso causano notevole fastidio e preoccupazione, non sono sinonimo di gravi alterazioni oculari e sono dovute a piccole solidificazione del liquido oculare.

Anche gli altri organi di senso, quali le orecchie, subiscono alterazioni irreversibili nell’invecchiamento non solo dovute ad alterazioni cellulari intrinseche ma, spesso, anche come risultato di situazioni stressogene quali i forti rumori. Nell’anziano non solo può essere presente l’ipoacusia (o sordità) ma anche il non sentire e/o distinguere suoni acuti. Tipico è non apprezzare alcuni virtuosismi sonori specie di alcuni strumenti quali il violino.

Anche i sensi del gusto e dell’olfatto si riducono dopo i 50 anni per alterazioni degli organi deputati alla loro gestione.

Con l’avanzare dell’età, infatti, la sensibilità delle papille gustative della lingua e la salivazione si riducono, contribuendo a a ridurre la percezione dei gusti degli alimenti e il rivestimento epiteliale e le relative terminazioni nervose del naso si assottigliano con riduzione della percezione degli odori.

Invecchiamento

Lo stesso decadimento funzionale avviane in altri organi e/sistemi.

A livello del sistema cardiovascolare si notano alterazioni cellulari e molecolari tali da causare un irrigidimento sia dei vasi sia del cuore. Tali organi risultano meno distendibili e quindi meno responsivi ai continui adattamenti fisiologici, indotti dagli stimoli nervosi e ormonali, necessari per garantire una adeguata funzione del sistema.

Anche il sistema respiratorio è significativamente alterato nell’anziano. I muscoli coinvolti nella respirazione, quali il diaframma e gli intercostali, si indeboliscono e il tessuto connettivo dei polmoni diventa meno elastico e polmoni più rigidi.  Pertanto, i movimenti respiratori diventano meno efficaci e gli scambi gassosi tra sangue e aria sono alterati con il risultato finale che la capacità di ossigenare il sangue e di liberarlo dalle sostanze di rifiuto, quale l’anidride carbonica, è marcatamente compromessa.

I reni tendono a diventare più piccoli e a perdere le unità filtranti compromettendo la capacità di espellere le scorie prodotte dal nostro metabolismo.  L’invecchiamento compromette anche gli altri organi del sistema escretore. Il volume della vescica si riduce e l’attività degli sfinteri che regolano la minzione è compromessa. Nelle donne l’uretra (canale che trasporta l’urina dalla vescica all’eterno) si assottiglia e il pH vaginale si altera aumentando il rischio di infezioni. Nell’uomo la prostata tende a incrementare il suo volume, impedendo il passaggio di urina e quindi alla vescica di svuotarsi completamente. Queste alterazioni si evidenziano clinicamente con sintomi quali la minzione con meno getto, la necessità di urinare spesso e lo sgocciolamento involontario al termine della minzione.

È meno noto che i sistemi endocrino/ormonale, immunitario ed emopoietico (produzione degli elementi cellulari del sangue) sono marcatamente compromessi nell’invecchiamento. Tali sistemi sono fondamentali per regolare la vita delle cellule. Il sistema endocrino produce gli ormoni che sono le molecole che regolano il metabolismo dell’individuo. Il sistema immunitario, e in parte l’emopoietico, gestisce invece la componente infiammatoria di difesa. Essa è di fondamentale importanza perché protegge l’individuo dall’attacco di elementi esterni (esempio, batteri, virus, altro) ma, se è mal regolata, può essere causa di patologia autoimmuni riconosciute tra le cause di molteplici patologie. Tale fenomeno è così importante che oggi è stato coniato un nuovo termine medico per definire l’attivazione del sistema immunitario indotto dalla senescenza: “immunonoaging

Tra i sistemi meno compromessi dall’invecchiamento dobbiamo ricordare il sistema digerente nel suo insieme composto da: stomaco, fegato, pancreas e intestino in quanto anche in età avanzata gli organi di questo sistema mantengono una adeguata funzione.

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