RIDURRE DEL 40% LE CALORIE ALLUNGA LA VITA FINO A 3 ANNI

Pubblicato il 16 Novembre 2011 in , da Vitalba Paesano
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I prossimi 30 novembre e 1° dicembre si svolgerà a Milano il 3° International Forum sulla Nutrizione, organizzato dal Barilla Center of Food. Un’occasione imperdibile per seguire il meglio che la scienza può dirci in tema di alimentazione, ambiente, sostenibilità. Tra i temi affrontati anche “Longevità e benessere: il ruolo dell’alimentazione“, un argomento che ci riguarda direttamente.

La relazione sarà a cura  del professor Alexandre Kalache che ha esperienze e competenze significative a livello internazionale grazie alla sua attività come Direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dal 1994 al 2008. (Durante questo periodo ha promosso la conoscenza dell’Assistenza Sanitaria in età avanzata e della Gerontologia attraverso la diffusione di informazioni, progetti di formazione e ricerca, istituendo nel 2002 l’Active Ageing Policy Framework). Alexandre Kalache ha competenze sui temi legati all’invecchiamento, in particolare sull’assistenza agli anziani, l’epidemiologia dell’invecchiamento, la promozione della salute, gli atteggiamenti culturali verso l’invecchiamento.

Tra le sue relazioni, in attesa di seguire quella di giovedì 1 dicembre ore 16.45 (info www.barillacfn.com) , proponiamo qui  l’estratto di un celebre contributo del prof. Kalache dello scorso settembre, sempre per il Barilla Center for Food.

RIDURRE DEL 40% LE CALORIE ALLUNGA LA VITA FINO A 3 ANNI, IN PIÙ GRAZIE AD ALIMENTAZIONE SANA

Anche se i meccanismi alla base dell’effetto anti-invecchiamento attribuibili alla restrizione calorica sono complessi e non del tutto chiari, numerosi studi e ricerche su animali hanno dimostrato che una riduzione dell’apporto calorico nell’organismo rallenta i processi di invecchiamento e potenzia i sistemi dedicati alla riparazione del danno.  Le stime delle Nazioni Unite dicono che nel 2025, la popolazione mondiale raggiungerà gli 8 miliardi di abitanti, a causa dell’aumento generale dell’aspettativa media di vita. L’aspettativa di vita alla nascita, infatti, è quasi raddoppiata negli ultimi 100 anni, passando dai 45 anni di fine Ottocento ai circa 80 del 2010. Il progressivo allungamento delle aspettative di vita media a livello globale, unito al crescente invecchiamento della popolazione occidentale ha reso necessaria una riflessione sull’importanza di invecchiare mantenendo un buono stato di salute. I dati più recenti, infatti, indicano che l’80% degli over 65 è affetto da almeno una patologia cronica, e il 50% affetto da due o più malattie, con forti ripercussioni anche in termini di costi sociali di cui i Paesi si devono fare carico: si stima che solo in Italia la spesa sostenuta ogni anno in terapie e cure per patologie cardiovascolari, diabete e tumori sia di 40 miliardi di Euro, pari a circa 700 euro a testa, mentre negli USA superi i 700 miliardi di dollari.

Una riduzione dell’intake calorico, fino al limite del 40%, potrebbe estendere la longevità media e massima: numerosi studi effettuati su roditori, la cui longevità massima è di circa 39 mesi, hanno infatti dimostrato come l’incidenza di un’ampia gamma di malattie (tumori, disturbi cardiovascolari, diabete, disturbi renali, disturbi autoimmunitari, degenerazione oculare) sia notevolmente ridotta negli animali sottoposti a restrizione calorica. L’applicazione di regimi di restrizione calorica ha consentito di estendere la longevità massima dei topi da 39 a 56 mesi, che in proporzione corrisponderebbero a 158 anni umani (la longevità massima degli esseri umani è di circa 120 anni). Inoltre, i topi più longevi risultano essere più giovanili nell’apparenza, nelle abilità fisiche e mentali e dimostrano una superiore resistenza allo stress e alle malattie. Al momento le evidenze scientifiche non permettono di consigliare la restrizione calorica in persone che hanno un peso normale, mentre è altamente consigliabile nelle persone in sovrappeso o obese: è sufficiente una riduzione del peso del 5-10% per migliorare il quadro metabolico/ormonale e ridurre significativamente il rischio cardiometabolico e tumorale nei soggetti obesi. Una riduzione media del peso corporeo di circa il 7%, inoltre, in situazioni di sovrappeso e obesità, può incidere positivamente e significativamente sulla riduzione della possibilità di contrarre il diabete di tipo 2. Una dieta equilibrata e uno stile di vita sano possono pertanto essere alla base di un allungamento medio della vita pari a 3,3 anni rispetto agli individui che adottano abitudini alimentari sbagliate.