Si è svolto in questi giorni a Roma, presso la Biblioteca del Senato, il Convegno “I primi 25 anni del ROI: il riconoscimento, la formazione e la ricerca scientifica. Storia di un progetto che ci unisce all’Europa”, organizzato per festeggiare il 25° Anniversario del ROI, il Registro degli Osteopati d’Italia, associazione più rappresentativa del settore in Italia. Il Ministro della Salute On. Beatrice Lorenzin ha fatto pervenire il suo supporto al Registro, rimarcando come il ROI sia stato uno dei principali artefici della crescita dell’osteopatia in Italia, soprattutto in un’ottica di tutela dei pazienti.
“Desidero esprimere il mio apprezzamento per questa importante giornata che, sono convinta, rappresenterà un’occasione unica per ripercorrere le principali tappe della “vita” del Registro degli Osteopati d’Italia e per ricordare il ruolo strategico che lo stesso svolge a garanzia e tutela degli utenti dell’osteopatia – scrive il Ministro Lorenzin in una lettera indirizzata al Presidente del ROI – Di certo, se sono stati compiuti grandi passi nell’ambito di questo settore si deve anche alla Vostra preziosa collaborazione e all’impegno che incessantemente mostrate per rendere migliore la qualità delle prestazione rese e dei servizi erogati.”
Le parole della Lorenzin si inseriscono in un periodo cruciale per il settore che chiede a gran voce di essere regolamentato a partire dal riconoscimento come professione sanitaria autonoma, rafforzando gli obiettivi del Registro nonostante le polemiche sollevate negli ultimi giorni dalle altre professioni sanitarie che temono erroneamente di essere private di spazi.
“Ormai è chiaro a tutti che l’osteopatia non si definisce per un insieme di tecniche come avviene per la medicina manuale, ma è una professione con una identità autonoma con un approccio clinico basato su diagnosi osteopatica, piano di trattamento con tecniche manuali e prognosi osteopatica – ha spiegato Paola Sciomachen, Presidente del ROI – L’osteopatia occupa quello spazio lasciato vuoto dalla medicina allopatica e dalla fisioterapia ed opera fra la patologia e la riabilitazione conseguente alla patologia – ha proseguito – L’osteopatia interviene su tutti quei pazienti che normalmente prendono farmaci per sintomi algici che sono da riferirsi alla manifestazione della disfunzione somatica (non a patologia), sulla quale si può intervenire ristabilendo, con specifici interventi manuali, una armonia fra i sistemi che mantengono lo stato di salute – ha concluso – Per questo noi chiediamo che venga riconosciuto all’osteopata un profilo professionale con competenze, conoscenze e abilità adeguate a svolgere in autonomia una professione sanitaria per la quale si ritiene necessaria una formazione universitaria di cinque anni a ciclo unico.”