Oggi la tecnologia laser di ultima generazione apre nuove prospettive a coloro che intendono ricorrere all’intervento di chirurgia refrattiva: iLASIK®è un innovativo trattamento, sviluppato da Abbott, che consente una correzione personalizzata dei difetti visivi, in un’unica procedura laser sicura e comprovata. La tecnologia personalizzata combinata con il laser ad eccimeri e quello a femtosecondi è considerata all’avanguardia con oltre 20 anni di esperienza e più di 15 milioni di interventi eseguiti in tutto il mondo.
Circa il 28% della popolazione italiana è affetto da miopia a tutti i livelli e circa nell’80% dei casi si tratta di miopie lievi e moderate (sotto le 8 diottrie)
“Prima di procedere all’intervento è importante una corretta visita pre-operatoria per la valutazione del grado del difetto, ad esempio nel caso della miopia bisogna prendere in considerazione lo spessore corneale del paziente: fino a 6-7 diottrie trattiamo la maggior parte dei casi, oltre è bene valutare caso per caso. – afferma Alessandro Galan, Primario Ospedale Sant’Antonio di Padova, Presidente della SOT (Società Oftalmologia Triveneta) – La presenza di altre patologie oftalmologiche è un ulteriore fattore importante da valutare. Nel caso di un paziente con glaucoma o cataratta è necessario intervenire prima su queste patologie e, solo in un secondo momento, si può pensare alla chirurgia refrattiva. Anche il diabete può rappresentare una controindicazione in quanto può provocare alterazioni refrattive e dare origine a patologie importanti dell’occhio, a volte, anche la cecità”.
Nella procedura iLASIK® il laser a eccimeri agisce negli strati profondi della cornea, ma il laser a femtosecondi crea il flap corneale in assenza di lama. Questo consente di effettuare tagli di estrema precisione. Inoltre l’utilizzo della tecnologia Advanced CustomVue e dell’aberrometro consente di tracciare una mappa 3D delle singole caratteristiche e imperfezioni dell’occhio del paziente, un vero e proprio studio oggettivo della qualità visiva che valuta la presenza e l’entità delle aberrazioni oculari.
“Ogni occhio ha una sua anatomia che può essere paragonata ad un’impronta digitale, mentre il laser è standard. – afferma Scipione Rossi, Primario microchirurgia oculare Ospedale San Carlo di Nancy di Roma e Vicepresidente AICCER (Associazione Italiana di Chirurgia della Cataratta e Refrattiva) – Le tecnologie attuali ci permettono di determinare tutte le caratteristiche individuali della visione attraverso una serie di esami pre-operatori che consentono un trattamento completamente personalizzato sulle necessità dello specifico occhio, donando al paziente importanti vantaggi nella qualità della visione. Questa innovativa procedura consente inoltre un recupero visivo molto più veloce rispetto alle tecniche tradizionali: i disturbi irritativi (bruciore, sensazione di corpo estraneo) sono limitati ad una o due ore dopo l’intervento”.
Quando è il momento giusto per operarsi?
“L’oculista specializzato fornirà tutte le informazioni, in linea di massima possiamo dire che è necessario che l’occhio abbia terminato il suo sviluppo e che il difetto sia stabile da almeno un anno. Inoltre non devono essere presenti patologie dell’occhio come il cheratocono o lo spessore corneale insufficiente”. – conclude Rossi.
Scipione Rossi
Primario microchirurgia oculare Ospedale San Carlo di Nancy di Roma e Vicepresidente AICCER (Associazione Italiana di Chirurgia della Cataratta e Refrattiva), Professore a contratto per Università Campus Bio-Medico di Roma
Alessandro Galan
Primario Ospedale Sant’Antonio di Padova, Presidente della SOT (Società Oftalmologia Triveneta) e Vicepresidente dell’AIMO (Associazione Italiana Medici Oculisti)