Uscire di casa senza accorgersene o lasciare i fornelli accessi. Sono solo due dei comportamenti tipici di un malato di Alzheimer. Il sistema “Hope” (Smart Home for Elderly People) è la nuova piattaforma integrata nata nell’ambito del progetto Europeo di Ambient-Assisted Living volto ad implementare le più moderne tecnologie a favore degli anziani, per migliorare il loro stile di vita e renderli più autonomi il più a lungo possibile. É dotato di sensori senza fili installati in diversi luoghi della casa che tengono sotto controllo gli spostamenti dell’anziano. Se viene rilevata, ad esempio, una fuga di gas invia immediatamente un segnale di pericolo. Il dispositivo genera però due allarmi: uno indirizzato ai caregivers, l’altro alla persona stessa. Questo per tenere allenate le capacità mentali residue del paziente. Ma non è finita qui. Tra le meraviglie che “Hope” riesce a compiere ci sono anche “ gesti più umani”. È in grado, infatti, di ricordare all’interessato di bere acqua, di prendere le medicine o di praticare esercizio fisico. Con l’obiettivo di aumentare la sua indipendenza evitando la perdita di funzionalità. Quando poi il congegno rileva un problema (come un attacco di panico da parte del paziente) gli parla, accende la musica o la televisione ed avverte immediatamente la persona di riferimento. Testato, fino ad ora, solo in residenze per anziani, oltre ai sensori, come dispositivi per l’installazione non richiede altro che un computer, una connessione internet e un server centrale di gestione dei dati. Uno strumento quanto mai indispensabile ideato da un team di spagnoli, greci e italiani.