Il livello di allarme è a un passo: l’indice RT che misura il rischio di contagio Covid è salito allo 0,99. Si conferma dunque il trend già evidenziato nelle ultime settimane, che hanno visto prima uno stop alla fase di miglioramento della curva e poi una nuova risalita. Le conseguenze sulla collocazione cromatica delle Regioni vedono il passaggio in zona arancione di Emilia Romagna, Campania e Molise, mentre Lombardia e Lazio restano in zona gialla. L’ordinanza del ministero della Salute sulle nuove fasce di rischio delle Regioni è in vigore da domenica 21 febbraio.
Regole Covid
Ricordiamo intanto che i prossimi giorni vedranno con ogni probabilità l’approvazione di nuove norme anti Covid: il divieto di spostamenti fra Regioni, che riguarda l’intero territorio nazionale, scade il 25 febbraio. E il Dpcm sulle norme anti Covid del 14 gennaio scorso è invece valido fino al 5 marzo. Quindi, Lunedì 22 febbraio il Governo ha convocato per le 9:30 un Consiglio dei Ministri per emanare un provvedimento anti Covid (sarà un Decreto Legge). Sicuramente si affronterà anche il tema chiusure regionali (si va verso un’ulteriore proroga).
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Situazione Covid: report ISS
In base al report dell’Istituto Superiore di Sanità, la situazione peggiora. La settimana scorsa l’indice RT era pari a 0,95%, nelle due settimane precedenti 0,84%. Dunque, un quadro in generale peggioramento. Ricordiamo che il livello di guardia è pari a 1, sopra il quale c’è una netta accelerazione dei contagi. In termini semplici, l’RT segnala a quante persone viene trasmesso il virus per ogni contagiato. Quando è superiore ad 1 avverte che la malattia si sta diffondendo più velocemente. Di fato, il monitoraggio settimanale segnala una «graduale incremento nell’evoluzione epidemiologica» e un «peggioramento nel livello generale del rischio». L’indicazione pratica: evitare «tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie» e «rimanere a casa il più possibile».
La variante inglese
Nei giorni scorsi l’ISS ha pubblicato anche la relazione tecnica della prima indagine sulla variante inglese del virus SARS-CoV-2, condotta assieme al Ministero della Salute ed ai laboratori regionali. In base a quanto emerso, in Italia la stima di prevalenza di questa variante dl virus originale è pari al 17,8%. Il problema di fondo è la sua maggiore trasmissibilità, mentre in termini di vaccinazioni, al momento, non ci sono prove di una minore efficacia nei confronti del Covid mutato.
Campagna vaccini
Sullo sfondo, la campagna vaccinale che sta entrando nel vivo un po’ in tutta Italia, con le somministrazioni agli over 80 avviate in diverse regioni e quella agli insegnanti, alle forze dell’ordine e alle altre categorie di soggetti posti in fascia 6 ma considerati come a rischio contagio per o prospettivi contesti lavorativi. Tuttavia è ancora troppo presto per valutare un impatto sull’andamento dei contagi, che potrà verificarsi soltanto quando ci sarà almeno una metà della popolazione già vaccinata.
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Mappa Regioni
Ci sono dieci Regioni con un RT superiore a 1: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Molise, Toscana, Umbria, province di Trento e Bolzano, mentre la Puglia è esattamente a quota 1. Le aree dove l’indice RT è più basso sono Sicilia (0,73), Calabria (0,76) e Sardegna (0,77). Il livello di rischio è alto in Umbria, moderato in 12 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Molise, la provincia autonoma di Bolzano e quella di Trento, la Toscana e la Valle d’Aosta), di cui 6 a rischio peggioramento delle prossime settimane. Fra i dati positivi, il numero di posti letto nei reparti Covid, che è in diminuzione. Ma il report segnala un rischio di peggioramento in arrivo.
Sui passaggi cromatici la retrocessione in zona arancione di Emilia Romagna, Campania e Molise. Resterebbero quindi in zona gialla Calabria, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Valle d’Aosta, Veneto. Restano le zone rosse locali in Umbria e Abruzzo. In realtà, per la Val d’Aosta si è parlato anche di possibile promozione in zona bianca, ma l’RT pari a 0,92% potrebbe essere troppo alto (in ogni caso, la Regione ha molti parametri da zona bianca che, lo ricordiamo, non prevede particolari misure anti Covid oltre al distanziamento sociale e all’obbligo di mascherine).