Quando la lista degli acciacchi quotidiani si allunga, è facile ricorrere all’automedicazione attraverso i farmaci da banco, che non hanno bisogno di prescrizione medica e che si possono trovare non solo nelle farmacie ma anche nella grande distribuzione. Evitare il medico per un raffreddore, un mal di testa, un po’ di febbre va bene, purchè non si confonda l’automedicazione con la cura fai-da-te: con la salute non si può scherzare. Tra i farmaci in commercio per l’automedicazione, i più venduti sono quelli da raffreddamento, con 109 milioni di confezioni erogate; seguono le medicine per l’apparato digerente (oltre 69 milioni di confezioni) e analgesici (oltre 65 milioni). Numeri consistenti, che aprono anche al problema dell’abuso di questi medicinali: l’automedicazione non deve trasformarsi in uno strumento di medicalizzazione. Va detto, comunque, che questi farmaci approdano sul mercato dopo l’autorizzazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco e il loro dosaggio è inferiore a quello presente negli analoghi farmaci sottoposti a prescrizione medica. Ma come possiamo stabilire per quanto tempo e in quali casi assumere le medicine da banco senza creare rischi per la nostra salute? Senza dubbio bisogna ricorrere all’automedicazione solo per disturbi lievi e transitori che si conoscono bene e per un periodo di tempo che va dai 3 ai 7 giorni. Se i sintomi persistono o compaiono nuovi disturbi è necessario interrompere immediatamente la terapia e consultare il proprio medico. Bisogna poi verificare che la confezione riporti il “bollino rosso” con una piccola croce e una faccina che sorride al centro, che contraddistingue i farmaci senza obbligo di prescrizione. Leggere sempre le istruzioni del foglietto illustrativo e verificare con il medico o il farmacista se il farmaco scelto può essere assunto contemporaneamente ad altri medicinali che si stanno prendendo. Diffidare del passaparola è un’altra buona regola da seguire: un farmaco efficace per una persona può infatti non essere indicato per un’altra.