Un esercito di cicciottelli ha invaso l’Italia, secondo la stima del Progetto Nazionale OKkio alla SALUTE, coordinato dall’ISS-Istituto Superiore della Sanità: il 22,2% dei nostri bambini è in sovrappeso e il 10,6% obeso. Del fenomeno e delle possibili soluzioni si occuperà Obesity Week (www.obesityweek.info), la VII Settimana per la Prevenzione dell’Obesità e per un corretto Stile di Vita, che si svolgerà a Parma da sabato 4 ottobre a sabato 11, organizzata dal professor Leone Arsenio (medico nutrizionista e docente presso l’Università di Parma) e dal dottor Federico Cioni (responsabile della Casa Editrice Scientifica Mattioli 1885 di Fidenza).
Gli esperti segnalano la grande diffusione tra i bambini di abitudini alimentari scorrette che possono favorire l’aumento di peso: il 9% dei piccoli salta la prima colazione e il 31% non la fa in maniera adeguata (perché sbilanciata in termini di carboidrati e proteine); il 65% consuma una merenda di metà mattina abbondante, mentre il 22% dei genitori dichiara che i propri figli non mangiano quotidianamente frutta e/o verdura e il 44% assume abitualmente bevande zuccherate e/o gassate. «Il 60-70% dei bambini obesi resta tale da adulto, con maggiori probabilità di sviluppare patologie come il diabete e le malattie cardiovascolari», commenta il professore, «Perciò è importante prevenire, correggendo la dieta errata dei bambini e istruendoli a comportamenti più sani, ma senza atti proibitivi o punizioni. Nell’alimentazione dei piccoli è bene non introdurre troppi grassi, zuccheri e carne, che andrebbe consumata due o tre volte alla settimana, mentre sono da preferire frutta e verdura».
Dai dati di OKkio alla SALUTE, anche i valori dell’inattività fisica e della sedentarietà dei piccoli italiani risultano elevati: il 18% dei bambini pratica sport per non più di un’ora a settimana, il 17% non ha svolto attività fisica il giorno precedente l’indagine, il 44% ha la TV in camera, il 36% guarda la TV e/o gioca con i videogiochi per più di 2 ore al giorno e solo un bambino su 4 si reca a scuola a piedi o in bicicletta; a proposito, sottolinea il pediatra: «La sedentarietà infantile è un fattore principale del sovrappeso, visto l’accumulo giornaliero di calorie a causa dello sbilancio energetico tra entrate e uscite. Il meccanismo è reversibile se il bambino pigro viene convinto a fare esercizio fisico costante. Anche in fascia pediatrica, quando il peso non ritorna normale, si possono manifestare ipertensione e diabete di tipo 2, che in passato non si presentavano in età infantile. Comunque un piccolo obeso può incorrere in altre conseguenze: ormonali (ad esempio, uno sviluppo puberale precoce), articolari (con disturbi alle articolazioni per l’eccesso di peso) e respiratorie (con asma)».
L’avanzata dei grassottelli è a livello mondiale, anche in Nazioni insospettabili, come evidenzia il professor Sergio Bernasconi: «Per la prima volta in India il numero di obesi supera quello dei denutriti! Ma la cattiva alimentazione, che è in rapporto con problemi di qualità e quantità dei cibi e provoca ripercussioni sull’organismo soprattutto dei più piccoli, è in aumento anche nei Paesi sviluppati, come il nostro, probabilmente a causa della crisi economica». Occorre arginare l’inondazione di bambini “extra large”, studiando rimedi efficaci, come si propone di fare Obesity Week, la VII Settimana per la Prevenzione dell’Obesità e per un corretto Stile di Vita, dal 4 all’11 ottobre, a Parma.