Il cibo è una fonte di sostentamento necessario per la vita e allo stesso tempo una ricchezza da condividere con le persone più care. Le abitudini di vita sono profondamente cambiate negli ultimi cinquant’anni e similmente anche il cibo e il modo di alimentarsi si è modificato. Se un tempo le problematiche maggiori erano legate alla carenza di cibo, oggi, una grossa parte delle patologie della società sono legate al paradossale eccesso di nutrienti. L’alimentazione è considerata, infatti, dall’ OMS uno dei più importanti fattori di rischio per le patologie cardiovascolari, oncologiche e metaboliche: i “killer” più attivi.
Il paradosso dell’alimentazione moderna si esprime non soltanto in termini di eccesso, ma purtroppo anche in termini di carenza. L’industrializzazione dei processi agricoli, da un lato ha migliorato le tecniche produttive ottimizzando tempi e costi, ma dall’altra parte ha impoverito notevolmente la qualità degli alimenti.
Un pezzo importante degli alimenti è costituita dai cosiddetti “micronutrienti “ ovvero sostanze presenti in piccole quantità necessarie per la salute dell’individuo. Minerali, vitamine e acidi grassi essenziali costituiscono infatti elementi necessari al corretto metabolismo. Se da un lato alimentazione moderna è troppo ricca di calorie questa risulta scarsa e povera in micronutrienti : possiamo pensare per esempio alla carenza molto diffusa di magnesio, vitamina D o di omega 3.
Un terzo aspetto che incide fortemente sulla qualità del cibo è legato alla necessità di conservare nel tempo le preparazioni alimentari. Purtroppo additivi e conservanti alimentari non sono sempre così salutari e il consumo nei Paesi occidentali sta aumentando sempre di più di anno in anno (la stima è che un europeo consumi più di 4 kg di additivi alimentari all’anno!). Se molti additivi sono completamente innocui altri possono più dare problematiche di sensibilizzazione o reazioni infiammatorie da accumulo.
Il problema della conservazione del cibo genera poi un’altra conseguenza molto importante sulla salute. Gli alimenti freschi , soprattutto la frutta e la verdura, apportano una quantità importante e necessaria di batteri al nostro sistema digerente : i famosi probiotici. Il mancato consumo di alimenti freschi e crudi porta nel tempo all’alterazione strutturale del microbiota intestinale peggiorando notevolmente la funzione del sistema immunitario.
La sana nutrizione supera abbondantemente il concetto di calorie. La visione salutista del cibo, che vuole considerare l’effetto benefico degli alimenti, deve per forza considerare un aspetto: la qualità.
La qualità del cibo significa:
- Evitare di utilizzare sostanze dannose per la coltivazione. L’agricoltura BIO o la piccola produzione da orto possono essere delle risposte sicure
- La stagionalità nel consumo degli alimenti: evitare la conservazione degli alimenti genera dei prodotti di gran lunga migliori
- La cottura degli alimenti: la scelta della preparazione del cibo rappresenta la parte finale dell’effetto sulla salute.
Una banale regola per avere un’idea della qualità del cibo: guardiamo le etichette! La quantità di ingredienti nella lista deve essere limitata. Un buon alimento non ha bisogno di troppi additivi per essere appetibile.
Sta nascendo un nuovo paradigma rispetto alla classica la nutrizione : non si deve soltanto pensare solo all’apporto di grassi proteine e zucchero, ma si dovrebbero prendere in considerazione tutti gli aspetti che coinvolgono la salute dell’individuo. In questa modo il cibo può trasformarsi in uno strumento efficace di prevenzione delle più diffuse patologie della società moderna. La salute è una scelta consapevole e conoscenza è alla base della consapevolezza.
Bibliografia di approfondimento
Dr Cristian Testa- Medico, Biologo
Direttore Sanitario del Laboratorio specializzato in Microbiologia e Virologia Functionalpoint srl – Bergamo –