Tipologia e caratteristiche dei modelli di alimentazione normalmente praticati possono esercitare un’influenza decisiva sullo stato di salute dei cittadini. L’età incide notevolmente sul rapporto tra abitudini alimentari e benessere fisico.
Il calcolo dell’indice di massa corporea, così come viene definito dall’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità), consente di classificare lo stato fisico in termini di Normopeso, Sottopeso, Sovrappeso e Obesità, con i conseguenti livelli di rischio correlati.
Dall’elaborazione dei dati acquisiti nel corso dell’indagine si evince che circa quattro over 50 su dieci risultano sovrappeso e più del 10% in stato di obesità; un numero esiguo, pari a meno del 3%, è invece sottopeso. Circa il 45% del totale dei soggetti oggetto di analisi, infine, non ha problemi specifici connessi con il proprio peso.
I problemi di sovrappeso e obesità interessano maggiormente le donne e gli individui al di sotto dei 75 anni. Tra gli “over 75” risultano relativamente più numerosi i casi di soggetti sottopeso.
Tra le fasce anziane della popolazione si registra dunque l’esistenza di un numero circoscritto di casi di sottonutrizione e sottoalimentazione. La presenza di problemi riconducibili al peso eccessivo risulta invece essere molto diffusa presso fasce rilevanti di popolazione in età avanzata.
Si può affermare, in effetti, che la maggior parte della popolazione anziana sia soddisfatta del proprio stile di alimentazione: quasi tutti ritengono di avere abitudini alimentari adeguate alle proprie condizioni fisiche, sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo. Poco meno del 10% ritiene di mangiare spesso troppo pesante, mentre meno del 5% pensa di essere sottoalimentato.
Tale percezione di adeguatezza è più diffusa tra gli over 50 che mangiano in compagnia di amici e familiari; in questi casi si rileva del resto anche una tendenza più accentuata ad assumere cibo eccessivamente pesante. Tra coloro che consumano i pasti da soli, viceversa, viene registrata la presenza di un numero più elevato di soggetti che ritiene di mangiare troppo poco.
Secondo il parere di circa i 2/3 degli intervistati, i comportamenti di consumo e le diete alimentari normalmente praticate non esercitano alcun effetto negativo sulle proprie condizioni di salute. In circa il 15% dei casi, invece, le abitudini alimentari sono percepite come la causa principale dell’esistenza di un’alterazione dei valori del colesterolo e dei trigliceridi; per più del 10% la cattiva alimentazione è invece all’origine dell’alterazione della pressione arteriosa. Solo per una quota del tutto trascurabile di over 50, infine, errate abitudini alimentari sono responsabili del riacutizzarsi di malattie croniche.
Dai risultati del sondaggio emerge, quindi, la presenza di una quota di gran lunga maggioritaria di popolazione che considera le proprie abitudini alimentari adeguate e salutari. Ovviamente le informazioni rilevate concernono la percezione degli over 50 sul tema dell’alimentazione: tale auto-valutazione potrebbe dunque discostarsi in parte dalle condizioni effettive.