Nei giorni scorsi ho partecipato alla “IV Quarta Conferenza Nazionale sulla TV Digitale Terrestre” nel corso della quale ho appreso tutta una serie di informazioni su questo nuovo modo di trasmettere i programmi televisivi che, volenti o nolenti, rappresenta una piccola rivoluzione pacifica nella quale tutti noi italiani abbiamo iniziato ad essere coinvolti nell’ottobre 2008 e si concluderà nel 2012.
Nel corso di questo periodo, con una rigida programmazione nel tempo, tutti i nostri televisori dovranno subire una modifica se vogliamo continuare a vedere Pippo Baudo e Mike Buongiorno.
Ho deciso di scrivere questa nota per cercare di dissipare agitazioni e palpitazioni che le due righe precedenti potrebbero aver provocato e per evitare che qualche “venditore interessato” provochi scelte non necessarie in persone non completamente informate su i dettagli tecnici.
Come al solito le mie spiegazioni potranno contenere qualche “licenza tecnica” che non sarebbe ovviamente ammissibile nella relazione ad un comitato scientifico, io penso possa essere utile per una migliore comprensione pratica.
Entriamo nell’argomento Televisione Digitale Terrestre – TVT o DGTVi
Spero, con queste mie quattro confuse chiacchiere di riuscire a diradare un po la nebbia sul tema Digitale Terrestre che saremo costretti a dover capire se vogliamo continuare a vedere tutto quanto, di buono o meno buono, di piacevole o di terribile, di necessario o di futile la magica scatola televisiva ci “regala” e ….”buona visione a tutti”
Qualche nozione ..tanto per capirci
Tanto per riprendere l’argomento, e scusate se il discorso può sembrare banale, vorrei ricordare che l’uomo ha gli occhi che sono sensibili alle variazioni di luce, le orecchie alle variazioni di suono e gli organi vocali che sono capaci di emettere suoni. Usando questi organi l’uomo per secoli è riuscito a comunicare: urlando poteva essere sentito ad un centinaio di metri e, in condizioni favorevoli poteva riconoscere le variazioni di luce a qualche chilometro.
Poco più di 100 anni fa, con la scoperta dell’elettromagnetismo, si scoprì che le onde elettromagnetiche, viaggiando in un filo metallico e poi nell’etere, potevano raggiungere distanze enormi. Il gioco era fatto, fu sufficiente scoprire come era possibile trasformare la luce ed il suono in onde elettromagnetiche, farle viaggiare ed alla arrivo ritrasformarle in luce e suono. La tecnica base della radio, del telefono e della televisione era stata inventata, ora bastava definire i particolari.
Possiamo quindi dire che un sistema di trasmissione luce e suoni è costituito da due traduttori da suono/luce a “corrente elettrica” e viceversa e da un canale per la trasmissione. Per comodità chiameremo segnale questa “corrente elettrica” risultante dalla traduzione.
A seconda del tipo di “traduttore” le luce/suono viene trasformata in un “segnale” analogico se la “corrente” generata varia in maniera perfettamente sincrona con il suono/luce. Oppure in un segnale “digitale” se la corrente generata indica il valore numerico che il segnale assume di momento in momento, cioè la trasmissione è una serie di numeri associati alla luce/suono secondo regole ben definite. Questa spiegazione del “digitale” è abbastanza sommaria, ma penso che renda l’idea.
Perchè si usano le trasmissioni di un segnale “digitalizzato” piuttosto che “analogico?. La risposta è abbastanza semplice da enunciare, mentre è abbastanza complessa la corretta spiegazione scientifica. Un segnale analogico, per essere trasmesso correttamente ha necessità di un “canale dedicato” la cui grandezza è molto superiore a quella necessaria per la trasmissione del segnale digitale. Inoltre, con applicando particolari metodi matematici è possibile verificare le differenze tra segnale “partito” e “segnale arrivato” ed è possibile, entro certi limiti, “riparare l’errore”.
Sulla base di queste premesse, visto che molti vogliono trasmettere contemporaneamente e che è limitato il “tubo” a disposizione per contenere tutti i canali, la scelta è ovvia: trasmettiamo segnali digitali che, oltretutto permettono una qualità maggiore.
Come abbiamo detto per la trasmissione sono necessari i due traduttori e, tra di loro, il mezzo di trasmissione.
Anche per la televisione i mezzi di trasmissione possono essere il cavo, cioè una struttura rigida di collegamento, e l’aria, usando adatte antenne trasmittenti e riceventi.
Le trasmissioni per via area possono trasportare segnali analogici o digitali. Una particolare trasmissione per via aerea è la trasmissione satellitare per la quale il segnale emesso da una antenna trasmittente sulla terra, viene inviato verso un satellite che lo riflette e lo rimanda a quei grandi padelloni bianchi (le antenne satellitari) che vediamo su molti nostri terrazzi.
La trasmissione via cavo attualmente in uso è un tipo di trasmissione via INTERNET (IPTV), usa il segnale digitale e può essere vista sul televisore. Esiste inoltre un altro tipo di trasmissione via INTERNET che viene vista tramite il PC collegato alla rete senza altri dispositivi intermedi.
Una ulteriore divisione, valida per tutti i tipi di segnale e di canale di trasmissione è quella relativa alle modalità d’uso. Infatti alcuni canali e/o alcune trasmissioni possono essere fruite liberamente, mentre per altre è necessario un pagamento che può essere fatto in vari modi.
La Televisione Digitale Terrestre
Fin qui ho cercato di ricordare vari aspetti tecnici che caratterizzano il trasferimento delle immagini dallo studio televisivo al nostro schermo casalingo, allo scopo di tentare di chiarire un argomento del quale si comincia a parlare e che penso dovrà interessare tutti i miei amici e conoscenti che la sera prendono in mano il telecomando: La Televisione Digitale Terrestre (DGTVi o TDT).
L’Italia, insieme a molti altri paesi europei, ha deciso che entro breve tempo tutte le trasmissioni televisive dovranno essere fatte usando la tecnica digitale indipendentemente dal canale di trasmissione. Questo significa che il segnale televisivo trasmesso tra antenne poste sulla terra, potrà essere soltanto un segnale di tipo digitale. Le ragioni pratiche di questa decisione ho cercato precedentemente di spiegarle.
Gli utenti, a seguito di questa decisione, dovranno obbligatoriamente prendere qualche provvedimento che comunque non è di sostituire il proprio televisore, nuovo o vecchio che sia.
Per l’Italia lo spegnimento delle antenne che trasmettono un segnale analogico è già avvenuto in Sardegna nell’ottobre 2008, cui seguiranno, nel 2009, Valle d’Aosta, Piemonte, Trentino, Lazio e Campania e poi, via via tutto il resto d’Italia sono al 2012.
Se dopo quelle date vorremo continuare a vedere Mike Buongiorno e Pippo Baudo dovremo attrezzarci ed …imparare il nuovo linguaggio.
Abbiamo detto che una trasmissione televisiva inizia nello studio TV con una telecamera che trasforma luci e suoni in segnale elettrico che viene inviato all’antenna trasmittente, viaggia nell’aria, viene catturato da una antenna ricevente, quella sul nostro terrazzo, arriva al nostro televisore e viene ritrasformato in luce e suoni che siamo in grado di percepire. Per rendere i nostri televisori, predisposti per “capire” il segnale analogico, capaci di “comprendere” il segnale digitale sarà sufficiente collegarli all’antenna tramite uno scatolotto “interprete simultaneo”: il decoder.
Le caratteristiche tecniche del decoder ed il suo costo possono variare molto, ma nella sua forma più semplice, che risponde alle esigenze reali della maggior parte delle persone, il prezzo è di poche decine di euro (30-40€) per arrivare ad un centinaio per quelli più complessi.
Da Aprile 2009, tutti i televisori messi in vendita dovranno essere predisposti per la ricezione delle trasmissioni digitali terrestri, praticamente dovranno avere il decoder “interno” al televisore. In questi 2 o 3 mesi si potrebbero fare ottimi affari acquistando un televisore con decoder “esterno”. Attenzione però alle offerte troppo mirabolanti: nessuno regala, al massimo i venditori si contentano di guadagnare di meno.
Attualmente il segnale digitale terreste è già operativo e “coesiste” con il segnale analogico e quindi è già possibile attrezzarsi e cominciare ad usarlo per constatare la migliore qualità, specialmente in zone servite meno bene. Ulteriore vantaggio immediato sarà il poter vedere un maggior numero di canali che già da tempo trasmettono “in digitale”, alcuni “in chiaro” ed alcuni “criptati”.
Un canale “in chiaro” è visibile da tutti senza nessun aggravio di spesa. Sono “in chiaro” tutti i canali nazionali “maggiori” come RAI, Mediaset, La7, etc e la maggior parte dei canali regionali.
Un canale “criptato” (pay per view –pagare per vedere) contiene un segnale “mascherato” ed è possibile “togliere la maschera” inserendo nel decoder una schedina (tipo Bancomat) che si può acquistare ed ha un prezzo variabile in funzione delle prestazioni di cui è possibile usufruire.
E’ importante chiarire che ciascun televisore deve avere il suo decoder, interno o esterno, e a questa regola non ci sono alternative.
Tutti i maggiori produttori televisivi ed i maggiori costruttori di televisori che operano in Italia hanno costituito l’associazione DGTVi che tra l’altro si è assunto il compito di fornire una corretta informazione sul Digitale Terrestre sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista legale. Dettagliatissime informazioni sono reperibili al sito all’interno del quale si possono trovare argomenti interessanti trattati in:
· http://www.dgtvi.it/images/bollino-dgtvi.pdf per quanto riguarda due tipi di”bollino di qualità” che devono avere tutti i dispositivi per la televisione digitale terrestre; è ben spiegata e deve essere ben tenuta in conto, la differenza tra bollino bianco e bollino blu
· http://www.dgtvi.it/stat/Consumer_Info/Page1.html contiene le sigle di tutti gli apparati in commercio dotati di “bollino blu” o “bollino bianco”
· http://www.dgtvi.it/stat/Domande_frequenti/Domande_generali/Page1.html e
http://www.dgtvi.it/stat/Domande_frequenti/Domande_consumer/Faq_Consumer.html contengono una lunga serie di risposte accurate a molti nostri interrogativi.
di Attilio A. Romita