BIG DATA, OPEN DATA sono due “cose” delle quali con una certa frequenza si legge anche sulla stampa non specializzata o in TV.
Cominciamo dalla parola DATA e dalla sua pronuncia. Data è il plurale della parola latina Datum e, anche se torna in Italia dopo un lungo viaggio, si deve pronunciare DATA esattamente come è scritta. Datum, in italiano Dato, è una informazione singola che può essere collegata ad altri dati per meglio spiegarli (per es. Attilio è un dato che aggiunto al mio cognome, Romita, permette di identificarmi). Unito ad altri dati simili può essere utile per meglio conoscere quell’insieme di dati (per es. un archivio che contiene tutti i cognomi di Roma permette di fare studi statistici sulle famiglie di Roma …ma si possono fare anche cose più importanti). Quindi DATA, e non improbabili deta, è un insieme di dati simili ed anche insieme di insiemi di dati simili (per es. i nomi ed i cognomi di tutti i cittadini nati a Roma suddivisi per anno di nascita.
Lo sviluppo delle tecnologie ha permesso di registrare ed immagazzinare quantità di dati sempre crescenti. Quando ho cominciato a “giocare con bit e byte”, cioè a lavorare con i computer, si usavano le schede perforate per registrare i dati ed una scheda conteneva 80 caratteri. Ora esistono dischi magnetici che contengono miliardi di dati. Tanto per fare un esempio in una di quelle chiavette, che usiamo per scambiarci canzoni o film da vedere sul PC, entrano un paio di camion con il rimorchio di schede perforate. Ecco quindi i BIG DATA cioè grandi quantità di informazioni che ora è possibile elaborare per elaborazioni statistiche.
Ma tanti dati, parliamo di dati pubblici cioè di tutte le informazioni che riguardano i cittadini e l’amministrazione dello stato, per essere utilizzati cioè per fare previsioni e mille altre utili analisi che gli studiosi sanno inventarsi devono essere resi disponibili cioè OPEN. Ovviamente la apertura, openenss come dicono i miei amici informatici, dovrà essere limitata per proteggere le informazioni private del singolo.
In conclusione le amministrazioni statali raccolgono da tutti noi tantissime informazioni, DATA cioè, le registrano in grandissimi archivi, BIG DATA, e, avendo eliminato qualsiasi elemento identificativo personale, le mettono a disposizione, gli OPEN DATA.