L’Europa investe un miliardo di euro per i supercomputer

Pubblicato il 27 Gennaio 2019 in da redazione grey-panthers
supercomputer

La Commissione Europea da deciso di investire, congiuntamente con tutti gli Stati membri, nella costruzione di un’infrastruttura di supercalcolo europea di prim’ordine. I supercomputer sono necessari per elaborare quantità sempre crescenti di dati e apportano benefici in molti settori della società, dalla sanità alle energie rinnovabili e dalla sicurezza dei veicoli alla ciber sicurezza. Il Consiglio ha adottato un regolamento volto a istituire l’impresa comune europea per il calcolo ad alte prestazioni (EuroHPC), una nuova struttura giuridica e di finanziamento, che metterà in comune risorse provenienti da 25 paesi europei, costruirà un’infrastruttura di supercalcolo e di dati e sosterrà la ricerca e l’innovazione nel settore con la partecipazione di scienziati, imprese e industria. Questa struttura darà agli utenti europei pubblici e privati un migliore accesso al supercalcolo, che è essenziale per sostenere la competitività e l’innovazione.

I dati sono la materia prima della nostra economia digitale. Abbiamo bisogno dei supercomputer per elaborarli, sviluppare l’intelligenza artificiale e trovare soluzioni a problemi complessi, ad esempio nel campo della salute e della sicurezza. Oggi la maggioranza dei nostri ricercatori e delle nostre imprese si trova costretta ad uscire dall’Europa per avere accesso ai computer di cui ha bisogno. Secondo la Commissaria responsabile per l’Economia e la società digitali, Mariya Gabriel: “L’impresa comune stimolerà lo sviluppo, in Europa, di una catena competitiva di supercalcolo e fornitura dei dati tramite appalti pubblici. Attraverso i suoi centri di competenza fornirà mezzi al mondo accademico, all’industria, alle piccole e medie imprese e ai servizi pubblici europei, e darà loro accesso a un’ampia gamma di risorse, servizi e strumenti per migliorare le loro competenze digitali e innovare.

EuroHPC resterà operativa fino alla fine del 2026. La cooperazione è essenziale per la competitività e l’indipendenza dell’UE nell’economia dei dati dal momento che attualmente l’industria dell’UE consuma oltre il 33% delle risorse mondiali di supercalcolo ma ne fornisce solo il 5%. L’impresa comune disporrà di un bilancio di 1 miliardo di €, di cui una metà proverrà dal bilancio dell’UE e l’altra metà dagli Stati membri europei partecipanti. Risorse supplementari per un valore di 400 milioni di € saranno messe a disposizione da partner privati. Le attività dell’impresa comune si concentreranno su due ambiti:

  • un’infrastruttura di supercalcolo paneuropea per acquisire e predisporre nell’UE due supercomputer tra i primi 5 a livello mondiale e almeno altri due che si classifichino tra i primi 25 al mondo. Tali macchine saranno interconnesse con i supercomputer nazionali esistenti e messe a disposizione di utenti pubblici e privati in tutta Europa, per essere impiegate in oltre 800 campi di applicazione scientifici e industriali;
  • ricerca e innovazione per sostenere lo sviluppo di un ecosistema europeo di supercalcolo, stimolare un comparto industriale di fornitura di tecnologie e mettere risorse di supercalcolo in molti settori di applicazione a disposizione di un gran numero di utenti pubblici e privati, comprese le piccole e medie imprese.

I cittadini europei beneficiano già di numerose applicazioni di supercalcolo nella loro vita quotidiana. Ad esempio, lo sviluppo di nuove terapie mediche dipende in larga misura da simulazioni basate sul supercalcolo per comprendere la natura del cancro, delle malattie cardiache, dell’Alzheimer e delle malattie genetiche rare. Nella cibersicurezza e nella difesa i supercomputer sono utilizzati per sviluppare tecnologie di cifratura efficaci e, in combinazione con l’intelligenza artificiale, per comprendere e rispondere agli attacchi informatici. Sono anche usati per studiare i cambiamenti climatici e per le previsioni meteorologiche. Per quanto riguarda le industrie e le imprese, i supercomputer possono ridurre considerevolmente i cicli di progettazione e di produzione, accelerare la progettazione di nuovi materiali, ridurre al minimo i costi e aumentare l’efficienza delle risorse. Ad esempio, i cicli di produzione automobilistici possono essere ridotti da 60 a 24 mesi, migliorando nel contempo la sicurezza e il comfort dei passeggeri.