Cento firme molto famose hanno acquistato una pagina del Corriere della Sera per dare cento giorni di tempo al Governo per realizzare entro 100 giorni un’agenda digitale condivisa. La deadline dell‘Agenda Digitale scadrà a metà maggio. “Il XIX secolo è stato caratterizzato dalle macchine a vapore, il XX secolo dall’elettricità. Il XXI secolo è il secolo digitale“, afferma il “manifesto” per il Digitale che chiede su Web con Agenda digitale e su Facebook di “eliminare i digital divide, sviluppare la cultura digitale con l’obiettivo di conquistare la leadership nello sviluppo ed applicazione delle potenzialità di Internet e delle tecnologie“.
A firmare l’appello sono
esperti del settore come Stefano Quintarelli, Leonardo Chiariglione e Guido Scorza, ma anche imprenditori, top manager come Nicola Ciniero, Marco Pancini e Pietro Scott Joovane, personaggi del mondo dello spettacolo. I firmatari chiedono a tutte le forze politiche di affrontare con maggior impegno e pragmatismo i temi dell’Agenda Digitale, che sarà anche uno dei temi caldi della UE.
L’appello chiede anche con forza di affrontare il cronico ritardo italiano, azzerando il digital divide (quello che anche oggi pesa nel giorno del Click Day per i migranti), perché la cultura digitale rappresenta una opportunità irrinunciabile, con vantaggi economici e sociali per tutto il paese.
Sono solo tre i Paesi al mondo senza agenda digitale: fra questi l’Italia.
Il rapporto che può essere scaricato dal web al link appena indicato fornisce una vasta analisi delle strategie di TIC, descrive i metodi strategici delle e-strategie nazionali e fornisce tre esempi delle strategie nazionali di TIC, con le varie fasi del loro sviluppo. Il rapporto rileva che l’84 per cento dei Paesi ha raggiunto l’obiettivo di avere una strategia nazionale di TIC sul posto entro 2010. Inoltre indica le zone dove le e-strategie nazionali esistenti potrebbero essere migliorate, quali il loro orientamento strategico e la loro integrazione nei piani di sviluppo nazionali e nelle strategie di riduzione di povertà. Sulla base dell’analisi delle e-strategie settoriali, il rapporto inoltre dà risalto all’esigenza delle e-strategie settoriali più complete che trar massimo vantaggio dalle potenzialità del TCI hanno per l’economia e la società. Per concludere, l’appendice fornisce al lettore una lista completa delle strategie nazionali di TIC che si è sviluppata dagli stati membri . Le informazioni presentate in questo rapporto vengono in gran parte dall’inventario di WSIS, una vasta iniziativa di ricerca condotta dall’unione di telecomunicazione internazionale (ITU), che riunisce la TIC nazionale e le e-strategie settoriali degli stati membri del ITU.