Ho assistito ad una interessante conversazione su Facebook tenuta da Elizabeth Linder, Facebook’s Politics & Government Specialist, cui sono seguite alcune domande e risposte dal pubblico.
Molto interessante il punto di vista e le idee dall’interno di Facebook come grande facilitatore di comunicazione, di scambio di conoscenza e luogo di conversazione.
Più interessanti alcune domande da parte degli intervenuti, quasi tutti esponenti di associazioni di dipendenti pubblici o persone interessate o coinvolte nella comunicazione. La mia impressione è che queste persone, interpretate attraverso le loro domande, abbiano scarsa comprensione di cosa sia la comunicazione e ritengono Facebook come uno strumento salvifico per risolvere i loro problemi e non uno strumento molto potente di scambio di idee che per avere effetto deve essere usato da chi sa cosa vuole comunicare.
Basandomi su quest’ultima considerazione penso che sia utile fare qualche riflessione sulle caratteristiche dello strumento Facebook.
Primo chiarimento da fare è che Facebook è una impresa economica che mette a disposizione un potente canale informativo bidirezionale e che, come ritorno, pubblica anche informazioni pubblicitarie. Volendo fare un paragone molto riduttivo e semplicistico, Facebook è come quei giornaletti gratuiti che sopravvivono grazie alla pubblicità che espongono.
Vediamo ora come Facebook può essere utilmente sfruttato per la comunicazione sociale, pubblica, personale o commerciale.
Partiamo dalla Rete e quindi da Internet, la grande Piazza Virtuale. Su questa piazza si aprono svariati esercizi commerciale, luoghi di svago, uffici pubblici, giornali e ….FACEBOOK.
Sono esercizi commerciali tutti i siti dove è possibile fare acquisti, cioè dove possono farsi attività di ecommerce, oppure i siti legati a Banche.
Sono luoghi di svago tutti i siti dove è possibile vedere film, ascoltare musica e simili.
Sono uffici pubblici i siti legati alla Pubblica Amministrazione dove è possibile acquisire notizie o richiedere atti.
Sono giornali tutti i siti creati da persone singole, giornali cartacei, società d’informazione, partiti ed altro dove, senza necessità di essere giornalisti patentati, è possibile pubblicare notizie, dialogare con i propri lettori, fare discorsi politici o …..inserire la foto e la descrizione del proprio gatto o cane.
Poi esiste Facebook che è un po l’insieme di quasi tutto quanto sopra elencato.
Facebook è come un grande muro composto da migliaia di pannelli mobili che tutti possono riempire con qualsiasi tipo di notizie e commenti. La grande particolarità di questo grande puzzle digitale è che la posizione di ciascun pannello varia a seconda che la notizia che contiene interessi o no più persone.
Tento di spiegare meglio questo meccanismo. Ogni persona che vuole scrivere qualcosa su Facebook deve identificarsi creando quello che in gergo si chiama account ed in questo modo ha una pagina FB sulla quale scrivere e tramite la quale invitare altre persone a dichiararsi sue “amiche” in modo da formare un gruppo che, tramite gli automatismi messi a disposizione dal sistema, sarà sempre informato su qualsiasi cosa uno del gruppo scrive. In questo modo il meccanismo di diffusione è creato, ora occorre metterlo in moto. Per far questo deve iniziare una fitta “corrispondenza” tra le persone che si scambieranno non solo gossip o simili, ma interagiranno tra loro per darsi informazioni, offrire servizi, consigliare vacanze ed altro.
Questo scambio continuo ha impatto diretto su i “motori di ricerca” che saranno influenzati dalla quantità di messaggi e segnaleranno le notizie di quegli account ai primi posti delle ricerche. Per tornare all’esempio iniziale dei pannelli, man mano che aumentano i lettori, il proprio pannello è spostato nel grande muro in una posizione più agevole per la lettura.
A questo punto è chiaro che se si vogliono ottenere risultati comunicativi con FB, gli strumenti ci sono tutti, ma per utilizzarli occorre conoscere la tecnica della comunicazione e non basta aprire un account FB e sedersi sulla riva del mare in attesa che i pesci ci saltino addosso.
Non sono capace di fare un corso di comunicazione in pillole, vorrei però dare un piccolo suggerimento, quasi un consiglio della nonna: quando pensate di scrivere qualcosa su FB, stimate quante persone possono essere interessate alla notizia, se sono meno di 100, non la scrivete. Un celebre giornalista iniziava la sua nota settimanale con un saluto ai suoi 11 lettori ….lui lo poteva fare perché era già famoso.