L’Agenda digitale è un insieme di indirizzi, suggerimenti e finanziamenti che l’Europa attraverso i suoi organi istituzionali e con il contributo dei rappresentanti nazionali, mette a punto per indirizzare gli sforzi di tutti verso fini condivisi.
L’attuale Agenda, definita nel 2012, ha fissato per il 2020 sette iniziative strategiche che riguardano: la larga banda, la riduzione del digital divide, i pubblici servizi online, le possibilità di lavoro nei settori dell’informatica ed i relativi skill, le cosiddette smart city e smart community ed infine la e-inclusion cioè l’eliminazione delle barriere culturali digitali.
Going Local Italia è un appuntamento annuale che si svolge presso la sede romana della Comunità Europea ed ha come obbiettivo una migliore comprensione di come l’agenda viene messa in atto dagli attori, pubblici e privati, italiani.
Il convegno di oggi si articola in quattro tavole rotonde molto dense di partecipanti di altissimo rango, privato e istituzionale.
Banda Larga e Connettività sono il tema della prima tavola rotonda. Si incontrano attori istituzionali ed operatori privati. La copertura della rete italiana è molto alta anche se non offre una banda molto larga e con qualche buco che però può essere coperto dal satellite. La banda attualmente offerta è sufficiente per la maggior parte degli utenti. Il problema reale è la scarsità di utenti reali di Internet. Oggi soltanto il 50% degli Italiani accede ad Internet almeno 1 volta la settimana. La scarsità di richiesta non è condivisa dal rappresentante dell’ADICONSUM, ma i numeri non gli danno ragione. In conclusione la parte pubblica vede il bicchiere pieno per tre quarti, mentre la parte privata vorrebbe un maggior impegno dello stato nella definizione delle regole e nel miglioramento della rete disponibile.
Nella seconda tavola rotonda la discussione riguarda la possibilità di sfruttare i finanziamenti della Comunità Europea per opere pubbliche. Fondi a disposizione sono molti e l’Italia ne ottiene molti meno di quanti riesce ad accreditarsi. In un momento di reale scarsità di risorse questa incapacità delle Pubbliche Amministrazioni locali sembra un delitto ed uno spreco inutile. Nella realtà il problema non è di progettualità, cioè di avere idee e fare progetti avanzati, ma dei mille legami burocratici interni che si aggiungono alle complesse procedure europee con il risultato di rendere praticamente irraggiungibili quei finanziamenti.
La terza e la quarta tavola rotonda erano indirizzate alla carenza di cultura informatica o meglio alla carenza di professionalità effettive in campo digitale. L’Unione Europea ha calcolato che nei prossimi anni serviranno quasi un milione di professionisti informatici. In questo ambito, secondo me, esistono alcuni aspetti non esattamente definiti. Infatti al termine delle presentazioni ho chiesto maggiori delucidazioni. L’esempio del treno, usato da uno dei relatori, aiuta a chiarire la domanda: esistono progettisti di treni, guidatori di treni e persone che usano il treno e sanno leggere gli orari ferroviari. Così nell’informatica esistono progettisti di computer, professionisti di elaborazione e persone che usano PC: occorre chiarire quale è la domanda e l’offerta per tipo di professionista. Questo esempio è stato ripreso in altri interventi e si è convenuto che sono necessari molti professionisti dei primi due tipi, ma che qualsiasi persona deve avere nel suo bagaglio le cognizioni per usare un computer. Sulla base delle conclusioni della prima e della terza tavola rotonda si riconferma che alla luce dei fatti il reale digital divide Italiano è di tipo culturale.
Questa carenza di base condiziona lo sviluppo di tutti gli altri temi legati all’Agenda Digitale Europea ed Italiana, e tutti gli sforzi dovranno essere fatti per facilitare il ciclo virtuoso domanda-offerta digitale. Lo e-Gov, cioè la possibilità di fruire di strumenti di accesso digitale ai servizi della PA nazionale o locale, offre già oggi molte prestazioni, ma pochi li usano. Lo scarso uso costringe a deviare le scarse risorse verso procedure tradizionali e il ciclo virtuoso non si innesca.
Quale è la soluzione per non restare il fanalino di coda mondiale nell’uso e nello sfruttamento delle risorse digitali? Le tavole rotonde non hanno indicato una ricetta salvifica universale, hanno però fatto luce su molte piccole e grandi azioni che potrebbero essere messe in atto per aiutare a risalire la china.
Sicuramente chi mi legge è tra quelli che stanno spingendo la ruota dalla parte giusta. Dovremo fare in modo di essere sempre di più.
di Attilio A. Romita