Incomincia con questo Speciale la pubblicazione delle schede, dei materiali e dei riferimenti anche visivi, che accompagnano le lezioni di Storia del Cinema, presso l’Humaniter, a Milano, a cura di Auro Bernardi, che i nostri lettori hanno cominciato ad apprezzare già l’anno scorso per le sue puntuali recensioni cinematografiche.
Ecco dunque i materiali di studio, utili a chi ha la possibilità di frequentare i corsi, ma anche a chi, lontano da Milano o non facilitato negli spostamenti, approfitterà dell’apprendimento a distanza. Una partecipazione virtuale, appunto, come la natura del nostro giornale. Buona lettura e buono studio a tutti. vp
Sergej Michailovič Ejzenštejn (Riga, 1898 – Mosca, 1948)
Nasce in una famiglia borghese (il padre è ingegnere civile) di origini tedesche. Dopo le scuole dell’obbligo, si avvicina al teatro e aderisce con entusiasmo alla Rivoluzione Bolscevica. Al termine della guerra civile lo troviamo al teatro del Proletkult di Mosca diretto da Vsevolod Mejerchol’d di cui diviene assistente. Nel 1923 mette in scena Anche il più saggio ci casca di Alexander Ostrovski con una regia innovativa. L’anno successivo fa il suo esordio cinematografico con Sciopero, film corale, di grande impatto visivo, che lo impone, a soli 26 anni, come uno dei maggiori registi russi. Del 1925 è il suo capolavoro: La corazzata Potëmkin in cui trasfonde le teorie sul montaggio elaborate negli stessi anni da lui stesso e da altri registi legati alle avanguardie. Nel 1927 gira Ottobre, rievocazione della rivoluzione avvenuta dieci anni prima. In questi stessi anni cominciano però le censure della nomenklatura che accusano di eccessivo estetismo il suo film successivo, La linea generale (1926-29). È l’inizio di una stagione molto amara per il regista che non riesce a realizzare i film progettati (Il prato di Bežin), sempre per l’ostilità del regime stalinista verso le sue teorie artistiche. Nel 1930 si trasferisce per alcuni mesi in Usa e quindi in Messico, dove progetta nuove opere (Que viva Mexico) che non riesce a concretizzare o che restano incompiute. La situazione non cambia dopo il suo ritorno in patria fino al 1938 quando gli viene affidata la regia di Alexander Newskj, pellicola celebrativa di un personaggio storico della Russia medievale. Durante la realizzazione del film gli vengono però affiancati i Vasiliev, registi allineati alle direttive del sistema. Il successo, commerciale e politico, del Newskj gli permette di dedicarsi, a partire dal 1943, alla trilogia su Ivan il Terribile. La prima parte viene accolta favorevolmente e premiata, ma la seconda, intitolata La congiura dei boiardi (1946), viene censurata e potrà essere distribuita solo nel 1956, dopo la destalinizzazione avviata da Khrushev. Un infarto lo stronca nel 1948 mentre sta iniziando la sceneggiatura della terza parte dell’Ivan.
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