LA SCHEDA
Luis Buñuel
(Calanda 1900-Città del Messico 1983)
Ritratto di Luis Buñuel eseguito nel 1923 da Salvador Dalí quando entrambi vivevano alla Residencia de Estudiantes di Madrid dove strinsero amicizia anche con Federico García Lorca. Il quadro oggi è esposto al Museo de Arte Reína Sofía di Madrid. Nell’altra foto, il regista alla macchina da presa negli anni ’50 in Messico
Il piccolo villaggio aragonese di Calanda è celebre per il miracolo che vi si verificò nel 1640 quando un giovane che aveva perso una gamba in un incidente la riacquistò per intercessione della Vergine del Pilar, patrona di tutto il mondo ispanico, venerata nel grandioso santuario di Saragozza, capoluogo dell’Aragona. Buñuel vi nasce il 22 febbraio, primogenito di una coppia benestante di proprietari terrieri. Il padre aveva fatto fortuna a Cuba ed era molto più anziano della moglie. L’infanzia è dunque agiata e gli studi compiuti nelle migliori scuole saragozzane gestite dal clero (Fratelli del s. Cuore e Gesuiti). A scuola è un “secchione” con interessi compositi e una grande passione per la musica. Il padre però vuole indirizzarlo a una facoltà tecnica, per farne l’amministratore dei propri possedimenti. A Madrid, durante gli studi universitari, si stabilisce nella Residencia de Estudiantes, sorta di campus all’inglese gestito laicamente. Qui vive alcune esperienze determinanti: la perdita della fede nel cattolicesimo, le letture di Darwin e Freud, la frequenza con importanti intellettuali tra cui Ramón Gómez de la Serna, e, soprattutto, l’amicizia con altri due giovani “residenti”, Federico García Lorca e Salvador Dalí. Nel 1923 muore suo padre sicché, due anni dopo, terminati gli studi, può lasciare la Spagna per stabilirsi a Parigi, attratto dalla vita artistica della capitale francese. Nel 1926 diventa assistente del regista Jean Epstein e inizia il tirocinio tecnico. Nel 1929 con Dalí scrive la sceneggiatura di un film che realizza utilizzando capitali della famiglia. Il film, Un chien andalou, spalanca ai due giovani le porte del movimento surrealista. L’anno successivo, grazie al visconte di Noailles, un mecenate vicino al movimento, gira L’âge d’or, anche questo ascrivibile alla cinematografia d’avanguardia. Il suo terzo lavoro (del 1933) è invece un documentario, Las Hurdes, girato in una zona poverissima e arretrata della Spagna. Le vicende politiche del suo paese lo obbligano nel 1939 all’esilio, tra gli oppositori del franchismo. Dopo una breve permanenza negli Stati Uniti, irta di difficoltà economiche e persecuzioni ideologiche, trova lavoro in Messico dove si stabilisce prendendone la cittadinanza nel 1947. Tra la fine degli anni ’40 e il 1965 gira nel paese latinoamericano 21 film di vario genere. Spesso deve fare i conti con le esigenze commerciali dei produttori, ma senza venir meno alle sue idee e alla sua poetica, sempre ispirata al surrealismo. Dalla metà degli anni ’50 torna a girare film in Europa finché, dal 1966, abbandona del tutto il cinema messicano per girare le sue ultime opere in Francia, pur mantenendo la residenza e il passaporto del paese che l’aveva accolto da esule.
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