Storia del cinema italiano a Milano/1: Gli inizi, il Cinema Lumière e altri pionieri

Pubblicato il 6 Ottobre 2015 in

Nella Milano di fine ‘800, con i Navigli ancora scoperti, le carrozze, i venditori ambulanti di caldarroste, i teatri e i caffè-concerto sempre affollati, il 20 marzo 1896 al Circolo Fotografico di Via Principe Umberto 30, avviene la prima proiezione cinematografica cittadina effettuata con l’apparecchio Lumière, brevetto di due fratelli industriali-inventori di Lione, Auguste e Louis Lumière che l’avevano presentata il 28 dicembre dell’anno prima al Salon Indien del Grand Cafè di Parigi, al numero 14 di Boulevard des Capucines.

La serata milanese, a inviti con giornalisti, autorità locali e addetti ai lavori, non passa inosservata. Il Corriere della Sera del 13 marzo/1 aprile 1896 scrive: «Il Cinematografo Lumiére, la nuova fotografia del movimento, è stato inaugurato al Circolo Fotografico, dinanzi a molte persone. Chi ha già visto il Kinetoscopio Edison può farsi un’idea di ciò che sono queste nuove proiezioni fotografiche, le quali saranno ripetute in questi giorni al teatro Milanese. Sono quadri animati, riproduzioni vive di scene svariate. È la fotografia che si sostituisce all’occhio umano».

Il successo è immediato, tanto che le proiezioni aperte al pubblico pagante sono spostate dal 30 marzo al Teatro Milanese in Corso Vittorio Emanuele 15 e successivamente anche al Teatro Gerolamo in piazza Beccaria, al Teatro Filodrammatici in Piazza P. Ferrari e al Teatro Alhambra in Via Palermo.

mi1Una ricca locandina

In una locandina, conservata presso l’Archivio storico della Fondazione Cineteca Italiana, il programma di quelle prime affascinanti proiezioni recita così: Teatro Milanese – Tutti i giorni dalle ore 20 alle ore 23 – R. Cinematografo Lumière – Ingresso cent. 50 (Sott’Ufficiali, Soldati, ed Operai cent. 25). I bambini accompagnati entrano Gratis.

Le proiezioni sono costituite da brevi sequenze intitolate: Salti d’ostacoli per Corazzieri; Ciclisti e Cavalieri a Milano; Una nevicata a Milano; Il Carnevale di Venezia; Passeggiata di Automobili a Milano; Ladri sui tetti; Serenata interrotta; Funerali di Felix Faure; La ballerina.

Il Teatro Milanese, nel quale avevano recitato varie compagnie tra le quali quella di Edoardo Ferravilla, celebre attore meneghino, diviene quindi il luogo simbolo della nascita del cinematografo nella nostra città. Demolito il 13 marzo 1902, l’edificio si trasforma nel mitico cafè- chantant Trianon, poi teatro Mediolanum. Su quest’area nel 1906 sorge poi un edificio costituito da un giardino e un portico in fondo al quale trova posto il cinema Silenzioso; un locale frequentato da ragazzotti chiassosi (come ricordava tanti anni fa Giordano Rota, uno degli esercenti cittadini più noti), che assistono divertiti ai film del popolare Tom Mix. Ed è qui che inizia la sua attività di operatore di cabina anche Francesco Pellicani, altro glorioso esercente cinematografico milanese.

Alla fine degli anni Venti, il Silenzioso è sostituito dall’Astra, edificato sul modello dei cinematografi americani dell’epoca, specializzato nelle pellicole della Metro-Goldwyn-Mayer.

 

 

Evento low cost

Logo-Circolo-Italo-Pacchioni-twitter_400x400Sempre nei primi anni del XX secolo, Italo Pacchioni, un pioniere del cinematografo, costruisce un suo apparecchio per la ripresa e la proiezione dei film. Nelle fiere questo nuovo spettacolo popolare diventa presto un’attrazione con le visioni di brevi sequenze. Pacchioni a Porta Genova con l’ausilio del “baraccone delle meraviglie” trasforma il cinematografo in avvenimento fisso e a basso costo.

In una bacheca del Museo della Fondazione Cineteca Italiana è esporta una ghiotta curiosità: la multa che fu elevata allo stesso Pacchioni da parte di un solerte vigile urbano poiché la sua attività commerciale non era ancora contemplata dai regolamenti comunali dell’epoca.

Il vigile non conoscendo la parola cinematografo sbagliò nel verbale della multa il nome del nuovo “infernale” apparecchio di proiezione delle immagini in movimento, che comunque in breve tempo riscuoterà un successo inarrestabile.

Nel 1907 a Milano sono già in funzione circa cinquanta sale, mentre Luca Comerio, un altro pioniere della settima arte autore di reportage in giro per il mondo, fonda a Greco-Turro nel 1915 il primo teatro di posa. Quattro anni prima a Milano vengono realizzati i primi lungometraggi intitolati L’Inferno e L’Odissea. All’inizio degli anni Venti, l’esercizio cinematografico fa passi da gigante con l’avvento di sale anche lussuose.

 

Una firma sul Corriere

Nel ‘35 lo Smeraldo istituisce un servizio di nursery, mentre all’Odeon e al Metro Astra belle e giovani mascherine accompagnano gli spettatori al loro posto. Nasce perfino un servizio per le prenotazioni telefoniche con il quale è possibile assicurarsi il posti prima di recarsi in sala.

In città si continuano a produrre film, nonostante la forte concorrenza americana.

Nel 1927 nasce a Hollywood il cinema sonoro con Il cantante di jazz interpretato da Al Jolson, mentre di lì a poco anche la Garbo parlerà (Garbo talks era il celebre slogan).

La sera del 26 aprile 1929, un venerdì, al cinema Corso con un unico spettacolo il film è proiettato anche a Milano, ma la stampa praticamente lo ignora.

L’anno successivo con l’arrivo sugli schermi di La canzone dell’amore di Gennaro Righelli, la prima pellicola italiana parlata s’impone il sonoro come una novità assoluta che fa accorrere migliaia di spettatori incuriositi ed emozionati.

Il Corriere della Sera nel 1929 affida a Filippo Sacchi, un inviato del giornale malvisto dal regime fascista, una nuova rubrica dedicata al cinema, sia pur firmata con uno pseudonimo. La settima arte come in tutto il resto del mondo è ormai una realtà culturale e commerciale di tutto rispetto.

 

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.