Il titolo originale del film, e del romanzo del 1953 da cui è tratto, è The Go-Between diventato nella prima edizione italiana del libro L’età incerta. Autore del romanzo è Leslie Poles Hartley (1895-1972) noto quasi soltanto per questo lavoro che fu anche il suo maggiore successo. Per la realizzazione del film il regista si avvale della sceneggiatura di Harold Pinter (1930-2008), Nobel per la letteratura nel 2005, con cui aveva già collaborato per Il servo (1963) e L’incidente (1967). Di Pinter possiamo anche ricordare le sceneggiature di altri importanti film britannici: La donna del tenente francese (1981) di Karel Reisz e Quel che resta del giorno (1993) di James Ivory.
Il romanzo (e il film) si sviluppano a partire dal punto di vista di un ragazzo di 13 anni, Leo, di estrazione piccolo borghese, ospite di un ricco compagno di scuola nella lussuosa dimora di campagna di quest’ultimo durante le vacanze estive. Tra i tanti giovani che frequentano la casa, Leo si sente particolarmente attratto, ovviamente in modo platonico, della sorella maggiore del suo amico, fidanzata con un altro esponente della sua classe sociale. Per compiacerla, Leo accetta di farle da “messaggero” e consegnare misteriose lettere, ricambiate, al fattore della tenuta, con cui la giovane ha una relazione ovviamente clandestina. Un rapporto scandaloso e inaccettabile per la morale del tempo. Il correre trafelato del ragazzino, con l’animo in bilico tra esaltazione e scoramento, contrappunta le varie scene e finisce con il contrassegnare non solo quella breve stagione, ma anche l’intero corso della sua vita. L’io narrante si ritrova infatti, cinquant’anni dopo, a ripensare a quell’estate e ai fatti che vi accaddero. Da qui la frase più celebre del romanzo, che è anche il suo incipit: Il passato è una terra straniera. Frase scelta dallo scrittore italiano Gianrico Carofiglio come titolo per un suo romanzo noir del 2004 portato sullo schermo da Daniele Vicari nel 2008.
Tra le cose notevoli del film di Losey, che pecca peraltro di qualche caduta nel ritmo narrativo, è proprio la commistione, nella figura del protagonista, di presente e passato e il restare come sospeso tra due lontane stagioni: la luminosa estate dell’adolescenza e il grigio autunno dell’età matura. Palma d’oro al Festival di Cannes nel 1971.
Joseph Losey (1909-1984), nato negli Stati Uniti, sceglie di stabilirsi in Inghilterra negli anni ‘50 a causa della Caccia alle Streghe in cui era stato coinvolto. Esponente di spicco del cosiddetto Free Cinema, fratello e coetaneo della più nota Nouvelle Vague francese, si impone alla critica con titoli come quelli già citati (Il servo e L’incidente), ma anche con Giungla di cemento (1960) Cerimonia segreta (1968) e Una romantica donna inglese (1975). Celebre anche la sua messa in scena filmica dell’opera lirica Don Giovanni di Mozart girata nel 1979 tra le scenografia palladiane di Vicenza e del suo circondario.
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