Quel che sapeva Maisie
regia David Siegel, Scott McGehee sceneggiatura Nancy Doyne, Carroll Cartwright cast Julianne Moore (Susan) Alexander Skarsgård (Lincoln) Steve Coogan (Beale) Joanna Vanderham (Margo) Onata Aprile (Masie) genere drammatico durata 95′
Cronache di una separazione annunciata, con minore conteso. Siamo dalle parti dei Bambini ci guardano nella New York del XXI secolo, ma l’antifona è quella: il mondo degli adulti visto da un metro e venti d’altezza. E i “grandi” non ci fanno quasi mai una bella figura. Variante sul tema: i bimbi sono di chi li fa o di chi li alleva?
A partire da un romanzo ottocentesco le eterne questioni di cui sopra sono calate nella società più avanzata del pianeta, quella che dovrebbe garantire a tutti pari opportunità e dignità, senza infingimenti ideologici né pregiudizi. Eppure il “guazzabuglio del cuore umano” – per dirla con un altro grande autore ottocentesco – non cambia al cospetto dei tempi e mantiene inalterata tutta la propria carica di pulsioni positive e negative. Con la piccola Maisie a fare da pacchetto postale tra genitori naturali, tate, madri e padri in seconda e via intrecciando in un ginepraio di relazioni sempre più allargate e sempre più conflittuali. Mantenendo l’unico sguardo puro e disincantato, sembrano dirci gli autori, come solo un bambino può fare.
Film d’attori, con ottime prove dei collaudati Moore (in una difficile parte da vipera), Coogan, Skarsgård e via elencando, ma soprattutto con una incredibile (per maturità e spontaneità) Onata Aprile nel ruolo di Maisie. Per il resto c’è poco: una sceneggiatura fatta apposta per far lacrimare le mamme e le nonne in sala (ma anche i maschietti non sono esonerati) e una musica melensa e fastidiosa quando non bombeggia il rock duro di Susan.
E allora perché vederlo? Per sapere cos’è una famiglia allargata.
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