regia e sceneggiatura Massimo Gaudioso cast Fabio Volo (Gianluca Terragni) Silvio Orlando (Domenico Bonocore) Carlo Buccirosso (Nicola) Nando Paone (Michele) Miriam Leone (Anna) Gea Martire (Sebastiana) genere commedia durata 94′
Disoccupazione, deindustrializzazione, cassa integrazione, carenze infrastrutturali, truffe all’Inps e alla Ue per i relativi fondi… L’elenco dei mali italiani è noto e tutt’altro che breve. Altrettanto noto è che il cinema peschi a piene mani dalla sentina dei vizi nostrani per buttarla in ridere. Massimo Gaudioso non fa eccezione. La stranezza è che peschi il soggetto da un film canadese del 2003 (La grande seduction) già rifatto in Francia e adattato ai mali nazionali transalpini. Della serie: tutto il mondo è paese. Il pretesto narrativo è esile: un borgo di cento e poco più anime campa dei sussidi di disoccupazione che i capifamiglia percepiscono. Tutti o quasi ex lavoratori di una miniera dismessa. L’alternativa è fare fagotto e cercare un’occupazione ancora più precaria in città. Il miraggio della rinascita si chiama nuova fabbrica, ma perché qualche imprenditore risponda all’appello ci vuole un medico condotto che abiti stabilmente in paese. Con uno stratagemma viene catapultato lì un rampante chirurgo estetico che tutti gli abitanti manipolano abilmente affinché accetti l’incarico. Finale con ribaltone, prosperità e felicità per tutti.
Al di là del remake, Gaudioso (già sceneggiatore di Benvenuti al Sud) attinge dal repertorio della commedia all’italiana nella sua versione più genuina e naif, quella degli anni ’50. Senza le malizie e quel pizzico di cattiveria che hanno caratterizzato il genere nei decenni successivi. Tanto che la battuta più riuscita del film è un breve dialogo tra Domenico, neosindaco e capopopolo, e la moglie che gli dice: “Quanto sei bello! Sembri Berlusconi”. E lui di rimando: “Un milione di posti di lavoro… No, ‘na cinquantina…”.
Il cast è composto esclusivamente da caratteristi, con a capo il loro principe: Silvio Orlando. Anche questo un segnale sullo spessore di un’opera scritta e diretta con il solo scopo di far divertire. Tanto che il personaggio meno riuscito è proprio quello del medico. Fabio Volo ha la faccia troppo di bravo ragazzo per dare credito al suo personaggio che dovrebbe essere la “simpatica canaglia” della compagnia mentre tutti gli altri comprimari, dall’inossidabile Buccirosso a Paone alla Leone, portano a termine il compitino assegnato con il minimo sindacale dello sforzo. Nonostante tutto però la storia funziona, progredisce bene secondo i canoni del genere e, alla fine, diverte. Che è poi la cosa che conta di più. Ultima nota per le location. Il nome dell’immaginario paese di Pietramezzana che fa da quinta al film non è altro che la crasi tra Pietrapertosa e Castelmezzano, due località delle Dolomiti Lucane, in provincia di Potenza. Luoghi e paesaggi da urlo che da soli valgono la spesa al box office.
Un paese quasi perfetto
Allora perché vederlo?
Per rivivere le atmosfere di Benvenuti al SudFilm in DVD: Un Paese quasi perfetto
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