A Venezia , una retrospettiva per Gorky, figura chiave dell’arte americana

Pubblicato il 28 Giugno 2019 in Outdoor Mostre
Gorky

La Fondazione Musei Civici di Venezia presenta la prima ampia retrospettiva mai realizzata in Italia sull’artista americano Arshile Gorky. Intitolata “Arshile Gorky: 1904 – 1948” e allestita a Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna, la mostra riunisce oltre 80 opere e consente di esplorare l’opera di Gorky in tutta la sua portata. Sin dal suo interrogarsi, negli anni ’20, sui maestri moderni fino ai suoi ultimi dipinti degli anni ’40, nell’opera di Gorky è sempre presente una particolare visione che lo contraddistingue come una delle figure cardine dell’arte americana del XX secolo, a fianco di Willem de Kooning, Jackson Pollock e Mark Rothko.

Visitabile fino al 22 settembre 2019, “Arshile Gorky: 1904 – 1948” è curata da Gabriella Belli, storica dell’arte e direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia e da Edith Devaney, curatrice alla Royal Academy of Arts di Londra, dove recentemente ha curato la mostra “Abstract Expressionism”. La retrospettiva veneziana viene realizzata in stretta collaborazione con The Arshile Gorky Foundation e con i membri della famiglia, pertanto consentirà di ammirare anche opere che sono state raramente esposte in pubblico. Il percorso di mostra conta inoltre su prestigiosi prestiti museali: National Gallery of Art di Washington; Tate Modern di Londra; Centre Pompidou di Parigi; Whitney Museum of American Art, New York; Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington, Albright-Knox Art Gallery di Buffalo; Calouste Gulbenkian Foundation, di Lisbona; Diocesi della Chiesa Armena Americana a New York.

Gorky“Arshile Gorky: 1904 – 1948” svela l’evoluzione del caratteristico vocabolario artistico di Gorky, che derivava dall’impegno artistico e intellettuale con i movimenti europei, ancorché autonomo rispetto alle loro direttive. Gorky ha integrato i paesaggi di Paul Cézanne, la linea di Ingres, la composizione di Paolo Uccello, la logica di Picasso, persino le vivaci forme di Joan Miró. Di fatto Gorky, assorbendo e reagendo al lavoro dei maestri del passato e degli artisti moderni, è stato in grado di sviluppare una propria visione e immaginazione. Lo si può dire una “una sensibilità europea” in un contesto americano. Il linguaggio visivo dell’artista scorre come un filo conduttore attraverso tutta la mostra fino ad arrivare ai suoi inimitabili capolavori.

La mostra prende inizio dalla prima ritrattistica dell’artista, a questo periodo infatti risalgono i molti incontri con gli artisti avant garde emergenti di New York, tra questi Stuart Davis, John Graham e David Smith, un ambiente creativo di cui lo stesso Gorky fu figura di spicco. Un’opera centrale è “Self-Portrait” (ca.1937), che fa riferimento ai ritratti neoclassici di Picasso degli anni ’20. La ritrattistica di Gorky non era solo una modalità per esplorare il presente – ritratti di famiglia, amici stretti e dei suoi pari – ma anche un modo per rendere omaggio alla famiglia che aveva perso.

Gorky ha proseguito sintetizzando le problematiche e la struttura cubista con i contenuti e le tecniche surrealiste, in particolare isolando ed elaborando forme biomorfiche nei suoi paesaggi e nelle nature morte degli anni ’30. La serie di disegni conosciuti come “Nighttime, Enigma and Nostalgia” rappresenta un momento cruciale nello sviluppo dell’astrazione dell’artista, il suo vocabolario risulta perfezionato da motivi scaturiti dal suo interrogarsi sul Cubismo e il Surrealismo. Il disegno ha svolto un ruolo fondamentale nella pratica di Gorky, formando le sue idee e precedendo quasi ogni dipinto. La creatività di Gorky viene approfondita in mostra attraverso l’esposizione di opere su carta che documentano tutto il corso della sua carriera.

Negli anni ’40 Gorky entra in contatto con i surrealisti, tra cui André Breton, Wifredo Lam, Max Ernst e Roberto Matta. Queste nuove frequentazioni avrebbero contribuito allo sviluppo dell’automatismo e del subconscio nei suoi dipinti. Opere come “Apple Orchard” (ca.1943 – 1946) danno conto non solo della sua abilità e di una nuova linea precisa e fluida, ma anche di un mutato approccio. Il lavoro di Gorky era stato ulteriormente rivitalizzato da una riconnessione con la natura, cementata nelle estati del 1942-1945 trascorse in Connecticut e alla Crooked Run Farm in Virginia. Questa periodo trascorso “en plein air” e non immerso nel suo studio o nei musei di New York, gli ha permesso di estrarre simboli e motivi universali fondati sull’osservazione. Gorky esaminò da vicino le forme botaniche e biologiche e tradusse le metafore visive che vedeva in natura in nuove forme metamorfiche, capaci di esprimere la sua psiche più intima.

GorkyL’ultimo capitolo di “Arshile Gorky: 1904 – 1948″ si concentra sugli ultimi capolavori come ” The Liver is the Cock’s Comb”(1944), “One Year the Milkweed” (1944) e “Dark Green Painting” (1948 circa). In questi lavori, i simboli istintivi di Gorky si trasformano in un personale vocabolario di forme fantastiche ricorrenti che danno esito, ha osservato Clement Greenberg nel 1947 “ad alcuni dei migliori dipinti moderni mai realizzati da un americano”. L’artista ha intriso queste opere evocative di ricordi d’infanzia, della sua profonda affinità con la natura e delle complessità e contraddizioni che sentiva nella sua stessa esistenza. Il lessico così particolare di Gorky – un mix di energia propria e di empatia, subconscio e immaginario astratto – ne fanno un precursore dell’Espressionismo Astratto in America.
Gorky ha vissuto un’epoca straordinaria per sconvolgimenti storici e culturali, caratterizzato da un movimento di persone senza precedenti durante le due guerre mondiali, cui ha fatto seguito l’ascesa di New York a capitale artistica su Parigi. Questo contesto storico, viene documentato in mostra attraverso il materiale d’archivio prestato dalla Arshile Gorky Foundation, e delinea non solo la cronologia della vita di Gorky ma anche eventi del periodo che hanno avuto un profondo impatto sulla sua vita.

“Arshile Gorky: 1904-1948” – fino al 22 Settembre 2019

Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna
Santa Croce 2076, Venezia

Orari: 10.30 – 18 – Chiuso il lunedì

Prezzi: Intero: 14 euro – Ridotto (over65): 11,50 euro

Informazioni: Fondazione Musei Civici +39 041 240 5211

 

Gorky

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.