Asciugare insieme il pavimento allagato di casa mia (tre dita, sono terrorizzato dalla vedova che abita sotto di me se ci sono state delle infiltrazioni …) è stato di aiuto. Una piccola emergenza affrontata insieme. Una emergenza in cui abbiamo messo alla prova un pezzettino della sostenibilità del nostro rapporto. Prova superata. Tutto si è risolto rapidamente, in scioltezza, sembrava il 1000° pavimento oggetto delle nostre cure. Ed era così naturale per noi due darci una mano che tra una strizzata e l’altra abbiamo serenamente parlato del nostro “matrimonio”. Finalmente.
Avevo bisogno di condividere con lei alcune mie sensazioni, riflessioni. Credo sia importante comunicare sé all’altro, per lasciare che l’altro capisca “dove sta andando” chi gli è accanto, ed è anche un modo, credo, per ascoltarsi, per “oggettivare” un dialogo interno che rischia altrimenti di essere autoconsolatorio o autoreferenziale.
Le ho detto che non credo al “colpo di fulmine” a questa età. O sia da guardare con sospetto. Innamorarsi mi rendo conto è un processo che ha bisogno di un suo tempo. Da giovani si resta coinvolti dai sentimenti dell’adesso, e il futuro si dipinge come proiezione di sensazioni ed emozioni forti, che ti prendono fino in fondo, senza riserve. Ma a questa età…il tuo futuro lo hai già incontrato, non è più il mare aperto: ti lasci ancora sedurre pienamente dal sentimento, ma guardando avanti… L’ esperienza e il senso di responsabilità ti consentono di evitare certi atteggiamenti e prese di posizione, impossibili nella fase giovanile. Quello che è certo è che non esiste un’età dell’amore, e si può con convinzione sostenere che l’amore non può e non deve andare in pensione!
Io sarò anche troppo pieno di cautela, lei non manca mai di sottolinearmelo. Quello che mi sta capitando è che sto scoprendo parti nuove di me, che non erano mai state sollecitate. E’ come se il mio io andasse incontro a una nuova fioritura. E queste sollecitazioni sono da un lato certamente piacevolissime, ma dall’altra entrano in collisione con un rapporto ormai “rodato” in una vita con me stesso, fatto anche di concessioni e censure, compensazioni e, perché no, piccole bugie. Credo che l’innamoramento a questa età sia un continuo “andare avanti e tornare indietro”. In questo senso Lina mi è poco di aiuto, fatica a comprenderle. Lei è più sul “va dove ti porta il cuore”: il sentimento come fonte di ispirazione dell’agire. Vive nella immediatezza di ciò che sente, l’intuizione può più della riflessione. Non comprende il mio “scavare per comprendere”. Secondo lei è un “prendere le distanze” che non consente di vivere fino in fondo la piacevolezza o l’intensità di una emozione. Secondo lei potrei essere più “felice” se abbandonassi questo sguardo che lei considera “inutilmente cerebrale”. Le chiedo che cosa le hanno lasciato le storie che ha vissuto, e lei candidamente mi risponde che si sente ricca di bei ricordi, di momenti intensi. E che finché questa intensità non è venuta meno, il rapporto con l’altro è rimasto saldo. Per lei “l’amore per sempre” non esiste. E’ destinato prima o poi a “sfiorire”, ad esaurire la sua “carica”. E quindi è giusto chiudere.
Confesso di non ritrovarmi in questi pensieri. Mi sembra un approccio un po’ “consumistico”, egoistico, forse c’è anche dell’altro in un rapporto a due. Ma a parte ciò, se questo è il suo pensiero, allora perché mi ha chiesto di sposarla? Alla domanda non era impreparata: non si è scomposta. Per me qualche incongruenza…per lei assolutamente no. Tu sei diverso, Gino, mi ha risposto. Con te sto scoprendo qualcosa di cui prima non avvertivo la mancanza e di cui non posso farne a meno ora. Quanta bellezza è racchiusa in ogni istante della vita, e tu sei così bravo nel condurmi lì, per scoprirla ogni volta. Si, fermarsi ogni tanto serve, serve. Ma non più di quel tanto…. altrimenti….che noia….
La nostra chiacchierata è finita lì, sul rischio della noia. Un segnale per me.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.