LE RIFLESSIONI DI GINO, UNO DI NOI: “Dio esiste?” (44)

Pubblicato il 22 Agosto 2021 in Letture Ideas
dio

Confesso che Dio non ha mai avuto spazio nella mia vita. Non sono un ateo, non combatto la chiesa, non mi sento un crociato contro la religione. Semplicemente sono arrivato oltre il giro di boa dei 60 anni senza di lui e non ne ho mai sentito la mancanza. Per la verità ho sempre un po’ sofferto la messa domenicale, cui andavo per non dispiacere mia madre, i pomeriggi in oratorio con il “momento di preghiera”. Non ne capivo il motivo, l’utilità. Ma il “quieto vivere”, bussola esistenziale fino alle porte del mio pensionamento, mi ha tenuto lontano dal problema, è stato un perfetto artificiere.

Ieri il mio cuore ha fatto un po’ le bizze. Perfettamente istruito dal cardiologo, autocontrollo pressione e pillolina, 10 minuti di coricata, e tutto torna come prima. Sono momenti in cui non sto per nulla bene. So che ci devo convivere. Però…

Dio comincia a far capolino fra i miei pensieri. E’ così.

Lina oggi è a casa mia, sta preparando quello che voi sapete, ed è tutta indaffarata nell’opera di ingegno. Io la guardo, le chiedo se vuole una mano e lei mi risponde con un protettivo “lascia, ci penso io”. Ho l’impressione che le stia venendo il “complesso della badante”. Certamente il suo comportamento nei miei confronti è molto cambiato.

Si volta verso di me con il tagliere per tagliare la pancetta: “ma tu credi in Dio?”. La domanda mi sfugge, per una inconscia voglia di contagio: tagliere e coltello rimangono sospesi nell’aria.

“Ma che domanda mi fai?”.

“Pensieri, Lina, pensieri in libertà. E il bisogno di condividerli con te.”

“Me lo puoi chiedere in un altro momento?”.

Dio può anche rovinare una carbonara, forse. Acconsento.

Passa il pranzo, siamo al caffè.

“Ma perché mi hai fatto quella domanda?”.

“Non so, è da qualche giorno che mi frulla il pensiero della esistenza di Dio”.

“Non dirmi che hai paura di morire… lo sai che cosa ti ha detto il cardiologo”.

“Non scherzare, Lina, è una cosa molto seria. Ieri quando non sono stato bene, sono entrato in contatto con una sensazione strana, nuova: per un impercettibile istante mi sembrava che la vita si stesse congedando. Non è paura. Una sensazione, solo una sensazione. E quando la lasci alle spalle hai dentro di te ancora la sua impronta. E non è una impronta scritta sulla sabbia. Credo che la vita ogni tanto cerca di ricordarti che non è una sorta di “atto dovuto”.

“E allora hai pensato a Dio?”.

“Ho pensato che la vita ti è donata, e prima o poi devi restituirla. E il pensiero successivo è che vuoi restituirla bene. Se la vita è intrisa di amore, vuoi restituirla dimostrando quanto ti sei dato da fare per il contagio”.

“E Dio dove sta?”.

“Dio è il possessore di quella vita. E lo penso per chiedergli che mi dia abbastanza giorni per portare a termine il mio contagio come vorrei”.

Lina sorride. “Non avevo ancora sentito parlare di Dio così”.

“Improvvisamente ne sento in qualche modo la sua presenza. Se mi ha concesso la vita, lo ha fatto perché mi vuole bene, e quindi il suo dono non posso assolutamente sciuparlo. Forse è solo l’effetto allucinogeno delle pillole che prendo, chissà. Ma non riesco a distogliere la mia attenzione da questo. Ma tu ci credi?”

“Certo Gino. Senza questo caposaldo non avrei attraversato con abbastanza forza i momenti difficili della mia vita. E faccio fatica pensare ad una vita senza di lui”.

“E senza di me?”.

“Dai Gino… Comunque si, faccio fatica a pensarmi senza di te. E ringrazio lui perché ci ha fatti incontrare. Ho speso una vita per arrivare da te. Un lungo cammino che mi ha preparata nel modo migliore.

Non sono sicura di averti dentro di me, né di essere dentro di te, e neppure di possederti. E in ogni caso, non è al possesso che aspiro. Credo invece che siamo entrambi dentro un altro essere che abbiamo creato, e che si chiama noi”.

Per una volta Gino è rimasto senza parole. Il contagio è perfetto.

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