LE RIFLESSIONI DI GINO, UNO DI NOI: “La lavatrice” (40)

Pubblicato il 20 Agosto 2021 in Letture Ideas

Lo squillo del telefono è imperioso. Mi prenderete per matto, ma è così: quando chiama lei, il suono è diverso. Lina ha qualche problema. “Corri subito! La lavatrice ha fatto un baccano terribile e si è fermata”.

Inutile discutere: il mondo è in grave pericolo. Col piglio del super eroe inforco la mia Focus, e in men che non si dica sono sul luogo della tragedia. Niente perdite di acqua, niente elettricità saltata, solo una grossa scatola metallica defunta. Il mondo può ancora sperare.

“Gino, cosa faccio adesso?”.

“Chiama l’assistenza. Hai idee migliori?”

“Pensavo di cambiarla, ormai ha 15 anni….non lavava più neanche così bene..”

“Come vuoi, allora bisogna fare qualche giretto in qualche centro commerciale..”

“Possiamo andare subito?”

Sono le 4 del pomeriggio. Non posso negarmi. Mi viene in mente che dalle parti di piazza Napoli, quindi non esageratamente lontano, c’è un grosso rivenditore di elettrodomestici, pc, telefoni, hifi….

E lì andiamo. Lina ha le idee molto chiare su quel che vuole: non spendere molto. Provo a spiegarle che forse qualche dettaglio in più serve. Mi becco un “Che cosa ne sai tu! Son cose da donne”. Ritorna quel suo comportamento. Il panico la riporta per un momento nella ragionevolezza: davanti a un corridoio di almeno 20 lavatrici schierate come bravi soldatini in parata si blocca, mi guarda e mi dice: “E adesso?”.  Non mi sposto di un millimetro. “Chiedi a un venditore”. Fingo di essere un po’ risentito. Mentre Lina, con il piglio di un archeologo che sente vicina la grande scoperta cerca un venditore disponibile, faccio perlustrazione per capire l’offerta esposta. C’è di tutto. Il venditore arriva. Una lunga treccia raccolta appoggiata ad un corpo di non più di 20 anni di vita, addobbato di tatuaggi a motivo floreale. Pure colorati. Molto educato. Almeno quello. Prova con qualche domanda, per capire gli orientamenti di Lina. Lei gli regala un po’ di “boh, non so, forse”. E’ una scena molto comica. Mi chiedo se lui almeno una volta nella sua breve vita si sia lavato i pedalini con una lavatrice qualunque. Dubito. Lina si aspetta probabilmente un “rabdomante” del suo pensiero, capace di intuire, quel che lei ha bisogno. Solo guardandola negli occhi. Lui invece ha solo mandato giù a memoria qualche chilo di listini, probabilmente si muove con le dritte del “capo” o di qualche collega più anziano. La situazione entra in stallo. “Signora, facciamo così. Faccia un giro, guardi quello che c’è esposto. Poi, quando ha le idee più chiare, mi chiama. Io sono qui”. Messaggio: non mi faccia perdere tempo. Lina mi guarda, io fingo indifferenza. “Gino, mi dai una mano?”. “Lina, prima mi hai detto che son cose da donne, che io non ci capisco niente. Bene, segui il consiglio del venditore”. Chissà che con questa volta finalmente perderà l’abitudine di non ascoltarmi. Vediamo.

Il suo orgoglio, che io conosco molto bene, tira su le paratie stagne. Non commenta e comincia la perlustrazione. “Lina, mentre tu fai il giro, io guardo un attimo i televisori”. E mi allontano. In realtà non per i televisori, ma per sfidare il suo orgoglio. Vediamo nella palese difficoltà, come ne esce. Passano 20 minuti, ho ormai imparato a memoria i filmati promo dei televisori esposti, ma non cedo. Sia lei a cercarmi.

E infatti arriva. “Gino, ti prego, aiutami, non ci capisco niente”. “Hai cambiato idea su di me?”

Lina sbuffa. “Ma come sei suscettibile!”

“Sarò anche suscettibile, ma non gradisco di essere spesso liquidato così facilmente. Almeno prima ascolta, poi decidi se il mio consiglio è utile o meno. Non deciderlo a priori. Questo si chiama ascoltare.”

“Senti, io ho il problema della lavatrice: mi dai una mano o no?”

“Potrei risponderti che ho da andare a fare la spesa, e che mi spiace, ma non posso ulteriormente fermarmi”

Il suo orgoglio sta giocando la sua ultima carta. Sbuffa di nuovo. Torna verso le lavatrici. La seguo.

“Così non mi piace, Lina. In questo momento ho davvero una gran voglia di lasciarti qui da sola”

“Va bene, ho sbagliato. Mi dai una mano adesso?”

“Certo, con la promessa che cercherai di ascoltarmi un po’ di più”

“Ti faccio una bella carbonara stasera…”

“Non sono arrabbiato Lina, però fatico ad accettare quel tuo comportamento. Non sottovalutare quel che sto cercando di dirti”.

“Ne parliamo dopo. Ora possiamo risolvere?”

Taglio corto. Le indico due modelli, scelti per capacità del cestello, consumo, affidabilità della marca. Lei li guarda, li tasta. “Ma non potevi dirmelo subito?”.

Chiamo il venditore. Arriva con la sua lenta camminata. Gli indico i due modelli e lui snocciola quanto la sua memoria gli permette. Lina lo ascolta e decide.

Perfeziona l’acquisto e usciamo: sono silenzioso. “Ma era il caso di fare tutte quelle scene per una lavatrice?”

“Evidentemente non cogli quanto mi dia fastidio quando mi dici ‘tu non capisci’. Mi spiace”

“Sei proprio smisuratamente suscettibile”

“L’orgoglio può suscitare la suscettibilità anche in chi riposa beata. Il problema della lavatrice è risolto. Per cui ora posso tornare a casa e fare la spesa. Ciao Lina.”

“Ma Gino!”

“Mi spiace Lina, ma qualche volta il tuo orgoglio proprio mi è insopportabile, e preferisco lasciarti per liberarmene. Domani andrà meglio”

Non volevo andare via così. Ma quel comportamento proprio fatico a digerirlo. Avrà finalmente capito?

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