Numeri da allarme rosso quelli che arrivano dall’Annuario degli Spettacoli di Siae, la fonte principale per gli addetti ai lavori dell’intrattenimento, la cui uscita quest’anno, eccezionalmente, è stata spostata all’autunno proprio per tenere conto dell’impatto del Covid-19. Ci sono i numeri di come sono andati cinema, teatri, concerti, mostre, eventi sportivi, discoteche e spettacoli di arte varia nel 2019, ma soprattutto c’è il confronto tra i ricavi che queste stesse attività hanno realizzato nelle prime metà degli ultimi due anni. Una spesa del pubblico calata di 1,8 miliardi prendendo a esame il primo semestre 2020 nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente. Tradotto in percentuale si tratta del 72,9% in meno, con una spesa al botteghino scesa di oltre 847 milioni (-66,9%).
A fine anno scorso la spesa del pubblico complessiva si attestava sui 4,99 miliardi, in crescita del 2,9% sul 2018. “Volgendo lo sguardo al periodo pre Covid”, commenta il presidente della Società autori ed editori Giulio Repetti, in arte Mogol, “i dati ci confortano e ci danno fiducia: testimoniano, infatti, in maniera significativa, come il pubblico ritenga parte integrante della propria cultura e delle proprie capacità emozionali la partecipazione agli eventi di spettacolo”. Ma il terremoto in atto per la filiera sarà difficilissimo da metabolizzare. Anche perché è arrivato dopo un 2019 in cui tutti gli indicatori dell’attività di spettacolo sono stati in terreno positivo rispetto al 2018: aumentati gli eventi proposti (+1,10%), oltre 246 milioni di biglietti o abbonamenti acquistati dagli spettatori (+5,82%) con una spesa al botteghino che ha sfiorato i 2,8 miliardi di euro (+5,49%). Quest’ultimo dato si avvicina ai 5 miliardi di euro (+ 2,91%) se si aggiungono i servizi accessori offerti. Cinema (+13,91% gli ingressi e +15,97% il volume d’affari) e teatri (+2,81% gli ingressi e + 5,75% il volume d’affari) stavano dando segnali chiari di crescita.
Per i teatri i numeri sono drammatici, tra milioni di incassi persi e una stagione interlocutoria. La Fenice di Venezia, ad esempio, ha 300 dipendenti stabili e ne convergono in media altri 450 ogni anno per i vari spettacoli. Sono tutti in cassa integrazione e la perdita iniziale è stata di 8 milioni di euro, quasi un quinto del fatturato di un intero anno, 34 milioni. Il teatro dell’Opera di Roma ha calcolato inizialmente una perdita di 4,4 milioni, a casa i 650 dipendenti, e rimandate a date da destinarsi tutte le produzioni in cartellone. Per il Teatro Regio di Torino le perdite stimate a inizio estate erano 1,5 milioni di incassi. Secondo l’Agis “I dati della prima metà del 2021 saranno ancora peggiori. Per il futuro sarà importantissimo pensare a fondi sul tema della ripartenza. C’è un pubblico da riabituare. Dopo lo stop della pandemia quella fase sarà estremamente difficile”.
Teatri senza pubblico, ma si lavora per lo streaming
Su alcuni palcoscenici italiani però il lavoro non si è interrotto. Nei teatri stabili delle principali città italiane, da Milano a Palermo, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza, alcune compagnie di prosa hanno continuato ad effettuare le prove degli spettacoli che erano in programma, mentre attraverso i canali social o Youtube è stato mostrato al pubblico il lavoro dietro le quinte, sono stati attivati laboratori, e qualcuno ha debuttato direttamente in streaming. Iniziative messe in piedi dai teatri di prosa per continuare a tenere un filo diretto con il proprio pubblico in attesa di poterlo riaccogliere in platea, ma che non sopperiscono in alcun modo ai mancati incassi, visto che sono offerte a titolo gratuito.
Il Teatro Stabile del Veneto ha creato una piattaforma gratuita, “Backstage”, su cui in questi mesi sono confluiti spettacoli allestiti per il web dai teatri Goldoni di Venezia, Del Monaco di Treviso e Verdi di Padova e dove è possibile vedere “Romeo e Giulietta. Una canzone d’amore” con Ugo Pagliai e Paola Gassman, che avrebbe dovuto aprire la stagione del Goldoni. O anche un debutto direttamente in streaming: “I due gemelli veneziani” di Carlo Goldoni diretto da Valter Malosti, che consente di non fermare una macchina teatrale che coinvolge 30 lavoratori tra attori, cast artistico e maestranze.
Tra i primi teatri a sfruttare il web c’è stato il Biondo di Palermo: sul canale YouTube del teatro “Viva la vida”, spettacolo dedicato a Frida Kahlo, seguito poi da un estratto de “Il Misantropo” con la giovane compagnia diretta da Fabrizio Falco, ma anche lezioni, incontri della Scuola di teatro, e il nuovo progetto internazionale “The House of Us”, ideato e condotto da Irina Brook, figlia del regista Peter Brook, sul fenomeno dell’Hikikomori. Il neodirettore del Piccolo di Milano, Claudio Longhi sul profilo Facebook ha continuato a proporre servizi su spettacoli in prova, come “Edificio 3”, scritto e diretto da Claudio Tolcachir.
Ma oltre allo streaming, ci sono eventi anche più particolari. Ve li raccontiamo nelle pagine qui accanto.
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