Gli antibiotici rappresentano un grande successo della ricerca farmacologica: hanno consentito di curare malattie (la polmonite, per esempio) che fino alla metà del secolo scorso causavano molte morti. Questa risorsa preziosa ora è messa a rischio perché stanno diventando più frequenti ceppi di batteri che oppongono resistenza agli antibiotici
Alcuni di questi resistono a più antibiotici differenti (multi-resistenti), anche ai medicinali più recenti. Il numero di casi di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici è in aumento in tutto il mondo e l’Italia è tra i Paesi europei maggiormente colpita da questo problema: si stima che nel nostro Paese il numero di morti /anno a causa di queste infezioni sia 11.000, un terzo di tutti i decessi in Europa.
Resistenza agli antibiotici: una seria minaccia alla salute pubblica
Per le autorità sanitarie nazionali e internazionali la resistenza agli antibiotici rappresenta una seria minaccia alla salute pubblica. Secondo alcuni esperti se non si affronta in modo serio questa emergenza tra 30 anni il numero di morti causati dall’antibiotico-resistenza potrebbe superare quello dei morti da tumore.
La probabilità di contrarre questo tipo di infezione aumenta nel contesto ospedaliero e nelle residenze sanitarie per anziani. I batteri possono essere trasmessi da un paziente all’altro dagli operatori sanitari oppure attraverso le superfici o gli strumenti contaminati.
Il rischio di avere gravi conseguenze dopo un’infezione resistente agli antibiotici dipende dalle condizioni generali di salute della persona e dalla capacità del sistema immunitario di combattere contro il batterio “invasore”. pazienti in ospedale sono spesso più deboli a causa delle patologie che hanno richiesto il ricovero o perché hanno subito un intervento chirurgico e i gruppi di età con il rischio più alto di forme gravi sono i neonati e gli anziani.
Le cause della resistenza agli antibiotici
L’aumento della cosiddetta antibiotico-resistenza è un fenomeno che ha più cause, che possono essere riassunte nell’uso inappropriato degli antibiotici per curare le infezioni nell’uomo, nell’uso degli antibiotici negli allevamenti e nella presenza di questi farmaci nell’ambiente.
L’Italia è tra le nazioni europee con il consumo di medicinali più elevato, sia quello umano sia quello destinato agli animali. Non solo, spesso vengono impiegati antibiotici che dovrebbero essere riservati a infezioni più gravi da trattare all’interno dell’ospedale. Questa combinazione è particolarmente pericolosa: maggiore è l’assunzione di antibiotici potenti, più è elevata la probabilità che nel tempo emergano ceppi di batteri in grado di sopravvivere a più antibiotici. Questi avranno un vantaggio evolutivo e quando sarà necessaria una cura anche l’antibiotico più potente potrebbe fallire.
Anche l’uso negli animali da allevamento rappresenta un problema per la selezione di batteri resistenti agli antibiotici. Questi batteri possono diffondersi tra gli animali e essere poi trasmessi all’uomo tramite il contatto diretto (come nel caso degli allevatori), oppure attraverso il consumo di alimenti di origine animale, come la carne non adeguatamente cotta, o ancora contaminando l’ambiente (acqua, suolo).
Contrariamente a quanto si è portati a pensare, il rischio, invece, di assumere indirettamente gli antibiotici attraverso la carne è estremamente basso: ci sono, infatti, norme che impongono un periodo di tempo dalla somministrazione degli antibiotici alla macellazione. Solo in casi estremamente rari ai controlli che vengono effettuati nei campioni di carne sono misurati questi farmaci.
Come ridurre la resistenza agli antibiotici
Per poter affrontare questo problema si deve utilizzare un approccio integrato (si parla di approccio One Health) che contempli insieme la salute umana, quella animale e ambientale.
Come singoli possiamo fare poco per ridurre il consumo degli antibiotici negli animali da allevamento, mentre abbiamo una responsabilità nell’utilizzare questi farmaci in modo appropriato.
Molte infezioni, soprattutto quelle delle vie aeree superiori, sono dovute a virus e gli antibiotici sono inefficaci. Un esempio classico è quello dell’influenza e delle sindromi influenzali: gli antibiotici sono utili soltanto se insorge un’infezione batterica (chiamata sovrainfezione) successiva all’influenza oppure se la persona è particolarmente a rischio per le sue condizioni di salute che questo avvenga, altrimenti sono completamente inutili.
Spesso i medici tendono a prescrivere gli antibiotici anche quando non necessari perché avvertono la pressione da parte dei pazienti. Essere consapevoli che ci sono infezioni che possono guarire da sole è importante per evitare un utilizzo inutile di farmaci che hanno effetti indesiderati.
Anche nei bambini (piccoli e grandi) la maggioranza delle infezioni respiratorie è dovuta a virus. Chi è nonno o nonna può essere d’aiuto tranquillizzando i genitori che il raffreddore e la tosse molto spesso si risolvono senza l’antibiotico e quest’ultimo non diminuisce il tempo necessario per la guarigione.
Gli antibiotici devono essere assunti quando è il medico a prescriverli, evitando di seguire i consigli di famigliari o amici e di utilizzare confezioni di farmaci disponibili nell’armadietto dei medicinali.
È importante seguire le indicazioni del proprio medico sullo schema di dosaggio e la durata della terapia. Rispettare l’intervallo tra una dose e l’altra è spesso essenziale per garantire che l’efficacia dell’antibiotico sia mantenuta. Quando si dimentica una dose o si interrompe la terapia troppo presto c’è il rischio che i batteri responsabili dell’infezione non siano stati completamente eliminati.
Osservare le comuni norme igieniche, e farle osservare nel caso ci si prenda cura dei nipoti, è molto importante per diminuire il rischio di infezione e di entrare in contatto con batteri resistenti agli antibiotici. In particolare, lavare frequentemente le mani, pulire attentamente frutta e verdura e osservare le norme igieniche quando si preparano i cibi, soprattutto se si ha a che fare con la carne cruda, riduce il rischio di imbattersi in patogeni potenzialmente pericolosi.
Letture consigliate
Ministero della Salute. Antibiotico-resistenza https://www.salute.gov.it/portale/antibioticoresistenza/homeAntibioticoResistenza.jsp
European Centre for Disease Prevention and Control. Antimicrobial resistance
https://www.ecdc.europa.eu/en/antimicrobial-resistance
Cassini A, et al. Attributable deaths and disability-adjusted life-years caused by infections with antibiotic-resistant bacteria in the EU and the European Economic Area in 2015: a population-level modelling analysis. Lancet Infect Dis. 2019;19(1):56-66. doi: 10.1016/S1473-3099(18)30605-4.
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