L’argomento è di particolare attualità e interessa l’intera popolazione: uomini e donne, giovani e anziani, sportivi e sedentari. Parliamo di “integratori alimentari”, ovvero sostanze che vengono formulate per integrare la normale dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive
Si tratta di vitamine e sali minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale.
Integratori alimentari: si parla sempre dei molti vantaggi, quasi mai dei rischi
Gli integratori di vitamine e minerali sono senza dubbio i supplementi dietetici più utilizzati in ogni parte del mondo. Il loro utilizzo si basa sulla comune e falsa convinzione che non abbiano alcun effetto negativo, anche nel caso non raggiungano l’effetto desiderato. Purtroppo, però, diversi studi scientifici dimostrano che, se non necessari per correggere uno stato di accertata carenza, assumere integratori multivitaminici o di minerali non solo non comporta benefici, ma potrebbe essere addirittura rischioso. Vediamo perché.
Nell’era dell’abbondanza e della sovra-alimentazione sembra assurda la necessità di integrare la dieta, ma è stato stimato che un numero significativo di persone soffre o è a rischio di malnutrizione. Essa è una condizione che si verifica a causa di:
– inadeguata assunzione di nutrienti attraverso la dieta o anomalo assorbimento degli stessi;
– eccessivo dispendio energetico o aumentato fabbisogno in condizioni particolari (es. gravidanza);
– condizioni patologiche.
Una dieta sana, varia e ricca di cibi freschi è la strategia più importante per non incorrere in uno stato di malnutrizione. Sappiamo, infatti, che molte lavorazioni a cui sottoponiamo gli alimenti contribuiscono alla perdita di micronutrienti essenziali poco stabili, come le vitamine (Fig.1).
Inoltre, il contenuto di livelli differenti delle diverse vitamine negli alimenti fa sì che per alcune di esse il rischio di apporto inadeguato sia particolarmente alto nell’ambito di stili alimentari poco diversificati e non perfettamente bilanciati. È il caso di alcune vitamine del gruppo B, per le quali le fonti d’elezione sono cibi di origine animale, che possono essere quindi presenti in quantità insufficienti nelle diete vegane strette.
Un caso invece a sé è quello della vitamina D, il cui apporto attraverso la dieta è piuttosto limitato. Per scongiurare il rischio di carenza di vitamina D però è sufficiente esporsi alla luce solare e quindi suggerire sia ad adulti sia ai bambini che le attività quotidiane vengano svolte in ambienti aperti, almeno nel corso della bella stagione.
Come per le vitamine, carenze di minerali possono essere legate ad un rischio di carenza attribuibile soprattutto a diete di esclusione, come nel caso di calcio e ferro (presenti in concentrazioni elevate e ad alta biodisponibilità in latte e carne rispettivamente), oppure alla concomitante presenza nell’alimento di “anti-nutrienti” (es. fibre), che possono interferire con l’assorbimento a livello intestinale. Ad esempio, gli stessi calcio e ferro se apportati da fonti vegetali sono assorbiti in modo incompleto, mentre l’Agenzia Europea Per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha evidenziato, per esempio, che il fabbisogno di ferro potrebbe essere soddisfatto facilmente attraverso il consumo di fonti animali (carne e pesce) in una porzione singola da almeno 50 g. In soggetti vegetariani o vegani, pertanto, la necessità di supplementazione potrebbe essere presa in considerazione. In ogni caso, è utile sapere che l’assorbimento del ferro può essere facilitato anche dalla concomitante presenza di vitamina C, fornita ad esempio dagli agrumi (es. è bene condire sia le carni che le verdure con spremuta di limone).
Nonostante scarseggino le raccomandazioni all’uso degli integratori alimentari, i sondaggi rilevano che gran parte della popolazione generale faccia uso di supplementi dietetici per “migliorare salute e benessere generale e colmare eventuali – ma non accertate – carenze nutrizionali della dieta”. Il Centro americano per il controllo e la prevenzione delle patologie (CDC), attraverso un’ampia intervista nazionale (National Health and Nutrition Examination Survey, NHANES) – tra il 1999-2000 e il 2009 -2010 ha richiesto ad un vasto numero di soggetti, se avessero usato integratori dietetici nei 30 giorni precedenti; quasi il 40% ha riferito l’uso di multivitaminici contenenti tre o più vitamine. Nel corso dello studio, si sono verificati 3600 decessi tra i partecipanti (inclusi 945 attribuiti a malattie cardiovascolari e 805 attribuiti a cancro). Si è cercato di stabilire l’associazione tra l’assunzione di alcuni integratori alimentari e la mortalità registrata. I risultati, pubblicati su una prestigiosa rivista scientifica internazionale, confermano che la supplementazione costante di multivitaminici e sali minerali non è associata ad alcun effetto protettivo su mortalità, rischio di tumori o malattie cardiovascolari, ma che, al contrario, non è del tutto priva di rischi. L’eccesso di alcune vitamine che si depositano nei grassi (dette vitamine liposolubili) può comportare effetti tossici: è stato rilevato, infatti, un piccolo aumento della mortalità associato al consumo regolare di beta-carotene e vitamina E, suggerendo che la supplementazione vitaminica in una popolazione di adulti e anziani senza evidenti carenze nutrizionali non offre vantaggi apprezzabili sul piano clinico, ma comporti solo possibili rischi.
Conclusioni
E’ importante veicolare il messaggio ai propri amici e ai propri nipoti che spetta sempre al Medico valutare eventuali carenze e consigliare un’integrazione specifica, evitando il fai-da-te, molto spesso dannoso. In assenza di deficit accertato, o di particolari situazioni cliniche e fisiologiche, è sempre meglio raggiungere il fabbisogno raccomandato di vitamine, minerali e altri nutrienti con una dieta sana e bilanciata che segua il modello della dieta mediterranea, ricca in vegetali e frutta freschi. Infatti, i benefici che derivano dall’assunzione di vitamine e minerali dagli alimenti, non sembrano riproducibili quando queste sostanze vengono ingerite sotto forma di integratori e non esistono evidenze scientifiche che dimostrino che la supplementazione di multivitaminici e sali minerali sia associata ad effetti benefici e protettivi sul rischio di insorgenza di malattie.
Per la prevenzione delle malattie (es. cardiovascolari e tumori) è invece molto importante seguire un adeguato stile di vita in generale: oltre ad una corretta alimentazione, è cruciale astenersi dal fumo, evitare o limitare moltissimo il consumo di alcolici e svolgere regolarmente attività fisica.
Letture consigliate
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Carlotta Franchi è responsabile del Laboratorio di Farmacoepidemiologia e Nutrizione Umana presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Ha quasi 20 anni di esperienza nella ricerca biomedica e da sempre si occupa di studiare il consumo dei farmaci, la loro appropriatezza d’uso e che impatto questi possano avere sulla salute umana, soprattutto nelle popolazioni più fragili, come gli anziani, che spesso assumono tanti farmaci contemporaneamente.
Più recentemente è divenuta coordinatrice scientifica dell’Italian Institute For Planetary Health, che ha l’obiettivo di promuovere ricerca scientifica per studiare il rapporto tra salubrità e sostenibilità dell’alimentazione e gli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute umana.
Francesca Orsini, Biologa Nutrizionista iscritta all’Ordine dei Biologi – Dottore di Ricerca in Scienze e Tecnologie per gli Alimenti e la Nutrizione.
Ha collaborato presso diversi enti di Ricerca, tra i quali l’Università Campus Bio-medico di Roma, il Centro Nazionale delle Ricerche, l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Attualmente assegnista presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, collabora a diversi progetti che riguardano l’alimentazione a 360°, in particolare: l’impatto della dieta sulla salute dell’uomo e le ripercussioni delle varie categorie alimentari sulla salute del Pianeta.
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