11 – “Malattie evitabili”, cioè patologie a lungo termine, che richiedono continue terapie, di Lidia Staszewsky

Pubblicato il 6 Maggio 2024 in Wellness Salute
malattie evitabili

Le malattie evitabili o malattie croniche non trasmissibili (NCD) sono la principale causa di morte e di disabilità nel mondo. Si riferiscono a un gruppo di patologie la cui caratteristica è quella di avere conseguenze sulla salute a lungo termine e di necessitare di cure e terapie in modo continuo

Le malattie evitabili includono le malattie cardiovascolari e cerebrovascolari, il diabete di tipo 2, le malattie polmonari croniche come la broncopneumopatia cronica e i tumori (Nota bene: molte altre condizioni importanti sono anche considerate malattie non trasmissibili, inclusi infortuni e disturbi mentali, argomenti che non saranno inclusi in questo articolo). Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’86% dei decessi, il 77% della perdita di anni di vita in buona salute e il 75% delle spese sanitarie in Europa e in Italia sono provocate da malattie evitabili.

Malattie evitabili e il valore della prevenzione

Molte malattie evitabili possono essere prevenute riducendo i fattori di rischio comuni come quelli comportamentali legati agli stili di vita (uso di tabacco, alimentazione non salutare, uso di alcol e sedentarietà), clinici (pressione sanguigna elevata, sovrappeso e obesità, aumentato glucosio nel sangue e colesterolo) e ambientali (inquinamento dell’aria, sia dentro sia fuori le nostre case). Questi fattori di rischio da soli, sono responsabili del 60% della perdita di anni di vita in buona salute in Europa e in Italia.

Un cambiamento è certamente possibile; oltre alle nostre responsabilità per le scelte individuali del vivere comune, è importante ricordare che, le nostre azioni sono fortemente influenzate da fattori sociali, culturali e ambientali e anche da fattori commerciali/economici. La pubblicità e le regole accattivanti del marketing come la formulazione, il design delle confezioni, l’esaltazione di certi gusti e sapori influenzano lo stile di vita dei consumatori, in modo particolare dei più giovani.

E’ qui dove la presa di coscienza individuale e il ruolo dello stato, delle scuole, dei media, deve impegnarsi per trasmettere una informazione corretta con l’obiettivo di evitare il fumo, il consumo di alcol o di alimeni e diete non salutari in modo da ridurre l’incidenza delle malattie evitabili.

Di seguito una breve analisi dei fattori da prendere in considerazione per ognuna di loro:

Malattie evitabili: cardiovascolari e cerebrovascolari

Le malattie cardiovascolari sono diventate la principale causa di morte nei paesi industrializzati. In primis, la cardiopatia ischemica comprende un gruppo di malattie tra cui anche l’infarto miocardico, patologia che colpisce nella maggior parte dei casi soggetti giovani-adulti nel pieno dell’efficienza psico-fisica e lavorativa e l’ictus cerebrale.

 

malattie evitabili

 

Il modo migliore per ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari e cerebrovascolari è ridurre e prevenire l’aterosclerosi.  Questa è una malattia caratterizzata dalla formazione di placche all’interno delle arterie. Queste placche sono costituite da una combinazione di grassi, colesterolo, calcio e altre sostanze circolanti nel sangue. La placca aterosclerotica può crescere fino a chiudere il lume di un vaso o rompersi generando una reazione infiammatoria e trombotica che porta alla chiusura del vaso e causa eventi gravi come l’infarto o l’ictus.

L’ipertensione, il diabete, il fumo, livelli aumentati di colesterolo nel sangue, livelli ematici alti di glucosio, sono tutti fattori di rischio che possono danneggiare la parete dei vasi e contribuire alla formazione delle placche aterosclerotiche. Per questo motivo per evitare che si sviluppino le lesioni aterosclerotiche è necessario:

  • Smettere di fumare: il fumo danneggia le arterie.
  • Eseguire regolarmente esercizio fisico: questo ridurrà il rischio di malattie cardiache e di ictus.
  • Mantenere un giusto peso: se si è in sovrappeso, una perdita di peso si circa 5-10% in sei mesi, sempre seguendo un programma strutturato sulle necessità e condizioni individuali con il supporto di un professionista della salute, può aiutare a ridurre il rischio di contrarre malattie cardiovascolari. In particolare si deve considerare che la misura del girovita non deve superare i 94 cm negli gli uomini e 80 cm nelle donne; superare questa soglia implica avere un maggior rischio di eventi cardiovascolari.
  • Seguire una dieta sana: ci sono molte prove scientifiche che mangiare pesce (come aringhe, sgombri, salmone e sardine) protegge dalle malattie cardiovascolari soprattutto se si mangiano due-tre porzioni di pesce a settimana.
  • Ridurre il consumo di sale fino a un massimo di 6 g al giorno, e meno per i bambini, risulta una importante misura di prevenzione.
  • Bere alcolici con moderazione: si ritiene che una unità (un’unità= 8 g) di alcol al giorno proteggano il cuore negli uomini sopra i 40 anni e nelle donne dopo la menopausa. Ricordare però che l’eccesso di alcol aumenta il rischio di presentare eventi cardiovascolari.
  • Gestire lo stress: non ci sono prove che lo stress sia un fattore di rischio diretto, ma non si può escludere che possa essere un cofattore. Cercare di imparare alcune tecniche per rilassarsi, socializzare, leggere, risultano molto utili.
  • Fare attenzione ai campanelli di allarme Oltre al controllo dei fattori di rischio e importante stare attenti a non sottovalutare certi sintomi che devono essere motivo di un consulto medico, in particolare:Mancanza di respiro e affaticamento di nuova insorgenza, durante un’attività routinaria.Dolore al petto, al braccio o alla mandibola: un dolore oppressivo che dura minuti, accompagnato o no, da sudorazione fredda e che aumenta con un minimo sforzo, Palpitazioni (battiti che possiamo sentire come colpi mancanti, irregolari o veloci nel petto o nel collo), se prolungati e associati a capogiri o perdita della coscienza.

Ricordare sempre che il racconto con la descrizione dei propri sintomi in forma chiara rappresenta una fonte importantissima d’informazione per il medico che deve fare una diagnosi.

Malattie evitabili: Diabete mellito o diabete di tipo 2

Il diabete è una malattia metabolica cronica caratterizzata da livelli elevati di glucosio nel sangue (zucchero nel sangue), che porta nel tempo a gravi danni al cuore, ai vasi sanguigni, alla retina, ai reni e al sistema nervoso, principalmente a quello periferico.  In particolare il diabete di tipo 2 è il risultato di un ridotto utilizzo dell’insulina da parte delle cellule del nostro corpo e si diagnostica con la presenza di uno o più dei seguenti criteri:

  1. Una concentrazione di glucosio nel sangue (glicemia) a digiuno dalla sera precedente corrispondente a 126 mg/dl o più.
  2. Una glicemia di 200 mg/dl o più dopo 2 ore dalla somministrazione orale di 75 grammi di glucosio in soggetti a digiuno.
  3. Una concentrazione nel sangue di emoglobina glicosilata (HbA1c) superiore al 6,5 per cento.

Attualmente 537 milioni di adulti in tutto il mondo hanno il diabete. Nel 2045, la prevalenza del diabete è destinata a crescere del 16% per colpire 783 milioni di persone. In Europa il diabete di tipo 2 è presente nell’8,5% della popolazione adulta pari a circa 56,3 milioni di diabetici (20-79 anni) con una stima di crescita a circa 69 milioni entro il 2035. Le cifre sono allarmanti considerando che più di un adulto su 12 è portatore di diabete.

L’ Italia è in una posizione intermedia, con un diabetico ogni 18 persone, diventando più frequente nella popolazione con più di 65 anni, dove troviamo un diabetico ogni 6 individui. Si tratta in totale di 3,5 milioni di diabetici con un aumento di circa il 60 percento negli ultimi 20 anni passando perciò dal 3,8 al 5,8 percento della popolazione. Vi sono, come sempre, differenze regionali. Ad esempio abbiamo più diabete al Nord rispetto al Centro e al Sud.  Alle cifre di individui che hanno già una diagnosi di diabete tipo 2, si sommano 1-1,5 milioni di persone che non ha la percezione di avere il diabete, soprattutto agli esordi, quando la malattia è asintomatica, più 4,5 milioni di persone che presentano una condizione di pre-diabete.

I soggetti a rischio di diabete tipo 2 sono quelli che hanno un’età ≥ 45 anni, con parenti di primo grado diabetici, gli obesi (indice di massa corporea, BMI ≥ 30 Kg/m2) o i soggetti in sovrappeso (BMI ≥ 25 Kg/m2), sedentari, con ipertensione arteriosa o alterazioni del metabolismo lipidico (basse concentrazioni di colesterolo HDL (< 35 mg/dl) e/o ipertrigliceridemia (≥ 250 mg /dl) e i soggetti con ridotta tolleranza al glucosio o alterata glicemia a digiuno.

Anche in questa malattia evitabile, modificare lo stile di vita, non fumare, seguire una dieta sana e svolgere attività fisica, sono raccomandazione per tutti i pazienti diabetici o prediabetici, senza dimenticare, quando necessario, la terapia farmacologica aggiuntiva, in modo di ottenere il controllo della glicemia, dei fattori di rischio cardiometabolici (il sovrappeso/obesità, la pressione sistolica e diastolica elevata e i livelli aumentati di colesterolo e trigliceridi). In particolare, nei soggetti diabetici con rischio cardiovascolare alto, la pressione arteriosa dovrebbe essere minore di 130/80 mm Hg.

Il diabete è associato a diverse malattie cardiovascolari che rappresentano la causa principale di morbilità e mortalità spesso presentandosi precocemente e in una forma più grave se comparati agli individui senza diabete.

Le malattie cardiovascolari più frequentemente associate al diabete sono: la cardiopatia ischemica, l’insufficienza cardiaca (HF), l’ictus e la malattia delle arterie periferiche.  La comprensione e la guida a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari è fondamentale per migliorare i risultati clinici nei pazienti con diabete.

L’importanza della riduzione del rischio multifattoriale nella gestione del diabete

Nella figura vengono rappresentati i fattori che intervengono nella riduzione ottimale del rischio cardiovascolare nel diabete: controllo glicemico, controllo della pressione arteriosa, controllo dei livelli di lipidi nel sangue, nel caso sia indicato assumere terapie per proteggere la funzione renale. La gestione del peso, in individui con sovrappeso o obesità, è particolarmente una questione critica per affrontare il rischio di insufficienza cardiaca nel diabete. La cessazione del fumo e il cambio dello stile di vita, compresa una dieta sana e l’attività fisica, sono raccomandate per tutti i pazienti. Una terapia farmacologica aggiuntiva può essere necessaria per ottenere il controllo dei fattori di rischio cardiometabolico. Figura da: Bige Ozkan et al. Circolation. 1888 2023;147:1887–1890

Prevenzione delle complicazioni in un individuo diabetico:

  • Prevenzione della malattia renale e della progressione della malattia renale cronica:
  • Controllo glicemico ottimale e controllo della pressione arteriosa
  • Screening della funzione renale (creatinina, microalbuminuria)
  • Prevenzione dell’inizio e della progressione della retinopatia diabetica:
  • Screening per la retinopatia diabetica
  • Controllo glicemico ottimale

Malattie evitabili: Broncopatia ostruttiva cronica

La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è uno dei disturbi polmonari cronici più comuni negli adulti e comprende la bronchite cronica e l’enfisema. La rilevanza di questa patologia è tale che nel 2020 è diventata la terza causa di morte al mondo per aver causato 3.23 milioni di morti nell’anno 2019. La causa principale di BPCO è il fumo, nonostante adesso sappiamo che anche fattori diversi dal fumo di tabacco, come l’inquinamento ambientale e i detriti organici e chimici, possono contribuire alla BPCO. Questo spiega perché la BPCO può iniziare presto nella vita e colpire individui giovani in contatto con questi agenti.

L’α1-antitripsina è un inibitore della proteasi, prodotto principalmente dal fegato, che protegge il polmone. Certe persone presentano un difetto genetico a trasmissione ereditaria autosomica recessiva nella sintesi di questa proteina, che aumenta il rischio di BPCO ed enfisema polmonare.

 

Nella BPCO le vie aeree (note come bronchi e bronchioli) si ostruiscono a causa dell’infiammazione e dell’eccessiva produzione di espettorato (catarro), mentre nell’enfisema, gli alveoli (minuscole sacche d’aria del polmone in cui l’ossigeno viene assorbito e l’anidride carbonica viene rilasciata) vengono parzialmente distrutti. Questi problemi si traducono in difficoltà respiratoria e diminuzione della quantità di ossigeno che arriva ai tessuti del corpo.

Le nuove conoscenze aprono nuove opportunità per la prevenzione, la diagnosi precoce e la cura di queste malattie. È importante sottolineare che ad oggi diverse terapie farmacologiche e non farmacologiche hanno dimostrato di ridurre la mortalità dei pazienti con BPCO, ma, per implementarle, è necessario fare una diagnosi corretta. Pertanto, qualsiasi strategia mirata ad affrontare e migliorare la frequente sotto-diagnosi di BPCO nella comunità, dovrebbe essere rafforzata. I segni e sintomi sono: fiato corto, intolleranza all’esercizio, respiro sibilante, tosse, produzione di espettorato (catarro).

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Test diagnostici

La BPCO può essere lieve e non riconosciuta per diversi anni fino al peggioramento dei sintomi. Il medico può misurare i volumi respiratori con un test chiamato spirometria. A volte durante questo test viene somministrato un broncodilatatore (per valutare la presenza di broncospasmo). E’ fondamentale anche valutare i livelli di ossigeno e di anidride carbonica nel sangue ed eseguire il test di provocazione bronchiale, per la misura dell’ossido nitrico presente nell’aria espirata, che indica il livello di infiammazione bronchiale. Il livello di ossigeno può essere misurato indirettamente utilizzando un ossimetro, che misura la saturazione di ossigeno dell’emoglobina attraverso la superficie della pelle o dell’unghia. Una radiografia del torace può aiutare a determinare il grado di danno bronchiale e di enfisema e può anche indicare polmonite o altre malattie polmonari.

Trattamento

  • Smettere di fumare. Questo è il passo più importante nel trattamento di qualsiasi malattia evitabile e certamente per tutte le malattie polmonare, inclusa la BPCO.
  • I farmaci possono includere broncodilatatori, corticosteroidei (per ridurre l’infiammazione). Spesso, diversi tipi di farmaci vengono usati in combinazione. Alcune persone con diagnosi di BPCO hanno bisogno di ossigeno durante la notte, durante l’attività quotidiana o in modo permanente.
  • La riabilitazione polmonare, incluso camminare, può aiutare a migliorare lo stato funzionale (la capacità di svolgere le attività quotidiane).
  • I vaccini possono aiutare a prevenire o ridurre al minimo le infezioni concomitanti, come l’influenza, il COVID-19 o la malattia pneumococcica.
  • Evitare gli ambienti con alto inquinamento. Puoi trovare le previsioni sull’inquinamento dai bollettini meteorologici in modo da evitare di uscire di casa e di permanere troppo tempo in un ambiente aperto.

Malattie evitabili: Tumori

Come per le malattie trattate precedentemente la prevenzione dei tumori, in più della metà dei casi, si basa sui cambiamenti dello stile di vita. Questo significa:

  • Stop al fumo: il fumo non solo provoca il cancro ai polmoni, ma aumenta anche il rischio dei tumori della cavità orale, della vescica, dello stomaco e del collo dell’utero. Dobbiamo ricordare che le pipe, i sigari, i roll-up e le sigarette a basso contenuto di catrame non sono alternative possibili alla sigaretta. Anche il fumo passivo è un fattore di rischio per tanto dobbiamo evitare restare in un ambiente chiuso dove si fuma.
  • Bere meno alcol: l’alcol è un fattore di rischio per sette tipi di cancro. Il Cancer Research inglese inidca di non superare più di 175 mL di vino (un bicchiere e mezzo) o di 330 mL  di birra o di 40mL di super alcolici al giorno (solo uno di loro al giorno).
  • Seguire una dieta sana: una dieta sana dovrebbe includere cinque porzioni giornaliere di frutta e verdura, una porzione di pane integrale o di cereali e solo una piccola quantità di grassi saturi. Si dovrebbe mangiare meno carne rossa soprattutto se processata e ridurre i cibi conservati ricchi di sale. Dobbiamo ricordare che chi mangia tanta carne mangia meno frutta e verdura aumentando ancora il rischio.
  • Evitare gli integratori vitaminici perché, tranne che in situazioni di carenza patologica, non hanno una azione preventiva.
  • Mantenere un peso adeguato alla altezza: questo è possibile di conoscere calcolando l’indice di massa corporea (BMI) nel seguente modo: l’altezza elevata al quadrato (in metri) divisa per il proprio peso (in chilogrammi). I valori normali oscillano tra 18 e 25 m2/Kg è sano.
  • Eseguire regolarmente attività fisica: bastano solo 30 minuti al giorno per almeno cinque giorni alla settimana, di attività fisica di intensità moderata come potrebbe il camminare a passo sostenuto.
  • Fare attenzione alla esposizione al sole. Rimanere all’ombra tra le ore 11.00 e le ore 15.00, usare occhiali da sole con protezione UV e applicare liberamente e spesso una crema di protezione solare (SPF) di almeno fattore15.
  • Aderire ai programmi di screening offerti e promossi dal Servizio Sanitario Nazionale per i tumori al seno e all’intestino

Letture consigliate

https://www.epicentro.iss.it/croniche/guida-oms-Europa-system-thinking

https://www.epicentro.iss.it/croniche/oms-report-invisible-numbers-2022

https://find.cancerresearchuk.org/?q=alcohol&size=n_20_n

https://www.who.int/publications-detail/who-ucn-ncd-20.1

https://www.atsjournals.org/doi/10.1164/rccm.202301-0106PP

https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/chronic-obstructive-pulmonary-disease-(copd)

Ozkan B, Ndumele CE. Addressing Cardiovascular Risk in Diabetes: It’s More Than the Sugar. Circulation. 2023 Jun 20;147(25):1887-1890. doi:10.1161/CIRCULATIONAHA.123.065090. Epub 2023 Jun 19. PMID: 37335827.

Silvio Garattini. Il diabete di tipo 2. Una malattia evitabile. Edizioni LSWR, 2022. Pagine 11-20,


malattie evitabiliLa professoressa LIDIA STASZEWSKY, è nata nel 1957 a Tucumàn, in Argentina. Nel 1982 si laurea in Medicina e Chirurgia nella Facultad de Medicina, Universidad Nacional de Tucuman e nel 1997 nell’Università Statale di Milano. Nel 1987 si specializza in Cardiologia nell’Hospital Italiano, Buenos Aires, Argentina. Dal 1990 è ricercatrice presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica e poi del Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. Dal 2003 è responsabile del Servizio di Ecocardiografia Clinica e Sperimentale del Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare. Dipartimento di Danno Cerebrale e Cardiovascolare Acuto, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS

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