Sta sempre più diffondendosi il concetto di “fonti comuni di inquinamento (One Health)”, che si può riassumere brevemente in “salute per l’uomo, per gli animali e per l’ambiente”. Il che significa lotta alla rete diffusa e complessa di fattori inquinanti
La salute pubblica non va più vista in un mero termine di salute umana, ma va espansa all’ambiente in senso lato. Concetto che si è sviluppato in risposta alle evidenze della diffusione delle malattie zoonotiche tra le specie e alla crescente consapevolezza dell’interdipendenza della salute umana e animale e dell’ecologia.
Dobbiamo quindi avere cura dell’ambiente, di tutti i comparti ambientali, acqua, aria e suolo, cura della loro salute, prevenendone il degrado dovuto, anche, all’inquinamento.
Fonti comuni di inquinamento dell’acqua
Le fonti di inquinamento dell’acqua sono diverse e possono essere classificate in base alla loro origine. Una delle fonti più comuni è rappresentata dagli scarichi delle acque reflue domestiche e industriali. Questi scarichi contengono una varietà di sostanze inquinanti, come sostanze chimiche tossiche, metalli pesanti, oli, detergenti e antibiotici. Quando queste sostanze entrano nelle acque superficiali o sotterranee, hanno effetti sugli organismi acquatici e sulla qualità dell’acqua potabile.
Un’altra fonte di inquinamento dell’acqua è rappresentata dall’agricoltura intensiva. L’uso eccessivo di fertilizzanti chimici e pesticidi nelle pratiche agricole può portare all’erosione del suolo e all’infiltrazione di tali sostanze nelle acque sotterranee e superficiali. Questo causa la crescita eccessiva di alghe nelle acque, noto come eutrofizzazione, che a sua volta riduce la quantità di ossigeno disponibile per gli organismi acquatici, portando alla morte di specie acquatiche.
Le attività industriali sono un’altra importante fonte di inquinamento dell’acqua. Gli scarichi industriali possono contenere sostanze chimiche tossiche, metalli pesanti, solventi e prodotti chimici organici che contaminano le acque superficiali e sotterranee. Questo tipo di inquinamento è particolarmente dannoso per la vita acquatica e compromette la sicurezza dell’acqua potabile.
Le fuoriuscite di petrolio rappresentano una minaccia significativa per l’ecosistema acquatico. Gli incidenti nelle piattaforme petrolifere offshore o nei sistemi di trasporto provocano grandi quantità di petrolio che si riversano negli oceani, causando gravi danni alla fauna marina e agli habitat costieri.
Inoltre, le attività umane possono contribuire all‘inquinamento termico dell’acqua. Le centrali elettriche e altre industrie che utilizzano l’acqua per il raffreddamento restituiscono acqua calda nelle acque superficiali, causando cambiamenti nella temperatura dell’acqua e danni agli ecosistemi acquatici sensibili.
Le fonti comuni di inquinamento dell’aria
Includono le emissioni provenienti dai veicoli a motore. Le automobili, i camion, le moto e altri mezzi di trasporto emettono gas di scarico che contengono sostanze inquinanti come monossido di carbonio, ossidi di azoto (NOx) e particolato fine. Queste emissioni causano problemi respiratori, irritazione delle vie respiratorie e contribuire alla formazione di smog atmosferico.
Le attività industriali sono un’altra importante fonte di inquinamento dell’aria. Le fabbriche, le centrali elettriche, le raffinerie petrolifere e altre industrie emettono sostanze inquinanti come biossido di zolfo (SO2), ossidi di azoto, composti organici volatili (COV) e particolato fine. Queste emissioni industriali contribuiscono all’accumulo di inquinanti nell’aria, causando problemi di salute, danni agli ecosistemi e formazione di smog.
La combustione di combustibili fossili per la produzione di energia è un’altra fonte rilevante di inquinamento dell’aria. Le centrali elettriche a carbone e a olio combustibile emettono grandi quantità di biossido di carbonio (CO2), un gas a effetto serra che contribuisce al cambiamento climatico. Inoltre, queste centrali emettono anche altri inquinanti atmosferici come SO2, NOx e particolato fine.
Le attività domestiche e il riscaldamento residenziale sono fonti significative di inquinamento dell’aria, specialmente nelle aree urbane. L’uso di combustibili fossili per il riscaldamento, la cottura e l’illuminazione rilascia inquinanti come CO2, CO, NOx, SO2 e particolato fine. L’uso di biomasse come legna da ardere in stufe e camini contribuisce all’inquinamento atmosferico, specialmente in aree rurali.
Le attività agricole possono contribuire all’inquinamento dell’aria attraverso l’uso di fertilizzanti e pesticidi chimici. Questi prodotti rilasciano COV nell’aria, che reagiscono con altre sostanze chimiche atmosferiche e contribuiscono alla formazione di ozono troposferico, un inquinante atmosferico dannoso per la salute umana e per la vegetazione. Senza contare delle emissioni zootecniche, di metano, che causa l’effetto serra e, soprattutto, di ammoniaca, che concorre alla formazione del particolato.
Inoltre, le fonti naturali di inquinamento dell’aria includono gli incendi forestali, le eruzioni vulcaniche e le tempeste di polvere. Sebbene questi eventi siano parte del ciclo naturale, hanno effetti significativi sulla qualità dell’aria a livello locale e regionale.
Le fonti comuni di inquinamento del suolo
Le attività industriali sono una delle principali fonti di inquinamento del suolo. Le fabbriche e le industrie possono rilasciare sostanze chimiche tossiche, metalli pesanti e solventi che si infiltrano nel suolo. Questo tipo di inquinamento può essere dovuto a fuoriuscite accidentali, pratiche di smaltimento dei rifiuti inadeguate o accumulo di sostanze inquinanti nel corso degli anni. L’inquinamento industriale del suolo ne compromette la qualità per l’agricoltura e ha effetti negativi sulla salute delle persone e degli animali che vengono a contatto con il suolo contaminato.
L’uso intensivo di fertilizzanti e pesticidi nell’agricoltura è un’altra importante fonte di inquinamento del suolo. Questi prodotti chimici si infiltrano nel suolo e si accumulano nel corso del tempo, portando a un eccesso di sostanze chimiche e nutrienti nel suolo. Ciò danneggia la biodiversità del suolo, compromette la qualità del suolo per la crescita delle piante e contamina le acque sotterranee se i prodotti chimici vengono trasportati dalle piogge.
Le attività di smaltimento dei rifiuti possono anche contribuire all’inquinamento del suolo. I rifiuti solidi domestici e industriali che non vengono smaltiti correttamente possono contenere sostanze tossiche o pericolose che si infiltrano nel suolo, causando un inquinamento a lungo termine. I siti di smaltimento dei rifiuti possono essere particolarmente problematici se non sono gestiti correttamente, con il rischio di fuoriuscite di liquidi contaminati o di rifiuti che vengono dispersi nell’ambiente circostante.
Le fuoriuscite di petrolio rappresentano un’altra minaccia per il suolo. Gli incidenti nelle operazioni di estrazione, trasporto o raffinazione del petrolio causano fuoriuscite che contaminano il suolo circostante. Il petrolio e i suoi derivati persistono a lungo nel suolo, interferendo con la crescita delle piante e danneggiando l’ecosistema circostante.
Le attività di costruzione e l’urbanizzazione possono portare all’inquinamento del suolo attraverso la rimozione del terreno naturale, la compattazione del suolo e l’uso di materiali di costruzione contaminati. Questo altera le caratteristiche del suolo e influisce negativamente sulla sua capacità di sostenere la vegetazione e di filtrare le acque sotterranee.
Vediamo bene che ci sono fonti comuni a questi comparti ambientali, come l’agricoltura intensiva e l’industria, e fonti specifiche, come le acque reflue o le costruzioni civili e l’urbanizzazione.
Cosa possiamo fare quindi?
Per affrontare il problema dell’inquinamento dell’acqua, sono necessarie misure preventive e di gestione. Queste possono includere il trattamento delle acque reflue, il controllo e la riduzione dell’uso di sostanze chimiche nocive, l’implementazione di pratiche agricole sostenibili.
Per l’aria, sono necessarie misure di mitigazione e controllo. Ciò include l’adozione di tecnologie pulite e sostenibili nell’industria e nei trasporti, la riduzione delle emissioni dai processi di combustione, la promozione di energie rinnovabili e la sensibilizzazione sulla conservazione dell’energia.
Per l’inquinamento del suolo, come per l’acqua, sono necessarie misure preventive e di gestione. Pratiche agricole sostenibili, il controllo e la riduzione dell’uso di prodotti chimici nocivi.
Per tutti i comparti sono necessarie politiche ambientali rigorose, cooperazione internazionale oltre che una gestione adeguata e monitoraggi della qualità del comparto ambientale.
Ma non lasciamo ”ad altri” questo compito, gli “altri” siamo noi e tante piccole attività hanno dei grandi risultati. Comportamenti semplici, quale il pensiero del “kilometro zero”, applicato non solo alla frutta ma anche ai vestiti o al muoverci poco quando non serve e usare mezzi sufficienti allo scopo (la bici o la macchina?) hanno enormi risultati per tutti.
Nel 2019, secondo l’OMS, si sono verificati quasi 7 milioni di morti premature in tutto il mondo, a causa dell’effetto combinato dell’inquinamento sia all’aperto sia al chiuso (1). Nell’Unione Europea, nel 2020, si sono registrate oltre 200.000 morti premature attribuite all’esposizione a concentrazioni di PM2.5 superiori ai limiti stabiliti dall’OMS di 5 µg/m3; 50.000 a causa di concentrazioni di biossido di azoto (NO2) superiori a 10 µg/m3; e 25.000 decessi dovuti all’esposizione a concentrazioni di ozono (O3) superiori a 70 µg/m3 (2). Da ciò si comprende l’importanza di uno degli obiettivi del Piano d’azione “inquinamento zero” del Green Deal europeo, che mira a ridurre entro il 2030 il numero di morti premature causate
dal PM2.5 del 55% rispetto ai livelli del 2005 (3): finora è stato già raggiunto un calo del 45%.
https://commission.europa.eu/strategy-and-policy/priorities-2019-2024/european-green-deal_itnbsp
E’ importante e urgente agire subito, per la nostra salute.
Letture consigliate
Link aggiornati sulla tematica “aria”:
- https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/ambient-(outdoor)-air-quality-and-health
- https://www.eea.europa.eu/publications/air-quality-in-europe-2022
- https://www.eea.europa.eu/it/highlights/inquinamento-zero-gli-obiettivi-per
Il professor ENRICO DAVOLI, nel Dipartimento di Ambiente e Salute, dell’Istituto Mario Negri dirige un laboratorio e la sua ricerca è incentrata sulla spettrometria di massa e la sua applicazione nelle scienze della salute. Ha una vasta esperienza nell’ambito della chimica analitica, soprattutto nell’analisi in tracce e ultratracce e nello sviluppo strumentale. La sua competenza viene utilizzata per affrontare specifici problemi legati all’ambiente e agli aspetti della salute umana correlati allo stile di vita. Sotto la sua direzione, il laboratorio è diventato membro della Rete di Laboratori OMS per il Tabacco (TobLabNet).
https://www.marionegri.it/centro-di-ricerca-spettrometria-di-massa-per-la-salute-e-ambiente
https://www.marionegri.it/laboratori/laboratorio-spettrometria-di-massa
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