Un’altra frontiera, un’altra tappa! Entrato in Cambogia dal Vietnam, il minibus dopo un’oretta mi lascia sul lungofiume di Kampot. No soldi cambogiani e no ATM in vista, quindi camminata fino alla guesthouse Om Sweet Home del grande Nicola con il quale siamo in contatto da mesi. Visto la nottata insonne un black coffee è più che benvenuto. Il giorno dopo ottima colazione preparata col gusto italiano e poi in scooter nei dintorni di Kampot e Kep. Templi, grotte e luoghi affascinanti anche per la storia che vi è dietro ben descritta da Nicola. Giro affascinante in cui parliamo e ci confrontiamo sulle comuni conoscenze sul buddismo. L’indomani salita ai circa 1000 mt. del monte Bokor dove si trova la città fantasma costruita negli anni ’20 dai francesi per sfuggire alle calure della pianura. Lungo il percorso bei paesaggi, ma purtroppo in cima è rimasto ben poco dei vecchi edifici. Sul ritorno invece belli i panorami a fish island, col riflesso del tramonto sulle saline. Quindi girato un po’ per la cittadina e osservato la fauna di espatriati che la popola, uhm non proprio una bella impressione.
Partenza quindi per alcuni giorni a Rabbit island, isola davanti a Kep. Passaggio da una piccola barca e appena arrivato, subito una gran bella impressione, una spiaggia pulita con qualche bungalow in affitto con piccolo ristorantino. Elettricità solo per tre ore alla sera e nella parte dell’isola opposta all’imbarco, spiagge deserte e tranquillità assoluta. La più bella esperienza di mare del viaggio: leggere in amaca, nuotare, scrivere, meditare e alla sera pesce, gamberi o granchi tenuti al fresco in ceste davanti alla spiaggia.Un Eden! Ci voleva questo relax; devo ricordare di dosare le energie perche la mia è una maratona non una corsa di 100 mt. Partita l’ultima barca delle quattro del pomeriggio l’isola si spopola e resta solo un gruppo di cineasti che probabilmente gira qualche soap opera. Ricordo un piacere simile solo nei Cayes del Belize o nelle spiagge più remote a nord di Goa. Volevo percorrere tutto il perimetro aperto nella giungla, ma il forte caldo e il sentiero un poco pericoloso, mi fanno venire la paranoia che in caso di malore chi avrebbe pensato a cercarmi? Quindi relax in acqua facendo meditazione.
Un ricordo delizioso di quest’isola, specialmente pensando ad altri posti in Asia ormai rovinati dal turismo di massa; gia il sabato alla partenza vi erano gruppi con radio e karaoke che rompevano. Tornato quindi alla Om sweet home per l’ultima cena prima della partenza, poi bus per la Thailandia, via Siem Rep. Bus dignitoso e soprattutto non carro bestiame come nel nord del Vietnam. Alla frontiera con la Thailandia penso che mi restano ancora due frontiere, dopo averne passate già dieci e poi sara Australia. Sbarcato dopo ventisei ore di viaggio a Bangkok in Khao san road, zona backpapers, ancora senza SIM e valuta locale mi aiuta una coppia d’indiani del Kerala con loro smarthphone per organizzarmi. I giorni dopo lazy days, intanto Bangkok la conosco a menadito, quindi riposo e trovare una clinica che aggiorni il certificato sulle condizioni di salute, indispensabile per essere ammessi sul cargo per l’Australia. Ricevuto poi un’email di conferma da “SOS Children Villlage Italia” sulla possibilita di visitare il locale Villaggio, mi sono diretto a sud della metropoli per incontrare Waradaa, responsabile dei contatti con gli sponsor, in quanto mi dice che il direttore non era disponibile.
Waradaa si è dimostrata gentile ed efficace nel spiegare l’organizzazione. Pur lavorando li da soli due mesi mi ha fornito con efficenza un quadro globale da cui ho potuto confrontare le differenze con le precedenti visite nei Villaggi in Laos e Mongolia. Anche qui naturalmente i bambini sono ospitati in una casa dove una madre “non biologica” li segue affiancata dallo staff fino all’eta dell’uscita dal Villaggio. Il giorno dopo volevo chiarire la situazione sul proseguo del viaggio, ma la ragazza dell’agenzia 12go che dovrebbe essere la migliore informata, si dimostra ben poco collaborativa. Inizialmente pensavo di ritardare la partenza ma poi sono andato direttamente alla stazione e con Google traduttore, saputo che alle 13:00 – dopo due ore – partiva un treno per Bedang Besar, frontiera terrestre Thailandia – Malesia, decido di prenderlo e poi una volta in Malesia alla mattina, anche se in una piccola stazione, penserò come comprare un altro biglietto e proseguire il viaggio.
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