Lasciato il Vietnam del nord, ci ha accolto Hoi An; una perla architettonica con i suoi edifici coloniali lungo il fiume che trasmettono il senso della secolare storia mercantile. Scelto di cenare al mercato del food street, ci siamo ricreduti vedendo ratti arrosto messi in vendita. Il giorno dopo il monsone minacciava di bloccare i treni, cosi abbiamo deciso di anticipare la partenza e di raggiungere Nga Than col treno della notte dove abbiamo trovato pieno di turisti da pacchetto tutto incluso: una Rimini asiatica. Cena italiana per l’anniversario di Gabriella e Peter. Salvatore, proprietario insieme alla moglie coreana, ci ha raccontato delle difficoltà a lavorare con i locali e del ristorante che è solo una passione perché lavora come ingegnere navale nella costruzione di navi. Un po’ delusi da Nga Than, siamo partiti pieni di aspettative per Buon Ma Thuong, capitale della regione delle Central highlands, dove vive la bambina che ho adottato a distanza tramite Action Aid. Si tratta di una zona remota alla frontiera con la Cambogia dove vivono minoranze etniche dette Montagnards.
Queste popolazioni da sempre hanno avuto problemi con la maggioranza Viet e durante le guerre hanno combattuto a fianco dei francesi e degli americani; naturalmente dopo la hanno pagata cara e molti sono emigrati. Quattro ore su per le colline tra la pioggia e la nebbia, ma una volta arrivati a Buon Ma Thuon abbiamo apprezzato l’aria fresca, la tranquillità di una città senza turisti e il suo buon caffè. Locali pieni di gente che festeggiava la partita vinta contro gli EAU e valida per la qualificazione ai mondiali, hanno accompagnato la cena. Il giorno della visita siamo partiti in jeep per raggiungere le comunità dove lavora Action Aid Vietnam. Lungo la strada ci hanno spiegato, come per altre realtà, che la mia sponsorizzazione è a favore della comunità e non del singolo bimbo. I fondi raccolti vengono ripartiti tra i progetti e le necessita della comunità. Arrivati alla loro sede, ad aspettarci c’era anche il Chairman adjoint of People comitee che ci ha dato il benvenuto e che con una piccola introduzione, ci ha informato che nel distretto vivono circa venticinque minoranze etniche. I progetti comprendono: educazione, lotta alla povertà, e agli effetti del cambiamento climatico. Poi andati alla scuola elementare, dove studiano oltre cinquecento bambini, abbiamo appreso che dopo i dodici anni la scuola è a pagamento – circa 25 dollari anno – e quindi molti debbono abbandonare. Ci ha colto un sentimento di rabbia profonda per questa ingiustizia! A Saigon invece ci diranno che pure le elementari sono a pagamento… in Vietnam è arduo sapere la verità.
Alla scuola abbiamo visitato la libreria e poi la classe della “mia” bimba Pham. La stanza si e presentata pulita e la maestra segue ventotto bambini di cui cinque di minoranza etnica. I bambini li hanno ben preparati e sembravano curati, puliti e con entusiasmo ci hanno accolto cantando canzoni e recitando poesie. Abbiamo distribuito alcuni regali e poi per non fare sorgere gelosie, abbiamo preso Pham da parte e abbiamo consegnato i regali speciali per lei; aveva sempre uno sguardo triste, spero dipenda solo dalla timidezza. Dopo aver lasciato la scuola con un po’ di magone, siamo andati a visitare due progetti rurali sorti con l’aiuto di Action Aid: A) la banca delle mucche: dove a una famiglia viene affidata una mucca e quando questa partorisce, può tenersi il vitello e la passa a un altro nucleo della comunità 2) cibo biologico: un contadino riceve i mezzi per costruirsi una serra per coltivazioni biologiche sperando di vendere i prodotti a un prezzo più alto. Da notare che nella campagna abbiamo visto coltivazioni ad alto valore aggiunto: caffè, gomma, zenzero, pepe, betel. Quindi è una problematica di market perché la terra è molto fertile. Infine lasciata la provincia di Dak Lak siamo scesi a Saigon con ancora negli occhi il ricordo dei bambini della scuola, ma con la soddisfazione di un’altra tappa raggiunta! L’ostello era nella zona backpapers: gente accalcata nelle strade che a malapena si riusciva a camminare e musica a palla da ogni angolo, mentre dei bimbi chiedevano l’elemosina lavorando come mangiafuoco. Poi arrivato il distacco: Gabriella e Peter sono tornati in Australia dandomi l’arrivederci al 2 gennaio quando li raggiungerò col cargo. Di nuovo solo on the road, stanco di Saigon ho preso uno scooter per girare il delta del Mekong. Luoghi mitici per quello che hanno rappresentato. Poi messo alle spalle anche il Vietnam, bus notturno per la frontiera con la Cambogia. Lasciato due ore sulla strada alle quattro di notte ad aspettare il cambio di bus, e quindi sono arrivato a Kampot e da li i piani saranno flessibili.
Nell’anima non ho neanche un capello bianco. – Vladmir Majakovskij –
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