L’Ottocento a Napoli è ancora oggi un secolo poco conosciuto e da scoprire. L’esposizione in corso a Roma sintetizza la grande produzione culturale della città che accolse artisti provenienti da tutta Europa a dagli Stati Uniti
La mostra “Napoli Ottocento” è un omaggio secolo napoletano, momento di straordinaria ricchezza e vivacità in Italia e in Europa. Questo secolo lungo viene da lontano, dal fascino cosmopolita del Grand Tour e si conclude con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. L’esposizione in corso alle Scuderie del Quirinale fino al 16 giugno 2024 sintetizza la grande produzione culturale della città che accolse artisti provenienti da tutta Europa a dagli Stati Uniti, arrivati a Napoli per contemplare e dipingere le attrazioni di Pompei ed Ercolano, il mare, le montagne, le isole di Capri, Ischia e Procida, gli scenari della costa amalfitana e sorrentina, il folclore, la terra fangosa del Vesuvio, la vegetazione lussureggiante della Campania, lo splendore e il degrado, l’urbanistica e il pittoresco della vita napoletana che si mescolavano tutti in un costante abbaglio.
In apertura: Edgar Degas, “Thérèse De Gas” (1842-1895), Musee d’Orsay, Parigi, Francia – dettaglio
Napoli, un tappa fondamentale del Gran Tour
L’Ottocento a Napoli è ancora oggi un secolo poco conosciuto e da scoprire. La mostra conduce in un incredibile viaggio tra le visioni che la città partenopea è riuscita a suscitare e produrre e che hanno pervaso per oltre un secolo l’arte, l’architettura e l’immaginazione come poche altre culture hanno saputo fare. Nelle sale le opere, tra gli altri, di Ludwig Catel, William Turner, Thomas Jones, John Singer Sargent, molti esponenti della scuola di Posillipo, Portici e Resina, Anton van Pitloo, Giuseppe De Nittis, Ercole e Giacinto Gigante, con i loro paesaggi che furono, molto più che semplici vedute, immagini che invasero il mondo. A interpretare le storie e i sentimenti che serpeggiavano per la città Mariano Fortuny, i fratelli Palizzi e Domenico Morelli. E poi, quasi in maniera sorprendente, un francese la cui famiglia aveva radici napoletane: Edgar Degas. E ancora: Achille d’Orsi, Antonio Mancini e Vincenzo Gemito, fino ad arrivare a Burri e Fontana.
Capitale italiana dell’Illuminismo, Napoli nel XIX secolo divenne anche un’importante metropoli scientifica, sede di una fra le più antiche università italiane, della prima scuola di lingue orientali in Europa, del primo museo di mineralogia, dei primi osservatori scientifici. Fu anche la città dei dibattiti positivisti, delle scienze giuridiche e matematiche, dove un’intensa dialettica legò le nuove scienze a un’estetica che rimase fedele alla grande tradizione realista che ha definito l’arte napoletana fin dal periodo barocco e caravaggesco.
Napoli e l’Illuminismo, raccontata da 250 opere
Attraverso una selezione di 250 capolavori, la mostra rappresenta un omaggio al ruolo centrale di Napoli nell’ambito del dibattito europeo sull’arte. Napoli si propose come un centro di produzione artistica di assoluta centralità europea per tutto l’Ottocento, ovvero quel ‘secolo lungo’ che prende le mosse dagli esiti della cultura illuminista di fine Settecento e che arriva ad estendersi fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Una panoramica ricchissima tra dipinti, sculture, arti decorative, storia e scienza: eloquenti testimonianze, malgrado i problemi e le tensioni sociali e politiche, di una tradizione artistica e culturale davvero secolare e ancora viva, inserita a pieno nella cultura europea contemporanea. Il mare, le montagne, il folclore, la terra fangosa del Vesuvio, la lussureggiante vegetazione della Campania, lo splendore ed anche il degrado hanno ispirato artisti quali Constantin Hansen, Silvestr Ščedrin, Simon Denis, Karl Böhme, Ludwig Catel, William Turner, Thomas Jones, Thomas Fearnley, Eduard Hildebrandt, Hans von Marées, John Singer Sargent, i pittori naturalisti di Posillipo, Portici e Resina, Anton van Pitloo, Giuseppe De Nittis, Ercole e Giacinto Gigante, Teodoro Duclère e Salvatore Fergola.
Un rilievo significativo ricopre nella mostra la figura del pittore Edgar Degas, un artista che ha sempre rivendicato la sua appartenenza al movimento realista rifiutando l’etichetta di impressionista come qualificativo della sua pittura. Di origini napoletane per parte paterna, Degas, che parlava correntemente la lingua napoletana imparata durante la sua infanzia e giovinezza a Napoli, è considerato in questa mostra dal punto di vista della sua familiarità con l’ambiente napoletano, ipotizzando che, questa particolarità, sia un tassello di lettura in più per capire la sua differenza con la scuola francese.
All’interno del percorso espositivo si è voluto restituire al visitatore, attraverso la videoinstallazione Affreschi Digitali dell’artista napoletano Stefano Gargiulo, la peculiarità della Stazione Zoologica voluta da Anton Dohrn, primo centro di studio oceanografico in Italia, dove raffigurazioni scientifiche della fauna marina si sovrappongono alle decorazioni di Hans Von Marées e Adolf Hildebrandt ancora visibili nell’attuale Biblioteca e ispirate al gusto neo-ellenico caro agli artisti tedeschi dell’epoca.
Dettagli della mostra dedicata a Napoli nell’Ottocento
“Napoli Ottocento” – fino al 16 giugno 2024
Scuderie del Quirinale – via XXIV Maggio 16, Roma
Orari: Tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00
Prezzi: intero euro 15 – ridotto euro 13,00
Informazioni: +39 02 92 89 77 22 – gruppi@scuderiequirinale.it
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