Il racconto delle vite comuni di schiavi, liberti, artigiani nella Pompei prima dell’eruzione. Lo racconta la mostra “L’altra Pompei. Vite comuni all’ombra del Vesuvio” in programma fino a dicembre 2024 alla Palestra grande degli scavi
La vita quotidiana della popolazione comune, composta da schiavi, liberti, artigiani e lavoratori di varia categoria, quella Pompei spesso silenziosa nelle fonti antiche, è in primo piano nella mostra “L’altra Pompei. Vite comuni all’ombra del Vesuvio” in programma fino a dicembre 2024 alla Palestra grande degli scavi di Pompei. “L’altra Pompei” rappresenta quell’80% della popolazione meno abbiente che abitava la città. Il racconto delle vite comuni di questa maggioranza vuole restituire loro memoria e dignità storica, contribuendo a completare l’immagine della vita dell’epoca, integrando libri storici e guide della città antica che non sempre vanno oltre le ricche dimore dai raffinati arredi e decorazioni.
In apertura: dettaglia dell’ingresso della mostra
La maggior parte di questa popolazione abitava in case formate da pochi ambienti e solo una ristretta fascia sociale viveva nelle case ad atrio. Questa miriade di spazi anonimi e di persone sconosciute costituisce
il tessuto urbano e sociale dell’antica Pompei, che la mostra intende esplorare attraverso un itinerario in cui il pubblico potrà ammirare le ricostruzioni quasi complete di alcuni di questi spazi abitativi che sono stati teatro di vita reale. Alcune delle più recenti scoperte hanno infatti restituito straordinari contesti quotidiani che vengono riproposti come fulcro del percorso espositivo e che arricchiscono ulteriormente questo racconto. Come la stanza degli schiavi rinvenuta nella villa suburbana di Civita Giuliana, tuttora in corso di scavo, in cui è stato possibile effettuare il calco dell’arredo completo che restituisce l’immagine fedele di quell’ambiente: la riproduzione del calco di uno dei giacigli, una semplice brandina con rete di cordini, esposta in anteprima in una bottega del sito come esempio di letto di uno schiavo, è ora esposta in mostra all’interno della stanza completamente ricostruita.
La mostra di Pompei, case e passioni del popolo
La mostra snoda il suo racconto attraverso un allestimento dominato dai colori intensi, influenzato dai temi affrontati, legati agli individui spesse volte destinati all’oblio della storia le cui vite precarie si consumavano in stanze anguste e poco illuminate. Attraverso sette sezioni, circa trecento reperti e tre installazioni multimediali, il percorso espositivo di Pompei consente di seguire idealmente il corso dell’esistenza di coloro che appartenevano a questa popolazione, dalla nascita fino alla morte indagandone le attività quotidiane, l’alimentazione, i rapporti personali, i costumi e gli svaghi, ma anche il rapporto con il mondo esterno e con la fede religiosa e l’aldilà. Inoltre, attraverso una sezione dell’app My Pompeii sarà possibile tirare a sorte l’identità di un antico abitante pompeiano, con il quale identificarsi e seguire il percorso di vita nelle varie case del sito archeologico. Una specie di ruota della fortuna che ben fa intendere come fosse molto più probabile essere un povero, un umile servo o un lavoratore, piuttosto che il ricco abitante di una prestigiosa dimora ad atrio.
Le sezioni della mostra si sviluppano tra Infanzia ( il racconto della fragile vita dei bambini nell’antichità), Cibo e nutrizione (dove alla base dell’alimentazione c’era il pane, consumato anche da solo dai più poveri, o associato ad altri cibi), Familia (che indica la famiglia romana, cioè l’insieme dei membri sottoposti all’autorità del capo famiglia: liberi come moglie e figli e schiavi), Abbigliamento e cura di sè (le tuniche diverse per fattezze e tessuti), Divertimento e tempo libero (chiacchiere con gli amici, fare due tiri a dadi, intrattenersi agli spettacoli di farsa, i giochi nell’anfiteatro), Mobilità (i viaggi in nave, spesso pericolosi) e i connessi Commerci (nel Mediterraneo, un bacino inesauribile). Centrale nella mostra di Pompei anche Spiritualità e morte (i culti spesso legati ad attività commerciali e agricole).
L’allestimento di Pompei
La mostra si sviluppa lungo il braccio Ovest della Palestra Grande del Parco Archeologico di Pompei (Regio II). L’allestimento, dominato dai colori intensi, è profondamente influenzato dai temi affrontati dalla mostra, legati agli individui normalmente destinati all’oblio della storia le cui vite precarie, subalterne, si consumavano in stanze anguste e poco illuminate. Le sette sezioni sono ospitate in spazi riorganizzati mediante strutture a pianta triangolare, alte tre metri, che fendono lo spazio e rendono sinuoso e articolato il percorso di visita. Ogni sezione, in tal modo, diventa un ambiente a sé stante fortemente connotato dalle diverse soluzioni espositive adottate per ciascun contesto. Queste strutture metalliche, pensate per ospitare testi, immagini o intonaci dipinti, sono caratterizzate da un doppio rivestimento, il primo in cartongesso verniciato di un rosso vivido, il secondo in lastre di ferro con una patina di calamina (strato di polveri di ossido) che conferisce una colorazione bluastra molto scura, tendente al nero. La doppia “pelle” si pone come metafora del contrasto tra la materia viva, magmatica dello strato sottostante di una terra vulcanica e quella inerte, caliginosa, delle ceneri che ricoprono ogni superficie.
Le teche che accolgono i reperti sono semplici lastre di ferro calamina sorrette da leggere strutture in scatolari verniciati di nero, così da fondersi col nuovo pavimento in linoleum dello stesso colore. In tal modo, i piani espositivi, nella loro essenzialità, enfatizzati dalle luci di sala, sembrano quasi sospesi negli spazi della Palestra. Alcune sezioni sono inondati di luce naturale da cui poter ammirare la veduta del cortile centrale della Palestra, altri invece questa visione è volutamente negata come nello spazio centrale dell’Esedra (sezione “Familia”), dominato dalla presenza di tre recinti che riproducono le dimensioni di stanze reali in cui vengono esposte copie dell’intero arredo restituito sullo scavo dalla tecnica dei calchi.
Dettagli della mostra a Pompei
“L’altra Pompei. Vite comuni all’ombra del Vesuvio” – fino al 15 dicembre 2024
Palestra grande degli scavi di Pompei
Orari: tutti i giorni dalle 9 alle 19
Prezzi: euro 22 – ridotto over65 euro 20
Il biglietto di ingresso al sito è acquistabile on-line sul sito www.ticketone.it, Le biglietterie ufficiali del Parco Archeologico di Pompei si trovano all’interno dell’area archeologica, presso gli ingressi di Porta Marina, di Piazza Anfiteatro e di Piazza Esedra.
Informazioni: pompei.info@cultura.gov.it +39 081 8575 347
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