Le Age-Friendly Cities, così come concepite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno rappresentato un importante passo avanti nella promozione di ambienti urbani inclusivi, principalmente orientati alle esigenze degli anziani. Ma ora il concetto di Longevity Cities rivela sguardo più lungimirante e inclusivo
Le Age Friendly Cities si sono concentrate sulla creazione di politiche e infrastrutture mirate a garantire un’adeguata qualità della vita per gli anziani, facilitando l’accesso ai servizi e promuovendo un invecchiamento attivo
Tuttavia, il contesto demografico e sociale in cui viviamo oggi richiede un’evoluzione di questo concetto. L’invecchiamento della popolazione non è più un fenomeno isolato, ma riguarda una quota sempre maggiore della popolazione globale. Pertanto, diviene essenziale non limitarsi a creare città “amichevoli” per gli anziani, ma sviluppare città che siano realmente “di longevità”. Queste devono promuovere il benessere intergenerazionale, facilitando una vita sana e attiva per tutti, indipendentemente dall’età.
La relazione tra Ambiente e Salute nelle Città Longevity-Oriented
Una città orientata alla longevità non può prescindere dal considerare l’impatto ambientale sulla salute dei suoi abitanti. È ormai consolidato che la qualità dell’ambiente urbano influenzi direttamente la salute pubblica. E’ indispensabile affrontare l’inquinamento atmosferico come uno dei principali fattori di rischio per le malattie croniche, particolarmente dannose per le popolazioni vulnerabili.
Le città longeve devono quindi andare oltre le semplici misure di mitigazione dell’inquinamento e adottare un approccio integrato che includa la riduzione delle emissioni nocive, la promozione della mobilità sostenibile e la creazione di infrastrutture verdi. In questo senso, le città devono diventare organismi viventi che promuovano la salute e il benessere attraverso un’attenzione costante all’interazione tra ambiente e salute pubblica.
Il ruolo del Verde Urbano nel promuovere la Longevità
Il verde urbano gioca un ruolo cruciale nella realizzazione delle Longevity Cities. Numerosi studi hanno dimostrato che la presenza di spazi verdi nelle aree urbane non solo migliora la qualità dell’aria, ma contribuisce anche a ridurre le isole di calore e a promuovere la coesione sociale. Questi spazi offrono un luogo per l’attività fisica, il relax e la socializzazione, tutti elementi fondamentali per un invecchiamento sano e attivo.
Progetti come il Bosco Verticale a Milano e l’iniziativa “Forestami”, che prevede la piantumazione di tre milioni di alberi entro il 2030, rappresentano esempi eccellenti di come il verde urbano possa essere integrato nelle città per promuovere una vita più lunga e sana. Queste iniziative non sono solo risposte all’emergenza climatica, ma rappresentano anche un modello per lo sviluppo urbano futuro.
Innovazione e accessibilità nei modelli urbani
Un altro aspetto fondamentale delle Longevity Cities è l’accessibilità ai servizi. Durante la pandemia, abbiamo assistito a un’accelerazione nello sviluppo di modelli di assistenza sanitaria più vicini alle comunità, come le “Case di Comunità”. Questi modelli rappresentano un’evoluzione significativa nella distribuzione dei servizi sanitari, rendendoli più accessibili e capillari sul territorio. Per garantire l’accessibilità, le città devono essere progettate tenendo conto delle diverse esigenze della popolazione. Ciò include non solo l’infrastruttura fisica, ma anche l’accesso ai servizi digitali e alle tecnologie innovative che possono supportare un invecchiamento attivo e indipendente.
Integrazione tra Verde e Sanità: un approccio innovativo
Un esempio significativo di questa integrazione tra verde urbano e sanità è rappresentato dal giardino di 7000 metri quadrati del Policlinico di Milano. Questo spazio verde non è solo un elemento estetico, ma è stato progettato come parte integrante del percorso terapeutico dei pazienti. Studi dimostrano che il contatto con la natura può avere effetti benefici sulla salute mentale e fisica, contribuendo a un recupero più rapido e a una migliore qualità della vita.
Questo approccio è stato adottato anche in altri contesti internazionali, come il centro di riabilitazione a Shenzhen, in Cina, dove l’integrazione di spazi verdi e sociali è parte integrante del processo terapeutico. Questi esempi sottolineano l’importanza di progettare città che non solo curano le malattie, ma promuovono attivamente la salute e il benessere.
Longevità e Salute Mentale: una sfida per il futuro
Infine, è cruciale riconoscere l’importanza della salute mentale nella longevità. Il mantenimento di un’attività mentale e intellettuale costante è essenziale per un invecchiamento sano. Le politiche urbane devono quindi promuovere non solo la salute fisica, ma anche quella mentale, offrendo opportunità di apprendimento continuo, creatività e partecipazione sociale per tutte le età.
Le Longevity Cities devono essere luoghi in cui l’invecchiamento non è visto come una fase di declino, ma come un’opportunità per continuare a contribuire attivamente alla società. È solo attraverso un approccio integrato e olistico che possiamo costruire città che non solo permettano di vivere più a lungo, ma anche di vivere meglio.
In conclusione, la transizione verso le Longevity Cities rappresenta una sfida e un’opportunità unica per ripensare il nostro modo di vivere nelle città. È un processo che richiede l’impegno congiunto di pianificatori urbani, professionisti della salute, politici e cittadini. Solo attraverso una visione integrata e intergenerazionale possiamo creare città che siano realmente inclusive e sostenibili per tutti.
Stefano Boeri (Milano, 1956) è un architetto e urbanista di fama internazionale, noto per la sua innovativa visione di architettura sostenibile. Professore ordinario di Urbanistica presso il Politecnico di Milano, ha fondato lo studio Stefano Boeri Architetti, riconosciuto per progetti iconici come il Bosco Verticale a Milano, un esempio pionieristico di architettura verde e sostenibile. Il suo lavoro si concentra sulla coesistenza tra natura e ambiente urbano, con un impegno particolare verso la rigenerazione urbana e la biodiversità. Nel 2021, è stato nominato presidente della Triennale di Milano, rafforzando il suo ruolo di leader nel dibattito internazionale sull’architettura e il design contemporanei. Nel 2024, continua a influenzare il panorama architettonico globale con progetti innovativi che affrontano le sfide ambientali e sociali delle città del futuro.
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