“Tra simbolismo e futurismo. Gaetano Previati”
Ferrara, Castello Estense – fino al 27 Dicembre
In occasione del centenario della morte, la città natale rende omaggio a Gaetano Previati con una mostra organizzata dal Comune di Ferrara e dalla Fondazione Ferrara Arte. La rassegna presenta al pubblico un centinaio di opere, accostando olii, pastelli e disegni selezionati dal vasto fondo delle raccolte civiche ferraresi ad un notevole nucleo concesso in prestito da collezioni pubbliche e private, con il corredo di importanti documenti inediti. L’esposizione intende mettere in luce il fondamentale ruolo dell’artista nel rinnovamento dell’arte italiana tra Ottocento e Novecento. Previati è considerato un erede della tradizione romantica, un interprete delle poetiche simboliste e, per la sensibilità visionaria e sperimentale della sua pittura divisionista, un anticipatore delle ricerche d’avanguardia futuriste.
Tratto unificante di una personalità così complessa e affascinante è la tensione verso il superamento dei tradizionali confini della pittura “da cavalletto”. ‘La sua visione tende all’infinito: alle volte persino esorbita dai confini della pittura’, osservavano i contemporanei. Oltre a mostrare una propensione per i grandi formati, Previati si è costantemente impegnato nello studio e nella sperimentazione dei mezzi tecnici, nel rinnovamento dei meccanismi della visione e nella ricerca di strategie di interazione con il pubblico. Grazie al supporto di studi inediti, questa mostra rilegge quindi la parabola di Previati facendo emergere alcuni degli aspetti più innovativi e anticipatori. Ad aprire il percorso espositivo è un bozzetto del visionario dipinto Gli ostaggi di Crema del 1879, che vale a Previati, non ancora trentenne, la prima affermazione pubblica. All’interesse per i temi storici si affianca presto la fascinazione per i soggetti maudit, come testimoniano le Fumatrici di oppio o la Cleopatra.
La svolta fondamentale coincide con l’adesione al divisionismo: a segnare questo passaggio è un’opera emblematica, Nel prato di Palazzo Pitti, il “primo tentativo della tecnica nuova della spezzatura del colore, una tecnica che dà l’impressione di una maggiore intensità di luce”, come afferma lo stesso pittore. La suggestione visiva prodotta dalla radiazione solare è la chiave di opere celebri come Il Re sole o la Danza delle Ore (replicata su un ventaglio). Altro tratto qualificante della ricerca pittorica di Previati è la capacità di suscitare sentimenti astratti come la musica. Nel 1908 realizza per la casa del gallerista Alberto Grubicy i pannelli decorativi per una sala musicale, documentata in mostra da una fotografia. In Castello è proposto l’accostamento di due tele riconoscibili nella foto, il pannello Armonia o Sinfonia, generosamente concesso in prestito dal Vittoriale degli Italiani, e una versione di piccolo formato del Notturno. Grandi disegni, dipinti e materiali inediti documentano anche il progetto di trasferire in pittura le impressioni teatrali, intorno alla vicenda ferrarese di Ugo e Parisina.
Un’altra celebre storia d’amore, quella di Paolo e Francesca, sollecita a più riprese la fantasia di Previati, culminando nel capolavoro del 1909, una vera e propria pittura di “stati d’animo” che si espandono dinamicamente oltre i confini della tela: per questa ragione il dipinto è considerato una delle matrici del celebre trittico degli Stati d’animo di Umberto Boccioni. L’approccio innovativo dell’artista ferrarese investe anche i tradizionali generi pittorici, come testimonia la sezione dei dipinti a tema religioso. Quanto al paesaggio, Previati procede a spogliare la scena di dettagli per lasciare spazio alla gioiosa espressività del colore e della luce. Nello straordinario Colline liguri una distesa di prati cosparsi di gerani è, insieme alla volta celeste, l’assoluta protagonista di una visione che trasmette una sensazione di pienezza e immensità. Valorizzando le nuove possibilità offerte dall’industria editoriale, con le illustrazioni per i Racconti di Edgar Allan Poe e con quelle per I promessi sposi manzoniani, sperimenta un nuovo codice di illustrazione che mette in scena le atmosfere psicologiche e gli stati d’animo dei protagonisti del testo letterario.
Con il ciclo delle Vie del commercio (1914-16) per la Camera di Commercio di Milano il cerchio si chiude: le tematiche della modernità al centro della poetica di Marinetti e Boccioni offrono nuove possibilità alla pittura dell’anziano maestro. Uno dei grandi pannelli decorativi del ciclo, La ferrovia del Pacifico, è eccezionalmente esposto in mostra, corredato di disegni. Si tratta di una delle prove più affascinanti della tarda maturità, con cui Previati dà prova di sapersi muovere oltre il recinto dei temi tradizionali per cimentarsi con l’immaginario tecnologico e “globale”.
Informazioni: Castello Estense Largo Castello 1 Ferrara tel. 0532 299233 – castelloestense@comune.fe.it
Orari: 9.30 – 17.30 – chiuso il lunedì
Prezzi: intero 8 euro – ridotto (over65) 6 euro
“Robert Doisneau”
Bologna, Palazzo Pallavicini – fino al 21 luglio
Dal “bacio” più chiacchierato della storia della fotografia fino alle 143 opere scelte per l’esposizione dedicata alla street photography dell’artista parigino risultante dal progetto strepitoso di Francine Deroudille e Annette Doisneau figlie del fotografo che ne hanno selezionati di negativi, voci di corridoio d’oltralpe sussurrano di oltre 450mila. Tra sobborghi delle periferie parigine, fabbriche, piccoli negozi, bambini e campagne francesi ma non solo, i protagonisti della retrospettiva raccontano di caffè della Ville Lumiere e celebrità, moda e dintorni poco conta. Catturare la vita, disobbediente e ironica, poco conformista e fragile,perfetta sintesi.
I sobborghi grigi delle periferie parigine, le fabbriche, i piccoli negozi, i bambini solitari o ribelli, la guerra dalla parte della Resistenza, il popolo parigino al lavoro o in festa. O, ancora, gli scorci nella campagna francese, gli incontri con artisti e le celebrità dell’epoca, il mondo della moda e i personaggi eccentrici incontrati nei caffè parigini. Sono questi i protagonisti del racconto fotografico di un mondo che “non ha nulla a che fare con la realtà, ma è infinitamente più interessante”. Doisneau non cattura la vita così come si presenta, ma come vuole che sia. Di natura ribelle, il suo lavoro è intriso di momenti di disobbedienza e di rifiuto per le regole stabilite. Oltre che di immagini giocose e ironiche giustapposizioni di elementi tradizionali e anticonformisti.
Influenzato dall’opera di André Kertész, Eugène Atget e Henri Cartier-Bresson, Doisneau conferisce importanza e dignità alla cultura di strada. Inoltre, mostra una particolare attenzione per i bambini, di cui coglie momenti di libertà e di gioco fuori dal controllo dei genitori. Il tutto per trasmetterci una visione affascinante della fragilità umana.
Infomazioni: Palazzo Pallavicini, via San Felice 24, Bologna info@palazzopallavicini.com tel +39 0514120456
Orari: da giovedì a domenica, dalle 11 alle 20
Prezzi: intero 11 euro; ridotto 9 euro
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