UK, CARLO POSITIVO. Di poche ore fa l’annuncio che il Principe Carlo d’Inghilterra, 71 enne ed erede al trono del Paese, sarebbe risultato positivo al nuovo coronavirus, seppur con lievi sintomi. La notizia arriva meno di quarantotto ore dopo la marcia indietro del premier Boris Johnson annunciando una serrata simile a quella messa in atto dall’Italia e poi da altri paesi europei interessati dall’epidemia di Covid-19. “Da stasera devo chiedere a ogni cittadino britannico di stare a casa. Non dovete incontrare i vostri amici e non dovete incontrare i vostri familiari con cui non vivete” ha detto il premier, in un discorso alla nazione trasmesso lunedì sera in diretta televisiva. Una completa inversione di rotta rispetto ai giorni e alle settimane precedenti, quando il governo diceva che non avrebbe fermato il paese, consentendo all’epidemia di fare il suo corso, per raggiungere “l’immunità di gregge”.
USA, IL BAZOOKA DI WASHINGTON. Annunciato un accordo tra democratici e repubblicani per l’adozione di un programma di rilancio dell’economia americana da 2.000 miliardi di dollari. 1.200 dollari circa saranno distribuiti direttamente ai cittadini americani, con un’integrazione di 500 dollari per ogni bambino. 150 miliardi di dollari saranno destinati alle strutture sanitarie, mentre le piccole imprese potranno ottenere prestiti per un totale complessivo di 367 miliardi. Una parte dei fondi stanziati, inoltre, potrà essere destinata direttamente a sostegno delle società maggiormente colpite dalle misure di lockdown. Intanto, il presidente Trump, a dispetto di una situazione dei contagi in continuo peggioramento in tutto il paese – più di 55.000 casi accertati, con un’evoluzione particolarmente grave nella città di New York – ha affermato che l’economia degli Stati Uniti “tornerà presto a riaprirsi”, considerando la cura (le misure restrittive di chiusura) peggiore del problema stesso (la pandemia). Le borse USA, però hanno reagito al programma di rilancio dell’economia segnando rialzi record nella giornata di ieri.
OLIMPIADI RINVIATE. Dopo diverse settimane di pressioni da parte di un numero crescente di Paesi, il Comitato Internazionale Olimpico ha annunciato che i Giochi Olimpici e Paraolimpici di Tokyo 2020 saranno rinviati al 2021 a causa della pandemia di coronavirus. Anche se rimandate, le Olimpiadi – inizialmente previste per luglio e agosto di quest’anno – continueranno a chiamarsi Tokyo 2020. La decisione è arrivata dopo un periodo di esitazione da parte del CIO, che si era dato quattro settimane per decidere il da farsi. Dopo l’annuncio da parte di diversi paesi che non avrebbero fatto partecipare i propri atleti, è arrivata anche la richiesta del governo di Shinzo Abe, e infine la decisione. Le Olimpiadi sono l’ultimo, e il più importante, dei grandi eventi sportivi internazionali rinviati a causa della pandemia.
INDIA IN LOCKDOWN. Da ieri notte oltre 1,3 miliardi di cittadini indiani, quasi il 20% della popolazione mondiale, è in lockdown per le prossime tre settimane. Il primo ministro Narendra Modi ha annunciato le misure in un clima di crescente preoccupazione che l’epidemia possa colpire il Subcontinente con la stessa veemenza con cui ha colpito Cina, Europa e Stati Uniti. Gli effetti sarebbero potenzialmente disastrosi, anche perché il sistema sanitario indiano – quasi interamente privatizzato – non sarebbe accessibile a grandi numeri di cittadini indiani, soprattutto nelle fasce più povere della popolazione. Se il numero di contagi confermati nel paese è ancora relativamente basso, intorno ai 500, le autorità di New Delhi temono che la “distanza sociale” raccomandata anche in molti altri paesi, possa risultare difficile o impossibile nelle aree urbane indiane sovrappopolate.
LA CINA RIPARTE MA… Le aziende cinesi hanno cominciato a riprendere la produzione, ma si trovano ora di fronte a nuove difficoltà. Il virus sta infatti colpendo i mercati chiave per l’export cinese, come l’Unione Europea, gli Stati Uniti, il Sud-est asiatico e il Giappone. Nel 2019 la Cina ha esportato beni e servizi per un valore pari a più del 17% del suo Pil. A causa del blocco degli ordini, l’Economist Intelligence Unit – che all’inizio della pandemia aveva stimato una crescita annuale del Pil reale cinese per il 2020 di circa il +5.4% – sta rivedendo sensibilmente le sue previsioni. A causa del più lungo periodo di perturbazione economica e della più debole domanda globale, infatti, prevede ora che il Pil reale cinese per il 2020 crescerà soltanto del +2.1%.
PECHINO-TOKYO, DISTENSIONE A RISCHIO. Il rinvio della visita del Presidente cinese Xi Jinping in Giappone, inizialmente prevista per aprile e ora spostata all’autunno (la prima visita di un presidente cinese nel paese negli ultimi dodici anni), rischia di incidere sulle relazioni tra i due paesi a lungo termine. Dopo l’inasprirsi delle tensioni tra Cina e Stati Uniti nel 2018, infatti, Pechino sperava che riavvicinarsi a Tokyo avrebbe reso più difficile per il Giappone partecipare attivamente alla coalizione strategica che gli Stati Uniti cercano di costruire nell’area. Tuttavia, la distensione iniziata tra i due paesi (che avrebbe dovuto essere sancita con la visita di Xi) rischia di essere ulteriormente “rinviata” dal virus. I media del Giappone, uno dei paesi asiatici che rimane tra i più colpiti dopo la Cina, hanno infatti portato avanti una serie di critiche estremamente aspre contro la gestione dell’epidemia da parte di Pechino che rischiano di alzare il livello di sentimento anticinese in tutto il paese.
NUOVA ZELANDA. Il primo ministro Jacinda Ardern ha invitato i neozelandesi a ridurre al minimo i contatti per evitare la diffusione del coronavirus. Il numero di contagi in Nuova Zelanda ha superato i 100 casi questa settimana, e il governo ha quindi deciso di imporre l’auto-isolamento: tutti i servizi non essenziali e le scuole saranno infatti chiusi per un mese a partire dalla mezzanotte di domani. La Nuova Zelanda ha meno casi rispetto a molti altri paesi, ma il governo ha deciso di attuate da subito misure restrittive per evitare l’ulteriore diffusione del virus nell’isola. Il paese è stato infatti uno dei primi a costringere tutti i viaggiatori in arrivo in Nuova Zelanda all’auto-isolamento e a vietare assembramenti.
SUDAFRICA. Con più di 700 casi di contagio, il Sudafrica è il paese più colpito dalla pandemia di coronavirus in tutto il continente. Il presidente Cyril Ramaphosa ha annunciato un lockdown della durata di tre settimane a partire da giovedì. Le misure restrittive obbligheranno i cittadini a rimanere in casa, salvo casi eccezionali (per procurarsi cibo, medicinali o per ragioni sanitarie); negozi e luoghi pubblici resteranno chiusi a eccezione di farmacie, supermercati, pompe di benzina, strutture sanitarie, banche e servizi finanziari. L’esercito sarà chiamato ad assistere le forze di polizia nel far rispettare la quarantena. In otto giorni, dall’annuncio dello “stato di disastro nazionale” a oggi, il numero di casi nel paese è aumentato esponenzialmente, più di dieci volte: a destare preoccupazione, nonostante l’età media molto bassa, è la presenza di una larga parte di popolazione immunodepressa, a causa degli effetti delle epidemie di HIV e tubercolosi.
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