FRANCIA… Emmanuel Macron ha dichiarato ieri “la guerra” della Francia al coronavirus. Il presidente ha annunciato l’adozione di misure severe per circoscrivere la mobilità dei cittadini e le occasioni di socialità per almeno quindici giorni, salvo spostamenti essenziali per approvvigionamenti alimentari, per ragioni di lavoro e per motivi sanitari. È stato, inoltre, disposto il rinvio del secondo turno delle elezioni municipali, previsto per domenica 22 marzo. Un pacchetto da 300 miliardi di dollari sarà adottato nei prossimi giorni per assistere le imprese in difficoltà.
…E SCHENGEN. Il messaggio alla nazione del capo di stato francese ha reso nota la storica decisione dei leader europei di sospendere il trattato di Schengen, con la limitazione degli spostamenti all’interno dell’area, insieme alla chiusura delle frontiere esterne dell’Unione Europea per un periodo di 30 giorni. È fatta eccezione per i cittadini europei che rientrino in UE e medici o scienziati che giungano per assistere la ricerca e le attività di emergenza sanitaria contro il coronavirus. All’annuncio di Macron ha fatto eco la Presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, che ha chiesto ai governi europei di sospendere il trattato a partire da oggi, martedì. “Meno ci spostiamo, più probabilità abbiamo di contenere l’epidemia”, ha detto. L’area Schengen è comprensiva di 22 dei 27 stati membri dell’Unione europea e comprende Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein. Gran Bretagna e Irlanda non ne fanno parte e aderiscono solo ad alcuni aspetti del trattato.
REGNO UNITO… Mentre aumenta il numero dei contagi nel paese, Boris Johnson ha annunciato l’adozione di misure urgenti – ma non particolarmente restrittive, in assenza di obblighi – per far fronte all’epidemia di covid-19, con una parziale inversione di marcia rispetto a quanto affermato nei giorni scorsi. Ai cittadini inglesi è raccomandato di uscire di casa solo per necessità, mantenendo un’adeguata distanza dagli altri, di limitare gli spostamenti interni al paese e di ridurre le frequentazioni di luoghi pubblici come locali e pub, che tuttavia restano accessibili. È incoraggiato il lavoro da casa, ma scuole di ogni ordine e grado continueranno ad essere aperte. Inoltre, se prima le direttive in caso di sintomi da coronavirus disponevano che il soggetto colpito si auto-isolasse per una settimana, le nuove indicazioni del primo ministro prevedono che anche il resto della famiglia debba rimanere in quarantena per due settimane. I soggetti più fragili – ultrasettantenni, persone con meno di settant’anni e patologie pregresse, donne incinte – devono invece rimanere in casa per 12 settimane. Nessuna ulteriore conferma è stata data da Londra rispetto alla controversa ipotesi di raggiungere l’”immunità di gregge” attraverso il contagio del 60% della popolazione.
…E BREXIT. Intanto, anche lo spettro di Brexit comincia a pesare sull’emergenza nel Regno Unito: dal 30 dicembre scorso il paese ha infatti “lasciato” l’Agenzia Europea per i Medicinali e questo potrebbe avere effetti nefasti sulla risposta britannica all’epidemia. Per esempio, i medicinali e un eventuale vaccino contro il coronavirus potrebbero impiegare più tempo ad arrivare nel paese, e potrebbero risultare più cari. Sono sempre più numerosi gli scienziati e medici del paese a mettere in guardia il governo con appelli e lettere aperte.
USA. L’impatto dell’emergenza coronavirus sulla politica americana è sempre più evidente. Il governatore di uno degli stati al voto per le primarie del partito democratico ha deciso il rinvio delle consultazioni. Il repubblicano Mike DeWine, governatore dell’Ohio, ha infatti ordinato la chiusura dei seggi per ragioni di sicurezza pubblica, di fronte alla crisi sanitaria in corso nel paese. Il voto è stato invece confermato, pur con misure precauzionali straordinarie, in altri tre stati – Arizona, Illinois, Florida – in cui gli elettori democratici sono chiamati a esprimersi per decretare lo sfidante di Trump alle presidenziali di novembre. Precedentemente, Louisiana, Georgia e Kentucky avevano già annunciato il rinvio delle elezioni primarie. Il presidente Trump – il cui test diagnostico per il coronavirus ha dato esito negativo – ha dichiarato, intanto, che la pandemia potrebbe durare fino a luglio o agosto, se non oltre, ammettendo la possibilità che l’emergenza causi una recessione all’economia USA. Significativamente, Wall Street ha chiuso ieri in calo del 12%, la peggiore performance dal 1987. Intanto, Trump ha scatenato la rabbia di Pechino con un tweet, definendo il Covid-19 un “virus cinese”.
CINA. Dopo mesi, la Cina sta ormai riavviando appieno le attività. Sebbene i mercati azionari nel mondo siano in difficoltà, quello cinese rimane al momento il più performante. L’indice CSI 300, punto di riferimento per monitorare l’andamento delle aziende cinesi, è in calo al 5% da inizio gennaio. Tuttavia, se mettiamo a confronto questo calo con la performance delle borse nel resto del mondo, non sarà difficile notare come sia la Cina la migliore a “difendersi” dalle conseguenze finanziarie dell’epidemia di coronavirus.
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