FASE 2. Dopo l’inizio delle prime, caute, “riaperture” di alcune attività produttive in diversi paesi europei, ieri sera il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte ha annunciato l’inizio imminente della cosiddetta “Fase 2”, a partire dal 4 maggio. Distanziamento sociale, chiusura al pubblico e divieto di assembramento restano, mentre si apre alla possibilità di visitare parenti e congiunti, predisporre esercizi di ristorazione per l’asporto ed effettuare attività sportiva all’aperto, oltre alla ripartenza di attività produttive legate all’export, delle filiere ad esse connesse e dei cantieri pubblici. La fase successiva al lockdown totale sarà intermedia: dal 18 maggio le restrizioni dovrebbero essere ulteriormente allentate, mentre dal primo giugno dovrebbero aprire bar e ristoranti. In Spagna – che dopo un mese registra il livello più basso di nuovi contagi – da oggi i bambini potranno giocare all’aperto. In Francia, il lockdown dovrebbe durare fino al prossimo 11 maggio: i dettagli della fase 2 verranno svelati dal primo ministro Edouard Philippe il 28 aprile. Le nuove misure si concentreranno su sanità pubblica, scuola, affari e trasporti pubblici. Infine, il Regno Unito potrebbe modificare alcuni aspetti della quarantena prima della data prevista del 7 maggio.
REGNO UNITO. Il premier britannico Boris Johnson è tornato al lavoro. Johnson, che nelle settimane scorse aveva contratto il COVID-19 ed era stato ricoverato in terapia intensiva, è tornato in pubblico lunedì mattina al 10 di Downing street dopo la malattia. “Mi rifiuto di gettare al vento i sacrifici dei britannici e rischiare una seconda ondata di contagi”, ha dichiarato Johnson, congratulandosi coi cittadini per i progressi e aggiungendo che il governo al momento non può dire con certezza quando le restrizioni verranno allentate.
KIM JONG UN. Alle speculazioni sulle condizioni di salute del leader nordcoreano, scomparso dai riflettori dei media nazionali e internazionali dallo scorso 11 aprile, si è aggiunta anche l’ipotesi che il giovane dittatore (si pensa abbia 36 anni) possa aver contratto il coronavirus. Sinora Pyongyang ha sempre negato che l’infezione sia diffusa nel paese, ma l’ermetismo del regime – specie in riferimento alla salute dei propri leader – non fa che alimentare le supposizioni degli analisti sulle ragioni della scomparsa. La teoria inizialmente diffusa dal Daily NK era quella secondo cui Kim Jong Un si troverebbe in gravi condizioni di salute dopo un’operazione al cuore, per la quale sarebbero giunti dalla Cina alcuni medici a supporto degli operatori nordcoreani. Proprio da uno di questi medici, secondo alcune ipotesi diffuse su twitter e da alcuni outlet statunitensi, il leader nordcoreano potrebbe aver contratto il virus: ipotesi supportata dal fatto che recenti immagini satellitari sembrerebbero mostrare come una zona di primo soccorso in una residenza estiva del dittatore a Wonsan sarebbe stata rapidamente trasformata in un “ospedale” più grande e attrezzato, oltre al fatto che nella stessa residenza stazionerebbe il treno abitualmente utilizzato da Kim per gli spostamenti. La teoria che Kim possa essere già deceduto è stata tuttavia smentita da più parti. Da ultimo, questa mattina l’assistente personale del presidente sudcoreano per la politica estera Moon Chung-in – una fonte considerata attendibile – ha dichiarato che secondo le informazioni possedute da Seoul Kim starebbe bene e si troverebbe nella propria residenza estiva dal 13 aprile.
USA. Lo scorso venerdì, il presidente americano Donald Trump è tornato a far parlare di sé con una dichiarazione delle sue, in cui suggeriva ai malati di coronavirus “iniezioni di disinfettante”. “Anche se non sono un dottore” – aveva dichiarato Trump – “sono un uomo con molta… you-know-what”. Un’allusione alla sua stessa intelligenza, che però, secondo il New York Times, alla fine potrebbe costar caro al presidente, in vista delle elezioni di novembre. Il presidente si è poi espresso sulle voci che davano il leader nordcoreano Kim Jong-un per morto o in gravi condizioni. “Il report [sulla salute di Kim Jong-un] non è corretto”, ha dichiarato Trump, sostenendo che si basi su “vecchi documenti”, augurandosi infine che Kim stia bene. Alla domanda su contatti tenuti con il dittatore della Corea del Nord, Trump ha dato una risposta vaga, sottolineando che gli Stati Uniti hanno “un buon rapporto con la Corea del Nord”.
BRASILE. Dopo che la settimana scorsa il presidente Jair Bolsonaro era apparso a una protesta organizzata contro i lockdown disposti da alcuni governatori e sindaci brasiliani, il presidente si è trovato ad affrontare una delicata crisi politica. Venerdì infatti il ministro della giustizia Sergio Moro ha rassegnato le proprie dimissioni in protesta con la decisione del governo di rimuovere il capo della polizia, e secondo alcuni la gestione della pandemia non sarebbe una causa secondaria nelle sue dimissioni. La presa di posizione di Moro, ex magistrato al centro del processo a Lula, ha fortemente danneggiato il già basso gradimento popolare del presidente e durante il fine settimana cacerolazos di protesta si sono tenuti in varie aree del Brasile.
CUBANI IN AFRICA. In Africa il contagio sta pian piano prendendo il largo. Durante il fine settimana il numero degli infetti confermati ha superato i 30.000 casi e l’Unione Africana segnala che si tratta di un incremento del 40% rispetto alla settimana scorsa. Il paese più colpito è il Sudafrica, con oltre 4000 casi. E’ proprio qui che Cuba ha deciso di inviare 216 operatori sanitari per aiutare ad arginare e sconfiggere il virus. La diplomazia medica non è nuova tra gli strumenti della politica estera cubana come ben sappiamo in Italia, dove solo poche settimane fa era arrivato un altro team medico proveniente da L’Avana.
GIAPPONE. Secondo Moody’s, l’economia giapponese potrebbe essere tra le più colpite in Asia orientale, anche per via della posizione già debole in cui si trovava allo scoppio della pandemia, con una contrazione del PIL nell’ultimo trimestre del -6,3%. L’aumento dei contagi aveva imposto al primo ministro Abe di dichiarare lo stato d’emergenza, invitando i cittadini a restare a casa senza però chiudere molte attività economiche. Per sostenere la produzione però, oggi la Banca del Giappone ha reso pubblica la propria decisione di estendere l’acquisto di corporate bond e il programma di prestiti. Rimosso anche il limite massimo all’acquisto di debito pubblico.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.