La progressiva crescita del livello di istruzione. Un atteggiamento più attivo e progettuale. Una maggiore mobilità. Un più sostanzioso potere d’acquisto. L’apertura al nuovo sul piano culturale e dei consumi. Un modello di edonismo auto-riferito, con una fase della vita improntata a maggiore libertà, a ritmi di vita più rilassati, a un tempo piacevolmente investito nei propri interessi.Questo il profilo dei senior di cui ci occupiamo, profilo colto di una popolazione in continuo aumento : la quota di over65 sul totale della popolazione raggiungerà nel 2050 il 16,2% nel mondo e, addirittura, il 29,3% nei Paesi dell’Unione Europea a 27. Nel mondo gli ultraottantenni passeranno dall’1,5% del 2009 al 4,3% del 2050. In Italia, dove il valore è ora di poco inferiore al 6%, si avrà in un quarantennio un un raddoppio abbondante (13,4%) del valore corrente. Nel 2050, secondo le stime, solo la Germania avrà una percentuale di over80 di poco superiore alla nostra (14,1%), confermando la posizione dell’Italia tra i Paesi più vecchi d’Europa (Fonte: elaborazioni M. Stranges – unical.it su dati ONU 09).
Tutta la vivacità intellettuale, la curiosità, la mobilità dei senior di ultima generazione permea anche il rapporto con il cibo, che si articola una serie di valenze: così l’alimentazione può soddisfare bisogni individuali, familiari e sociali.
Appartengono alle esigenze individuali sicuramente il piacere di mangiare, che non diminuisce con l’età. (Anzi, è noto come spesso i senior ritornino golosi, soprattutto di dolci, ma non solo). Il piacere di mangiare, dunque, accompagna tutta l’esistenza, anche se si riducono le quantità, si prediligono cibi più morbidi e più liquidi, spesso tiepidi più che freddi.
Sicuramente individuale anche il bisogno di alimentarsi in base alle proprie condizioni di salute: senza sale per nefropatici e ipertesi, pochi glucidi per i diabetici, pochi grassi per tutti.
E, ancora, la consapevolezza acquisita nel tempo che il benessere che deriva da una corretta alimentazione deve rappresentare una filosofia di vita. “Siamo quello che mangiamo” e questo vale sempre, in tutte le fasi della vita, ma è nella piena maturità che compaiono, spesso inesorabili, gli effetti degli errori alimentari accumulati e ripetuti per un’intera esistenza.
L’alimentazione, però, nei senior soddisfa anche bisogni familiari. Lo sanno bene tante nonne che si occupano stabilmente dei nipoti: non solo merende, ma spesso pasti completi, gestiti tra golosità e capricci. Per non parlare di pranzi e cene domenicali, nelle quali al pubblico dei più piccoli si aggiungono figlie, figli, generi e nuore. I piatti tipici di famiglia, le specialità della “mamma/nonna”, sono inevitabili consuetudini che danno piacere, uniscono la famiglia e si tramandano per generazioni.
E’ proprio la trasmissione del sapere culinario che rappresenta il valore sociale dell’alimentazione: è una trasmissione di cultura familiare e sociale, ma è anche un dono del tempo, un gesto di affetto e di amore.
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