Il parco del Castello Malingri di Bagnolo (Cn) è di impianto seicentesco. Per due ettari è ricco di esemplari di alberi particolarmente alti che convivono con camelie antiche e azalee mollis, rare a queste latitudini
Nei monti tra Valle Pellice e Valle Po, vicino a Cuneo, sorge il Castello Malingri di Bagnolo, risalente all’anno 1000, dotato di uno splendido giardino di circa due ettari. L’attuale parco è stato creato agli inizi dell’800 secondo i canoni del giardino all’inglese, con sentieri sinuosi, punti panoramici, piccole costruzioni, boschetti ombrosi. Il parco, di circa due ettari, ospita alberi secolari, alcuni dei quali alti oltre 40 metri. A maggio è possibile ammirare l’eccezionale fioritura delle antichissime collezioni di rododendri ed azalee.
Un grande corte chiude il lato nord del Palazzo, la dove nel medioevo era il borgo di Bagnolo che trovava protezione all’ombra del “castello piano” così veniva definito a quei tempi in distinzione dal “castello forte” in cima alla rocca dove tuttora si trova. Dal 1500 dopo che per ordine dei Savoia il paese fu ricostruito a valle, nella posizione attuale, il castello subì trasformazioni importanti che, da strumento di difesa, lo portarono a diventare dimora e residenza dei conti Malingri da tutti poi chiamato Palazzo.
Recentemente si è trovata anche traccia, e la si può vedere dopo il restauro, di come dovevano essere le finestre dell’antico castello, grandi, quadrate e circondate da cornice in terracotta. La parte rurale con la stalla dal 2008, a causa della morte dell’ultimo contadino ha perso la sua valenza agricola, né mucche, né maiali, galline e conigli ravvivano più l’atmosfera del cortile, testimonianza dello stretto legame che nel sistema antico reggeva l’economia del feudo.
Il Parco del Castello Malingri di Bagnolo
Dal cortile per una piccola porta si entra nel parco accolti dalla imponente mole dell’albero dei tulipani, fiori gialli in primavera (liriodendron tulipifera). Il parco di impianto seicentesco, in stile formale con disegno e geometrie verdi e fiorite, segnato dalle siepi di bosso, carpino e tasso e dalla splendide gallerie di carpini fu rielaborato agli inizi dell’800 secondo canoni romantici divenuti di moda nelle corti di tutta Europa. Il parco si estende per circa due ettari ed è ricco di esemplari di alberi particolarmente alti, tra 40 e 50 metri, in modo armonioso convivono pinus nigra, pinus austriaca, cedri deodara, taxus bacata, metasequoie e poi faggi di varie qualità, querce, libocedrus, criptomeria japonica ed altri.
Il disegno dei sentieri percorre tutto il giardino chiuso da mura, i due grandi prati a cui fanno cornice gli alberi secolari, conifere e latifoglie di molte specie e collezioni di arbusti fioriti come rododendri, azalee, camelie, ortensie tutte quelle varietà che amano i terreni molto acidi. Al centro del prato verso valle, una vasca ellittica in pietra detta “fontana dell’uomo verde” con riferimento a qualche favola di cui s’è persa memoria, offre rifugio a piccoli pesci e tritoni che brucano attorno ai gambi delle ninfee.
Il lungo viale dei carpini a galleria che sbuca sulla Cappella gentilizia di Ognissanti e quasi due chilometri di siepi tracciano il disegno più antico del parco che sconfina con la collina del Castello segnato dall’ombroso rio Mondarello su cui si piegano boschetti di bambous. Le cosiddette “tampe dei cervi”, (che vi venivano allevati nell’800 come animali “romantici”) solcate da un ponte in pietra e la torretta chiamata “casa del bau”, caratteristica costruzione a pianta circolare un po’ torre, un po’ luogo di meditazione e di frescura movimentano l’impianto pianeggiante del giardino e lo rendono misterioso e suggestivo.
La collezione di arbusti fioriti che in ogni generazione i proprietari hanno privilegiato e aumentato è una caratteristica del parco da scoprire nelle stagioni. Una vera e propria descrizione botanica richiederebbe l’intervento di un esperto: questo è piuttosto un piccolo racconto botanico scritto da chi con amore si occupa di mantenere, curare, piantare, sostituire e migliorare di anno in anno il parco a cominciare dall’erba dei prati per finire con gli alberi ad alto fusto. Il parco fa parte del circuito Grandi Giardini Italiani.
Collezioni botaniche del parco del Castello Malingri di Bagnolo
Non vi sono specie esotiche o particolari ma una élite delle più comuni specie presenti nelle nostre regioni, interessante è la disposizione, la dimensione, la posizione. Attorno al grande prato e oltre le fosse dei cervi fino al Rio Mondarello e il confine con la collina che sale al castello vi è stata in passato una forte prevalenza di conifere cresciute ad altezze notevoli (tra 40 e 50 metri) perché fittissime e poste un po’ all’ombra della collina, negli ultimi 30 anni a causa prevalentemente di tre tipi di calamità naturali (trombe d’aria, fulmini, neve fuori stagione) il parco ha subito una grave decimazione fra le conifere più antiche e più alte.
Oltre un centinaio di esse sono state abbattute, creando dei vuoti in un paesaggio molto scuro e misterioso, quasi nordico come aspetto; il rimpiazzo, un po’ per ragione di salute (non piantare piante dello stesso tipo dove ci sono ancora radici di quelle morte) un po’ anche per rendere più luminoso il giardino nel periodo invernale, è avvenuto anche con latifoglie: vari tipi di faggi, querce rosse, liquidamber, aceri.
Lungo il ruscello sono state piantate una fila di conifere caducifolie, i cipressi calvi molto amanti dell’acqua, che con l’età producono delle radici pneumatofore dalle forme molto divertenti.
Piante caratteristiche e probabilmente fra le più antiche del giardino sono i carpini che formano lungo il muro a nord una lunga galleria verde, l’allea dei carpini, per questi si parla di una età di quattrocento e più anni, anche se la loro dimensione è tutt’altro che impressionante, infatti ogni quattro anni vengono scapitozzati, i rami giovani reintrecciati che poi si saldano fra loro a formare la volta. Di carpino sono anche in prevalenza le siepi che solcano, sempre con linee ortogonali, il parco.
L’albero che viene più notato per altezza e portamento è il Tulipié, che pur prevalendo sulle altre é invece, fra le antiche, una delle più giovani (intorno ai 150 anni).
Camelie
La prima camelia (fiore doppio, rosa carico, varietà non identificata), piantata nel 1997 è un dono di Roberto Gabetti a Consolata d’Isola, vissuta in un vaso a Torino per 5 anni, quando cominciò a dar segni di sofferenza si decise di provare a piantarla a Bagnolo, si temeva che il clima invernale troppo rigido (fino a -18°) non fosse adatto alle camelie. L’esperimento riuscì e alla prima camelia, con entusiasmo da nuova collezione, ne seguirono altre ed altre ancora: ora una piccola foresta fiorisce inverno e primavera.
Nella primavera del 2002 avvenne un “innesto”, un singolare trasferimento di camelie dal celebre giardino di camelie, collezione la più importante forse d’Europa, della Villa Anelli ad Oggebbio sul Lago Maggiore al parco di Bagnolo: grazie alla cortesia e alla generosa disponibilità di Andrea Corneo botanico, attuale proprietario e curatore della Villa Anelli furono espiantate alcuni alberelli di Japonica e Sasanqua varietà create da Antonio Sevesi fondatore della Società Italiana delle Camelie nel 1965, e quindi uniche che trovarono il loro spazio a Bagnolo ed già nell’autunno cominciarono a mostrare i loro fiori, discreti ma originali.
Azalee
Anche le azalee sono rododendri e con essi si abbinano in maniera egregia, ai piedi dei grandi cespugli antichi o di altissimi alberi formano macchie striscianti dagli effetti cromatici sensazionali prevalgono tutte le tonalità dei rosa e dei rossi ma non mancano i viola intensi e gli albicocca, mentre i gialli e gli aranci sono monopolio delle azalee mollis, sono state introdotte nel parco alla fine degli anni ’80 e di poche si conosce il nome.
Informazioni: Castello Malingri di Bagnolo
Via Palazzo, 23 Bagnolo Piemonte (CN)
tel. 335 5244080 – mail@castellodibagnolo.it
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