Maggio è alle porte e così pure l’apertura di Expo: curiosità, interesse, aspettative, fiducia. Molti e intensi i sentimenti di chi vive in città. Eppure nei milanesi serpeggia anche un sentimento non ben definito, che dà inquietudine: siamo pronti davvero ad affrontare il grande andirivieni di pubblico e turisti? Abbiamo approntato un numero sufficiente di posti letto e posti a tavola, per assicurare un’accoglienza se non proprio raffinata almeno con un buon rapporto qualità/prezzo? E sulla scelta della ristorazione, saremo capaci di proporre risotti e tagliatelle nostrane, trofie con pesto e cotolette o tutto si risolverà in hamburger e patatine? Come resterà la città dopo l'”invasione” che pure abbiamo voluto?
Pensiamo non solo alle famigliole di tutta Italia che approfitteranno delle vacanze estive per fare una capatina nell’area di Rho e raccogliere materiali e informazioni sul Food e il Pianeta, da utilizzare nelle ricerche scolastiche dei figli, durante il prossimo anno scolastico.
Pensiamo ai giovani che si ricorderanno improvvisamente di avere lontani parenti che vivono in città e nell’hinterland, per recuperare un invito per un paio di giorni e andare allegramente alla scoperta dei luoghi più cool della città.
Pensiamo al turismo business di manager indiani, cinesi, americani e brasiliani che protrarranno i propri viaggi d’affari e di appuntamenti b2b per trarre nuovi e diversi spunti da un giro frettoloso, ma esigente, non solo di Expo e di Milano, ma anche di quel Fuori Expo di cui si sente sempre più spesso fantasticare.
Nulla da obiettare, noi senior, naturalmente, subito pronti a prepararci cartine, depliant, informazioni ricavate da Internet (noi che Internet lo usiamo sempre più spesso), impermeabilino se piove, felpina se tira vento e un comodo paio di scarpe perché nessuno, forse, ha pensato a garantire anche a noi un giro completo dell’area senza giocarci l’ultimo menisco ancora buono.(Sognavamo autobus elettrici come questi, ventilati e di pronta salita, ma nessuno sembra volerci accontentare…)
Nuove meraviglie, nuovi degradi
Milano è pronta davvero? Certo, girando dalle parti di porta Nuova lo sguardo si perde lontano, seguendo uno skyline che appare magnifico, con nuovi edifici, torri, condomini, uffici.
Anche se molti, per esempio in zona Città Studi, si domandano che ne sarà di quest’altra parte della città, segnata dall’espansione progressiva dei conflitti della vicina via Padova, avvilita da grandi edifici vuoti e abbandonati da anni (il vecchio cinema Splendor, per esempio, in viale Gran Sasso) e privata, prossimamente,a Expo finito, persino dell’area universitaria (il Politecnico in piazza Leonardo da Vinci), cui deve il nome: Città Studi, appunto. Ma sono solo esempi di una città che ha bisogno di modificarsi ed evolvere, ma che non deve per questo dimenticare, degradare e distruggere. E l’Expo, a questo punto, non c’entra.
Una città da nascondere
O meglio possiamo ancora recuperarlo, se pensiamo ai turisti di passaggio in città: due o tre giorni, al massimo, per ciascuno, giusto per visitare l’esposizione, vedere uno spettacolo alla Scala, frequentare un buon ristorante e magari portarsi fuori quel tanto che basta per assecondare un interesse o una passione: la seta a Como, il lago di Garda, i vini di Franciacorta, San Fruttuoso o Portofino per i più esigenti.
Turisti di passaggio che saliranno volentieri su un tram per un sightseeing fai da te, o su un taxi, recuperato al volo dall’efficienza degli alberghi più in.
Quale Milano faremo loro vedere? E quale dovremo nascondere? Riceviamo da un’amica grey-panther, Giovanna Montanari, che vive in una parte molto centrale e nota della città, una serie di foto che ha scattato lei stessa, che stringono il cuore. Dov’è finita la Milano da bere? Dov’è la città cosmopolita che ambisce a confrontarsi con le altre, Berlino, Parigi, Londra, Vienna? Le pubblichiamo accompagnate da molto dispiacere, molto disappunto, ma anche una speranza: forse è proprio da noi senior, che abbiamo gustato una Milano migliore, che deve partire un appello, una protesta, un grido. Accendiamo i riflettori, dunque. Forse qualcuno vedrà e farà qualcosa di più.
Qualcuno sa dirci cosa possiamo fare per riavere la nostra Milano? O per averne una nuova e diversa, ma non all’insegna della trascuratezza e del degrado?
Buongiorno amici
Sono Giovanna e ho realizzato le foto di Milano che potete vedere su questo sito
Ritengo che alla base di tutto questo degrado ci sia proprio l’abbruttimento delle persone che non vedono più quello che li circonda e poi laddove c’è sporco e incuria ancora di più e sempre ci sarà incuria e sporco.
Ci sono un sacco di leggi che nessuno fa rispettare.
Una volta avevamo i vigili di quartiere che non solo davano sicurezza ai cittadini, ma erano punti di riferimento a cui segnalare cose che non andavano.
Ora i vigili si vedono solo quando qualche semaforo non funziona.
Ci sono, in compenso, gli ausiliari della sosta che danno multe SOLO alle macchine in divieto di sosta.
Io abito in una zona con 4 scuole e non avete idea il caos che c’è!
Macchine in seconda fila (perché i bimbi e i ragazzi non vanno più a scuola a piedi… troppo faticoso)
Padri e madri che accompagnano i figli in bicicletta andando sui marciapiedi, o contromano, e poi i figli crescendo faranno altrettanto….
In altri Paesi hanno debellato le scritte sui muri mettendo telecamere dappertutto e dando pene severissime con multe molto alte quando qualcuno viene visto lordare cose pubbliche.
Inoltre hanno messo fuori legge le bombolette spray e chi deve acquistarne qualcuna per suoi lavori deve dare il proprio documento al negoziante che tratterrà una fotocopia.
Facciamo qualcosa: scriviamo a Comune, Provincia, Regione; scriviamo ai giornali, facciamo intervenire “Striscia la notizia”
Facciamo quanto in nostro potere perché così non possiamo andare avanti
Riappropriamoci della nostra Città!
Grazie a tutti per l’attenzione
Cara Giovanna, ho molto apprezzato le tue foto, anche se mi piange il cuore a vedere una parte così bella di Milano tanto rovinata. Pensavo che il degrado riguardasse solo certe zone della periferia, invece la maleducazione arriva dappertutto. Ma noi dobbiamo protestare. E’ questo l’unico modo per dire NOI NON ACCETTIAMO!. grazie, Lucia
Cara Lucia,
a volte mi capita di andare in alcune piccole città sono pulite e ordinate. Lì le persone ci tengono e ho visto anche dei privati che pulivano laddove non era di loro competenza.
Ma le grandi Città sono diventate un disastro!
Stamane andando in giro con i miei cani ho visto ancora brutture e sporco ma purtroppo non avevo con me la macchina fotografica.
Ho mandato un po’ di foto ai giornali nella sezione di Milano ma non hanno pubblicato nulla. Forse hanno delle direttive precise visto che Expo inizierà tra poco, oppure chissà magari anche i giornalisti si sono assuefatti alla bruttura.
Io sono nata e cresciuta a Milano ma non la riconosco più!
Facciamo quanto è possibile dai!
Grazie per la solidarietà Giovanna
Mi sembra assai pulita rispetto al.centro di Roma quando mi sveglio ogni mattina……e non è una battuta!!!