A-B-C-D- E: tutte le forme di epatite a confronto

Pubblicato il 25 Giugno 2021 in Wellness Salute

Le epatiti virali sono infezioni che attaccano il fegato e, nonostante alcuni tratti in comune, si differenziano per i virus che le provocano e per la loro diversa frequenza di infezione e distribuzione.

Epatite A

L’epatite A è causata da un virus (HAV) a RNA appartenente agli Hepatovirus, solitamente non presenta sintomi e ha un decorso benigno che si risolve spontaneamente. In alcuni casi può essere letale, soprattutto nelle persone con più di 50 anni. Può durare 1-2 settimane e manifestarsi con febbre, nausea, malessere, dolori addominali e ittero. Si trasmette per via oro-fecale e il contagio avviene per contatto diretto da persona a persona, tramite il consumo di acqua o di cibi crudi o poco cotti, come ad esempio i molluschi allevati in acque entrate in contatto con scarichi fognari dove è presente il virus.

Epatite B

L’epatite B si deve, invece, al virus della famiglia degli Hepadnaviridae (HBV). L’infezione è spesso asintomatica, ma quando progredisce causa disturbi addominali, nausea, vomito e ittero. In alcuni casi può essere mortale, soprattutto nelle persone sopra i 40 anni di età. Questa forma di epatite diventa cronica nel 5-10% dei casi: più il paziente è giovane, maggiore è il rischio che la malattia cronicizzi.

L’epatite cronica può portare – nell’arco di circa 5 anni – alla cirrosi epatica e in alcuni casi, al tumore del fegato. Si trasmette con il contatto con sangue infetto (trasmissioni di sangue o emoderivati infetti, tramite tagli o punture con strumenti infetti quali rasoi, spazzolini o strumenti utilizzati per tatuaggi, piercing, manicure, per via sessuale o perinatale tra madre e figlio).

Epatite C

Hepacavirus (HCV) è il nome del virus dell’epatite C, spesso asintomatica, che può rimanere silente per molto tempo. Nel 55-85% (*1) dei casi la malattia diventa cronica e tra questi, il 20-30% dei pazienti sviluppa cirrosi (nell’arco di 10-20 anni) e tumore al fegato nell’1-4% dei casi. (*2)

Si trasmette attraverso il contatto con sangue infetto, ad esempio tramite una lesione della cute, utilizzo di strumenti non sterili e non monouso, scambio di siringhe infette, trasfusioni di sangue ed emoderivati, per via sessuale o per nascita da madre con epatite C. Anche se negli ultimi 25 anni i controlli previsti sulle trasfusioni di sangue ed emoderivati hanno ridotto molto il rischio di contrarre l’epatite c, tutti colori che hanno effettuato trasfusioni prima dell’introduzione dei protocolli di screening sono potenzialmente a rischio.

(*1) WHO, https://www.who.int/en/news-room/fact-sheets/detail/hepatitis-c

(*2) ISS, https://www.epicentro.iss.it/epatite/epatite-c

Epatite D

L’epatite D, detta Delta e causata dall’agente infettivo HDV, si trasmette solo se le cellule epatiche sono già colpite dal virus dell’epatite B (HBV). Le modalità di contagio sono le stesse dell’epatite B.

L’infezione può verificarsi contemporaneamente da entrambi i virus e causare una forma di epatite simile alla B oppure, in caso di contagio successivo con il virus HDV in un portatore cronico di epatite B, causa una nuova epatite acuta, a volte fulminante, come dimostrato nel 25-50% dei casi (*3)

(*3) ISS, https://www.epicentro.iss.it/epatite/epatite-d

Epatite E

L’epatite E è provocata dal virus Hev, simile all’epatite A che in molti casi si risolve spontaneamente. Raramente può essere fulminante, eventualità più frequente nelle donne al terzo trimestre di gravidanza. Si trasmette, come l’epatite A, per via oro-fecale; l’acqua contaminata rappresenta il principale veicolo di infezione.

Per saperne di più 

“Materiale di carattere informativo non riferibile a contenuti di prodotto e non finalizzato alla promozione del farmaco”

CODICE MATERIALE IT-UNB-0165

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.