“È gravissimo che in un momento così difficile nella vita del Paese, che vede un grande sforzo unitario per il superamento della pandemia, e l’impegno quotidiano di migliaia di persone, tra medici, infermieri, operatori sanitari, per salvare la vita dei nostri anziani, ci sia invece chi specula sulla pelle di questi ultimi, chi ne calpesta la dignità e addirittura ne mette a rischio la salute e la vita”. Lo dichiara Roberto Messina, Presidente Nazionale di Senior Italia FederAnziani in merito all’esito dei controlli effettuati dai NAS in 572 strutture per anziani che hanno portato a rilevare irregolarità nel 25% delle strutture. “Il bilancio dell’azione dei NAS, come sempre puntuale e impeccabile, è pesantissimo: quello che emerge è che in Italia purtroppo tra le strutture residenziali per anziani, a fronte di una maggioranza pienamente rispettosa delle regole, se ne annoverano anche molte poco o per niente sicure, tanto più in un momento delicato come quello che stiamo attraversando. Se in diversi casi possono esservi irregolarità marginali, causate dalla difficoltà che le stesse strutture hanno attraversato in questo periodo, nessuna giustificazione è invece possibile per tutte quelle strutture nelle quali sono emerse situazioni di abbandono, sovraffollamento intollerabile, non accudimento degli ospiti in relazione alle loro patologie o alle loro esigenze fisiologiche e motorie. Abbiamo appreso che ad alcuni pazienti non venivano addirittura somministrati i farmaci essenziali per la loro salute, o ne venivano somministrati di non idonei o di scaduti, come dimostrano i sequestri. Tutte situazioni pericolosissime e potenzialmente letali per persone anziane e fragili. Quale tradimento più grave può esservi della fiducia delle famiglie che non potendo fare altrimenti anche considerata la difficoltà del momento hanno affidato i loro cari alle strutture ricettive aspettandosi il massimo della cura? È chiaro che, pur essendovi in Italia tante strutture serie e tanti imprenditori che fanno del loro meglio, il modello delle residenze attualmente in essere ha bisogno di essere ripensato, creando un sistema sempre più modellato sulle esigenze dei diversi bisogni di cura e di assistenza, integrato nella rete assistenziale territoriale, centrato sulla domiciliarità, con una riforma che consenta di superare l’attuale far west che troppo spesso le cronache ci rivelano. Se le RSA da mero luogo di ricovero si trasformeranno in servizio di supporto alle famiglie e alle persone anziane non autosufficienti in un discorso di continuità assistenziale e di territorialità saranno anche più aperte e quindi più sicure. Quanto alla presenza di operatori non vaccinati, infine, sappiamo che fortunatamente si tratta di una ristretta minoranza, e invitiamo tutte le residenze per anziani del nostro paese al massimo rigore e ad allontanare tempestivamente dal posto di lavoro tutti quegli operatori che rifiutino il vaccino mettendo a rischio tante vite.”
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